OGGI
Stanotte, su TV8, all’1.00, Jackie Brown, uno dei film di Tarantino che prediligo. Alla sua uscita venne bocciato sia dalla critica che dal botteghino, dove incassò appena 39 milioni di dollari. In realtà, è il film meno canonico (stando ovviamente ai canoni della cinematografia tarantiniana) ma anche il più spiazzante, perché appunto inedito. Tarantino sostenne che per capirlo fino in fondo bisognava aspettare ancora due o tre dei suoi film. La critica lo ha successivamente rivalutato.
Uscito nel 1997, segnò il ritorno di Quentin al lungometraggio, tre anni dopo Pulp Fiction e l’enorme successo che ne era derivato. In mezzo una puntata di Medici in prima linea, un paio di film in cui compare come attore, il film collettivo Quattro stanze, di cui firmò l’ultimo episodio. Jackie Brown si iscrive alla blaxploitation (film sui neri e sul loro sfruttamento, rivolti per lo più al pubblico di colore), e si avvale di una delle più note interpreti del genere, Pam Grier, che indossa i panni di una hostess di una certa età che arrotonda i guadagni trafficando danaro sulla rotta con il Messico per conto di un losco mercante di armi, Ordell Robbie (Samuel L. Jackson). Pescata durante una perquisizione con danaro illecito e cocaina, la donna finisce in carcere. Viene rimessa in libertà grazie alla cauzione versata, per conto di Robbie, da Max Cherry (Robert Forster). Robbie intende utilizzarla per portare clandestinamente negli Usa i proventi dei suoi traffici depositati in Messico. A dargli una mano c’è anche il suo maldestro braccio destro, Louis Gara (Robert De Niro). In mezzo i due agenti che hanno tratto in arresto Jackie Brown, ma che hanno come vero obiettivo Ordell Robbie. Chi la spunterà, alla fine?
Memorabile l’interpretazione di Robert De Niro che avrebbe voluto interpretare Max Cherry ma Tarantino aveva già assegnato la parte a Robert Forster. Ansioso di lavorare con il geniale regista, De Niro non ebbe esitazioni nell’accettare il ruolo di Louis. Film importante, assolutamente da rivalutare e riscoprire.
DOMANI
Cos’è di preciso Shining? Non è facile dirlo. Film horror, oppure orrore allo stato puro? L’incontro tra il genio indiscusso e indiscutibile di Stanley Kubrick e il genere orrorifico produce risultati deflagranti. Spiazzanti.
Per gustare fino in fondo questo film, tratto da un romanzo di Stephen King, bisogna abbandonare lo sguardo, immergersi nei contesti, nei segnali, nelle ambiguità che Kubrick disegna ed imprime lasciando lo spettatore sempre sospeso, e molto spesso angosciato.
È entrata nella storia del cinema l’interpretazione di Jack Nicholson che nella indossa i panni di Jack Torrance, uno scrittore che per trovare gli stimoli giusti alla scrittura del nuovo romanzo, accetta l’incarico di custode d’inverno di un albergo tra le innevate montagne d’America, portando con sé sua moglie e suo figlio Danny, che possiede potere paranormali, che gli permettono di vedere nel passato e nel futuro. E niente sarà come prima.
Ha scritto FilmTv a proposito di Shining: “Film fatto di segnali ambigui, dove l’orrore è tanto più profondo quanto meno interpretabile (realtà, allucinazione?), “Shining” si muove tra favola e racconto gotico, con momenti memorabili: le chiacchierate tra Torrance e il fantasma del barista, Danny che si aggira nei corridoi sulla sua biciclettina e l’inseguimento finale nel labirinto innevato.” Domani sera, alle 21.00, su Iris.
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