OGGI
Nella letteratura di Isaac Asimov, le Leggi delle Robotica disciplinano il completo rapporto tra macchina “pensante” ed uomo: “Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.”
Queste leggi stanno alla base della storia raccontata ne L’uomo bicentenario da Chris Columbus (stasera alle 21.15 su Nove) che rappresenta uno dei più riusciti tentativi di trasposizione cinematografica delle opere del grande scrittore di fantascienza. Il romanzo da cui è tratto il film è “The Positronic Man”.
Acquistato per aiutare nei lavori di casa, Andrew si conquista la fiducia e l’affetto di tutta, o quasi la famiglia Martin. Quel che la ditta che lo ha progettato e realizzato non poteva mettere in conto è che, man mano che apprende, il robot impara anche i sentimenti, fino a diventare capace di sentirli egli stesso. Per la scienza, Andrew è adesso un’anomalia. Per la famiglia, è un essere che sente e che soffre. Come andrà a finire? In molti hanno visto nella vicenda una velata riproposizione di Pinocchio. Il film è gradevolissimo, intriso di buoni sentimenti. Una delle migliori interpretazioni di Robin Williams.
DOMANI
L’orario è impossibile (nella notte tra giovedì e venerdì, alle 4.15 su Rete4), ma quando passa in televisione un film del foggiano Domenico Paolella (cui Maurizio De Tullio e Lettere Meridiane hanno dedicato un ebook che potete scaricare qui) non c’è orario scomodo che tenga.Tanto più quando si tratta di un film gradevolissimo e poco noto, come Un ladro in paradiso, tratto della cantata di Eduardo De Filippo, Vincenzo De Pretore, a sua volta ispirata ad una poesia di Salvatore Di Giacomo. E c’è effettivamente tanta cultura e tanta umanità partenopea, nella pellicola.
Vincenzo (Nino Taranto) è un truffatore e ladruncolo napoletano che vorrebbe cambiare vita, soprattutto dopo essere stato arrestato davanti agli occhi della fidanzata Nanninella (Hélène Rémy), alla vigilia di Natale, mentre le faceva dono di un servizio di bicchieri (rubato). In carcere diventa devoto di San Giuseppe, ma uscito dalla prigione puntualmente ricasca nella losca vita, affiancato dal suo compare Generino, che gli propone un ultimo colpo. Proprio in quel momento, Vincenzo resta vittima di un grave incidente. Viene portato in ospedale, e qui si rivolge a San Giuseppe (Carlo Tamberlani)…
La colonna sonora è di Nino Rota. Un ladro in paradiso, uscito in sala nel 1951, segnò il ritorno di Paolella al lungometraggio, dopo l’esordio con Gli ultimi della strada (un’altra commedia ambientata a Napoli e improntata al realismo rosa), che era uscito nel 1939. A partire dagli anni Cinquanta, il regista foggiano diventerà uno dei più prolifici autore del cinema italiano, girando circa 40 lungometraggi, tra cui il documentario La tragedia dell’Etna che gli valse la Palma d’Oro a Cannes, nella sezione riservata ai documentari.
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