Un film onesto, coraggioso, imperdibile, che ti racconta di una Puglia assai poco scintillante, ma profondamente vera. La gente resta, docufilm di Maria Tilli, racconta di Taranto e del rione Tamburi, il quartiere più inquinato d’Italia, dove sorge l’Ilva, che è la più grossa azienda siderurgica d’Europa e che avvolge rione Tamburi con le sue polveri, costringendo chi ci abita a scegliere tra salute e lavoro, tra i sogni infranti del boom economico e la speranza di miglioramento. C’è chi è andato via, c’è chi ha scelto di restare, di continuare la sua vita sulle macerie del promesse industriali e le sirene di un falso boom economico.
A queste persone è dedicato il film. Persone come i fratelli Cosimo, Tonino e Giuseppe Resta che nascono pescatori, ma oggi lavorano in fabbrica: Cosimo è saldatore, Tonino caporeparto, Giuseppe invece fa le pulizie. Eppure non rinunciano al mare, a pescare, a riunirsi per cena tutti insieme sulle rive del Mar Piccolo, anche lì circondati dagli stabilimenti ILVA.
La gente resta è il racconto di chi ha deciso di restare nella propria terra, con rabbia e rassegnazione insieme, mentre tanti la abbandonavano. Di chi ha scelto di continuare la sua vita sulle macerie delle promesse industriali. Una famiglia, una piccola comunità, divisa tra la trasgressione vitale dei bambini, la mollezza degli adolescenti e il mondo degli adulti frantumato e sospeso.
Nato da un’idea di Lea Dicursi, il docufilm è diretto da Maria Tilli e sceneggiato da Laura Grimaldi, prodotto da Fabrica con RaiCinema. La Gente Resta ha ottenuto il Premio Speciale della Giuria nella sezione Italiana.doc alla 33^ edizione del Torino Film Festival.
Un film di rara potenza e di rara bellezza, che Rai Storia manda in onda stasera alle 22.15. Guardatelo, ed amatelo. Ne vale veramente la pena.
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