Il grande Foggia: il racconto delle promozioni in B

Il Foggia di Stroppa torna ad essere capolista da solo, e comincia a propagarsi, insistente, il fragrante profumo di una promozione diretta che frutterebbe ai rossoneri il meritato ritorno in B, dopo ormai quasi vent’anni di attesa.
Come rito propiziatorio, Lettere Meridiane racconterà ad amici e lettori tutte le promozioni dalla serie C alla B, conquistate dal Foggia. Impresa che ai rossoneri è riuscita sei volte, e precisamente in questi campionati:1932-33; 1945-46; 1959-60; 1961-62; 1979-80; 1988-89.
La prima promozione in serie B del Foggia data 25 giugno 1933, quando i satanelli, pareggiando in casa del Pavia per 1-1, conclusero al primo posto il girone B che raccoglieva le squadre vincitrici della prima fase.
Per salire nella serie cadetta, il Foggia dovette vincere insomma due gironi.
Ad essere precisi, il livello in cui giocavano i rossoneri non si chiamava né serie C né Lega Pro, ma Prima Divisione. Il calcio italiano era diviso allora in cinque categorie: Serie A e B e quindi prima, seconda e terza divisione.
In quella stagione il Direttorio Divisioni Superiori, soggetto responsabile dell’organizzazione, aveva introdotto una novità che aveva portato da 90 a 121 il numero delle squadre partecipanti. Erano state obbligate a disputare il torneo anche le società che disputavano le categorie superiori che dovevano iscrivere la propria squadra riserve. Le squadre “B” non retrocedevano in quanto il campionato di competenza era quello relativo alla serie superiore.

Le 121 squadre partecipanti vennero divise in 9 gironi. Le vincitrici di ciascun girone erano ammesse alla fase finale, che si disputava in tre gironi di tre squadre ciascuna. Conquistavano la promozione alla serie superiore le vincenti di ciascun girone. Insomma un tour de force niente male.
L’anno precedente (in cui il torneo si era svolto con una formula diversa, che prevedeva l’ammissione alle finali delle prime due classificate, e non solo della prima), il Foggia aveva fallito la promozione per un nonnulla.
Dopo essersi classificata seconda nella prima fase, alle spalle del Perugia, la compagine rossonera aveva concluso al secondo posto anche il girone finale, superata dalla Giovanni Grion, squadra di Pola, nonostante la larga vittoria per 6-1 ottenuta proprio a spese della squadra triestina, nell’ultima giornata del campionato. Particolare curioso: quell’anno il Foggia giocò in un girone che comprendeva per lo più squadre del Centro e del Nord Italia. Le altre pugliesi  erano raggruppate in un altro girone.

Tony Cargnelli

Il Foggia si presentò dunque ai nastri di partenza del campionato 1932-33 con rinnovate ambizioni di promozione. Il presidente Paolo De Tullio aveva ingaggiato un allenatore nuovo, l’austriaco Tony Cargnelli. Marchionneschi e Marchetti, protagonisti della stagione precedente, eran stati ceduti e sostituiti da Antonio Bellotti e Fioravante Baldi (detto Baldi III), che sarebbe poi diventato uno dei protagonisti del Grande Torino.
Appese la scarpe al chiodo, Baldi sarebbe diventato un discreto allenatore, che avrebbe vissuto proprio a Foggia uno dei momenti più difficili della sua carriera: quando sedeva panchina del Napoli, sarebbe stato esonerato durante l’intervallo della partita Foggia-Napoli. Ma torniamo a noi, e a quel trionfale campionato rossonero.
Nella stagione 1932-33, i rossoneri tornarono a giocare con squadre più vicine. Presero parte al girone H, che comprendeva Bagnolese, Bari B, Cantieri Tosi (formazione di Taranto), Cotoniere Agri (che però si sciolse e non disputò neanche un partita), Gladiator (di Santa Maria Capua Vetere), Molfetta, Napoli B, Savoia (di Torre Annunziata), Salernitana, Stabiese e Taranto.

Fioravante Baldi

Il Foggia conquistò il diritto a disputare la fase finale classificandosi al primo posto del girone, con 32 punti e tre lunghezze di vantaggio sul Taranto, seconda classificata.
Da rullo compressore il ruolino di marcia dei satanelli, che vinsero ben 15 delle 20 partite disputate, pareggiandone 2 e perdendone solo 3. Impressionante anche la differenza reti, + 45, in conseguenza di 65 reti segnate e 20 subito, che fruttarono al Foggia anche il record quale miglior difesa e miglior attacco.
La vittoria più clamorosa venne conquistata sul campo del Gladiator, per 9-0. Ma più volte durante il torneo il Foggia fece registrare punteggi tennistici, allo Zaccheria che allora si chiamava Campo Sportivo del Littorio. I rossoneri si imposero per 6-0 sul Cantiere Tosi e sul Napoli B, e per 7-1 sul Gladiator.
Vinto così il proprio girone, il Foggia fu ammesso a disputare le finali nel girone B che comprendeva, oltre ai satanelli, la Spal e il Pavia. Il minitorneo venne disputato con gare di andata e ritorno che cominciarono il 28 maggio per concludersi il 25 giugno, quando il Foggia si trovò a giocare la partita decisiva, sull’insidioso campo del Pavia.
Alla vigilia del match decisivo in terra lombarda, la classifica vedeva i satanelli a quota 4 punti, assieme alla Spal. Il Pavia inseguiva a 2 punti. Il Foggia aveva battuto in casa sia la Spal (2-1) che il Pavia (3-2) ma aveva perso a Ferrara (1-3). I padroni di casa avevano dunque l’assoluta necessità di vincere, per poter aspirare ad uno spareggio.
Il Foggia si schierò con Bossi, Cerini, Del Re, Starace, Bedogni, Mussi, Labate, Silgich (che sostituiva l’infortunato Montanari), Bellotti, Baldi III e Pavanello.
Si giocò sotto una pioggia torrenziale che con il trascorrere dei minuti portò il terreno di gioco ai limiti dell’impraticabilità. I satanelli vanno subito in gol, al 2’ di gioco. Ricevuta la palla da Bellotti, Labate s’incunea verso l’area scartando il terzino avversario. L’ala rossonera lascia partire un micidiale tiro cross che finisce contro la traversa e quindi sui piedi di Pavanello appostato in area, che con un tiro ravvicinato fa gol.
La reazione dei lombardi non si fa attendere, ma il Foggia ribatte colpo su colpo. Le due squadre vanno negli spogliatoi al termine del primo tempo con il campo ridotto ad acquitrino.
All’inizio della ripresa i rossoneri tornano a farsi insidiosi con Bellotti, ma è il Pavia a pareggiare qualche minuto dopo, al 12’, quando Manazza raccoglie una corta respinta del portiere foggiano su calcio di punizione.
La rete galvanizza i padroni di casa, mentre finalmente la pioggia concede una tregua agli atleti in campo. Il Foggia si chiude nella propria metà campo. Il Pavia si rende più volte pericoloso ma il portiere rossonero Bossi, tra i migliori in campo, si supera in almeno un paio di occasioni.
“Gli uomini del Foggia – commentato il quotidiano sportivo Il Littoriale – hanno dato a questo incontro tutta la loro passione, tutta la loro tensione sommata in un intero campionato. I suoi giocatori hanno giocato con entusiasmo, con stile, non solo per raggiungere un match pari, ma per ottenere una vittoria che per poco è mancata, ma che essi meritavano.”
Potete scaricare cliccando qui il ritaglio originale del giornale.
Ironia della sorte, l’impresa dei satanelli sul campo di Pavia si rivelerà inutile, o utile soltanto ai fini statistici. Dopo qualche settimana, la FIGC deciderà infatti di allargare il numero di squadra partecipanti alla serie B ammettendo al torneo cadetto anche il Pavia e la Spal.
Ma la bella favola del Foggia inquilino dei tornei del calcio che conta era ormai cominciata.
Geppe Inserra
(1.continua)

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Author: Geppe Inserra

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