OGGI
Il cinema è un fenomeno complesso. Un po’ come la letteratura. Non è sempre detto che sia arte. A volte è semplicemente un prodotto commerciale, altre volte un buon prodotto artigianale, altre volte ancora, purtroppo rare, purissima arte. Quella che parla a tutte le generazioni e che resterà nel tempo, e sarà documento di quel tempo.
Quando penso a questo tipo di cinema tra i primi titoli che si presentano alla mente, c’è, inevitabilmente, Il Cacciatore. Michael Cimino vi raggiunge la perfezione narrativa, le sequenze che resteranno nella storia del cinema sono tante, ma una in particolare mi strugge l’anima: la battuta di caccia al cervo, con la bestia lungamente inquadrato nel mirino del fucile di Mike (Robert De Niro, in una delle sue migliori interpretazioni), e infine risparmiata. Il Cacciatore che rinuncia al suo ruolo, alla sua missione, e si avvia alla catarsi che passa per il ritorno a Saigon e per il disperato tentativo di convincere Nick (Christopher Walken) a non suicidarsi.
Mike e Nick sono cacciatori di cervi a tempo perso sono come Steven (John Savage), fino a quando non vengono chiamati a fare la guerra in Vietnam, e la loro vita cambierà per sempre.
Cimino riesce a realizzare un film sublime grazie anche alla superba prova dei suoi interpreti. Oltre a De Niro, Walken e Savage, è indimenticabile la prova di Meryl Streep che indossò i panni di Linda.
Il film vinse 5 Oscar: miglior film, miglior regia, attore non protagonista (Walken), montaggio e suono. Da vedere assolutamente. Stasera, alle 21.00, su Iris.
DOMANI
Prima di Elvis, di Elton John, di Madonna, Bowie e Lady Gaga, c’è stato Liberace: pianista virtuoso, intrattenitore stravagante e figura appariscente sia sul palcoscenico che in televisione. Primo vero performer famoso in tutto il mondo, con il suo stile ha affascinato un pubblico sterminato per tutti i 40 anni di carriera.
Wladziu Valentino Liberace (il nome all’anagrafe del musicista nato in America da padre italiano e madre polacca) ha rappresentato, in scena come nella vita privata, tutto l’eccesso, il glamour e il kitsch che solo un entertainer totale come lui poteva permettersi negli anni Cinquanta e Sessanta.
Nell’estate del 1977 Liberace conosce il giovane e affascinante Scott Thorson e, nonostante la differenza di età e l’appartenenza a mondi decisamente lontani, i due saranno amanti per 5 anni. Tratto dall’autobiografia scritta da Thorson, Dietro i candelabri è la storia di questa stupefacente relazione amorosa, dal primo incontro in un teatro di Las Vegas all’amara separazione finale.
L’idea di girare un film sulla figura del grande uomo di spettacolo è del regista Steven Soderbergh, che sul set del film Traffic, rimase colpito e stupito dalle imitazioni di Liberace, improvvisate tra un ciak e l’altro da Michael Douglas, che lo interpreta nel film biografico. A restare stupito e affascinato dall’incredibile somiglianza con cui Douglas aveva interpretato il famoso pianista anche il produttore Greg Jacobs, che mi mise subito a cercare cercare notizie sulla vita di Liberace, assieme a Soderbergh. Durante queste ricerche si sono imbattuti nel libro Dietro i candelabri scritto da Scott Thorson scoprendo così la loro grande storia d’amore.
Dopo aver mostrato il testo a Weintraub, hanno subito contattato Matt Damon per proporgli il ruolo di Scott Thorson mentre la sceneggiatura è stata affidata Richard LaGravenese, già candidato all’Oscar per La leggenda del re pescatore.
Dietro i candelabri verrà trasmesso domani sera, alle 23.00 da Rai Movie. “L’ennesimo ‘ultimo’ film di Soderbergh – ha scritto FilmTv – è la nuova prova di un sublime coreografo di corpi attoriali, in cui Damon e Douglas si spogliano dei rispettivi status per abbandonarsi a isterie e tenerezze, trasfigurati dalla bravura prima che dal make up.”
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