Fontana del Sele, la più bella cartolina di Foggia (di Enzo Ficarelli)

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La fontana del Sele nella foto di Bruno Caravella

Ringrazio molto l’amico Enzo Ficarelli per questo bell’articolo su quella che giustamente definisce la cartolina più bella della città: la fontana del Sele, che qualche giorno fa ha festeggiato il suo 93° compleanno. Buona lettura. (g.i.)

* * *

21 marzo 1924.
È per Foggia una data storica, memorabile indimenticabile.
In quella splendida prima giornata di primavera, arrivò l’acqua proveniente dalle sorgenti del Sele ove sgorgano impetuose alla quota di 420 metri s.l.m., da una parete rocciosa del monte Paflagone, nell’avellinese.
Il re Ferdinando II di Borbone nel 1847 nominò una commissione con l’incarico di risolvere il problema endemico della mancanza d’acqua nell’ “arsa e sitibonda Apulia”.
L’idea non produsse tuttavia esiti concreti per l’iperbolica spesa preventivata e per le innumerevoli difficoltà intraviste, apparse a tutti insormontabili.
In seguito alle pressanti richieste delle popolazioni pugliesi, stanche delle epidemie che erano costrette ad affrontare per la carenza di risorse idriche, venne bandito nel 1868 un concorso per la realizzazione di un acquedotto.
Vincitore del concorso e vero ideatore della grandiosa opera dell’acquedotto pugliese fu l’ing. salernitano Camillo Rosalba, all’epoca residente a Foggia perché funzionario del Corpo Reale del Genio Civile.

Ebbe un’idea geniale e cioè quella di trasferire in Puglia le acque delle sorgenti del fiume Sele valicando l’Appennino, con un processo di caduta che avrebbe rispettato il massimo dislivello fra punto di partenza e punto di arrivo.
Il progetto ambizioso e affascinante venne accantonato (ma ripreso molti anni dopo) perché ritenuto di difficile realizzazione oltre che costosissimo.
All’on. Matteo Renato Imbriani, eletto nel collegio di Trani, di origini napoletane, il merito di aver presentato alla Camera nel 1889 la prima proposta di legge per la costruzione dell’acquedotto, i cui lavori ebbero inizio soltanto nel 1906 con una spesa di 125 milioni dell’epoca.
Dalla fontana di Piazza di Cavour, quel 21 marzo, il primo zampillo si innalzò al cielo fino a un’altezza di 25 metri alla presenza del sacro tavolo della Madonna dei Sette Veli, portato in processione dinanzi al Pronao dal vescovo Fortunato Maria Farina.
Erano presenti autorità provinciali e cittadine, il direttore dell’Acquedotto Pugliese, Ing. Gaetano Postiglione, e una moltitudine di persone festanti e gioiose.
L’evento mobilitò le cronache dell’epoca e la Domenica del Corriere, il più diffuso e prestigioso settimanale nazionale, vi dedicò la copertina disegnata dal famoso illustratore vicentino Achille Beltrame.
L’arrivo dell’acqua trovò la sua rappresentazione non solo nella fontana del Sele ma anche in quel gioiello artistico che è il palazzo dell’Acquedotto.
Gaetano Postiglione, Presidente dell’Acquedotto dal 1923 al 1932, decise infatti di premiare l’opera ingegneristica, che aveva permesso l’arrivo dell’acqua in Puglia, con la costruzione di due edifici: uno a Bari perché sede dell’Ente, e uno a Foggia perché Direzione Compartimentale.
Fontana e Palazzo furono progettati dal ravennate Ing. Cesare Brunetti, che ha anche disegnato le Fontane Virgiliane di Piazza XX settembre, inaugurate il 28 ottobre del 1930.
L’Acqua del fiume Sele arrivò a Bari nel 1915, a Taranto nel 1916, a Brindisi nel 1918 e a Lecce nel 1927.
Nelle abitazioni di Foggia, in verità, l’acqua arrivò dopo decenni e alla vigilia del secondo conflitto erano poche quelle fornite di allacciamento idrico.
Piazza Cavour con i suoi gioielli incastonati, cara a tutti i foggiani, è il simbolo di Foggia, la più bella cartolina della città.
Enzo Ficarelli

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Author: Geppe Inserra

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