Il comune di Foggia dice sì alla ipotesi della seconda stazione. La città di Foggia non ha potuto fare altro che ingoiare il rospo del “baffo” che di fatto taglierà fuori la stazione attuale da uno o più collegamenti con Napoli e Roma.
Per capirlo bisogna leggere tra le righe del comunicato diffuso ieri, a conclusione del vertice che si è tenuto alla Regione Puglia con l’assessore regionale ai trasporti, Giannini, e Rfi, “per giungere ad una condivisione preliminare – come si legge nel comunicato – circa lo scenario complessivo e l’impianto tecnico ed infrastrutturale legati alla realizzazione di una nuova stazione sulla linea Alta Capacità Bari/Napoli, con conseguente e relativa accessibilità territoriale.”
Il documento è un esercizio di alta letteratura politichese, ma la sostanza è che “la stazione individuata al chilometro 4 della linea Foggia/Napoli, si inserisce in una visione di sistema che per un verso conferma il ruolo e la funzione strategica della stazione di piazzale Vittorio Veneto, con riferimento all’opportunità di un suo rafforzamento in termini di servizi, e per l’altro esalta la prospettiva di una implementazione delle occasioni legate proprio al carattere intermodale della nuova prospettiva di mobilità anche al servizio, ad esempio, del bacino di utenza dell’area della Basilicata e della Campania.” Il che equivale a dire sì alla stazione bis.
La stazione al chilometro 4 di cui si parla è infatti la seconda stazione, ipotesi divenuta ormai come la sola praticabile dopo che era stata riattivata la vecchia bretella, che già prefigurava il by pass della vecchia stazione di Foggia.
Il rammarico è che la lunga e per molti versi stucchevole querelle tra chi era pro e chi era contro ha privato la città di un confronto più approfondito sul “dove”. La scelta del chilometro quattro dovrebbe pressappoco coincidere con quella informalmente individuata dall’amministrazione comunale, nei pressi del Campo degli Ulivi. (Il sito è contrassegnato come Foggia 2 nella cartina che illustra l’articolo, come si vede molto più vicino alla città di quello inizialmente localizzato a Cervaro).
Il confronto con Rfi dovrà proseguire anche sul “come”. L’utilizzazione della bretella di Incoronata non soltanto per il traffico merci ma anche per quello passeggeri fa risparmiare a Rfi un bel po’ di quattrini, in quanto rende superflua la realizzazione del by pass di Cervaro, per la quale erano stati messi in preventivo 97 milioni (che con ogni probabilità non sarebbero bastati, considerato il costo molto elevato degli espropri). La riattivazione della vecchia bretella di Incoronata è costata appena una decina di milioni. Ci sono abbastanza quattrini per fare della seconda stazione qualcosa di più di una semplice “fermata” come si legge nel progetto dell’alta capacità ferroviaria. Il territorio deve puntare ad una vera e propria stazione.
Occorre dunque negoziare con Rfi perché tutto il risparmio venga reinvestito localmente, in modo da far sì che sia urbanisticamente che infrastrutturalmente la stazione bis si integri nel migliore dei modi sia nel tessuto urbano sia negli altri progetti in atto nei trasporti ferroviari, come il treno tram e la piattaforma logistica di Incoronata.
La “stazione degli ulivi” può essere per Foggia una fregatura o una grande opportunità. Ancora una volta, come andrà a finire, dipenderà dalla mobilitazione della classe dirigente.
Oggi pomeriggio, intanto, grazie a Italia Nostra la città avrà un’interessante occasione per approfondire il tema. Alle 17.30 nella sala rosa del Palazzetto dell’Arte si svolgerà un incontro-dibattito su “Il nodo ferroviario, 150 anni di storia in pericolo?” Interverranno il sindaco di Foggia, Franco Landella, il presidente della sezione foggiana di Italia Nostra, Clemente, il presidente del consiglio comunale, Miranda, il responsabile della direzione territoriale adriatica di Rfi, Laghezza, e il presidente del comitato “Un baffo ferroviario per Foggia”, Augelli.
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