OGGI
Si avvicina la festa della donna e La7D manda in onda, stasera alle 21.30, un film di sapore femminista: We want sex di Negel Cole con Sally Hawkins, Miranda Richardson, Rosamund Pike, Andrea Riseborough, Jaime Winstone.
Ispirata a fatti realmente accaduti, la pellicola racconta la storia delle operaie addette alla produzione di macchine da cucire della Ford, nello stabilimento inglese di Dagenham. Guidate da Rita O’Grady, le lavoratrici dettero vita ad uno sciopero che richiamò l’attenzione del governo e della ministra Barbara Castle, che scese in campo a fianco delle operaie.
I fatti si svolgono nel 1968, quando i mutamenti epocali della stagione della contestazione erano ancora tutti da venire.
Ad aderire alla mobilitazione nell’industria inglese furono in 183: le operaie protestavano contro la discriminazione sessuale e per la parità di retribuzione. Pagate come operaie non qualificate, le lavoratrici attuarono uno sciopero che riuscì ad attirare l’attenzione dei sindacati e della collettività, segnando una tappa miliare nella storia del movimento operaio inglese. Un film da non perdere, anche per capire un’epoca che sembra ormai distante anni luce dalla nostra.
DOMANI
La rocambolesca storia di Nuovo Cinema Paradiso (che è possibile rivedere domani su Rai 5 alle 21.15) è esemplare dei vizi del cinema italiano e delle difficoltà che il cinema d’autore incontra nell’imporsi nelle sale. Vale la pena ricordare che Giuseppe Tornatore ha esordito come autore indipendente a tutti gli effetti. Era uno di quelli che non aveva difficoltà a girare con portandosi appresso la “pizza”, per mostrarli al pubblico delle sale d’essai.
Nuovo Cinema Paradiso venne presentato nella versione lunga (155 minuti) per la prima volta ad EuropaCinema di Felice Laudadio, nel solo anno (1988) in cui la prestigiosa manifestazione si svolse a Bari.
L’accoglienza della critica fu tiepida, quella del pubblico, quando il film uscì nelle sale, ancora peggiore, e ciò spinse Tornatore a montare una versione più breve (123 minuti, quella che vedremo domani sera), che uscì l’anno successivo, nel 1989. Ma anche questa edizione venne stroncata dalla critica e non accolta granché bene dal pubblico (forse perché non adeguatamente sostenuta dalla critica?). Salvo che a Messina, dove si ripeté il caso clamoroso che qualche anno prima si era verificato con Ricomincio da tre di Massimo Troisi, ignorato dal resto d’Italia ma accolto trionfalmente nella città siciliana, da dove avrebbe cominciato la sua marcia trionfale in tutte le sale italiane.
“Quando il film uscì nel 1988 – raccontò Tornatore – , nelle sale italiane non andò a vederlo nessuno. Gli incassi furono disastrosi, tranne a Messina, dove il film andò benissimo e non capivamo il perché. Il gestore del cinema Aurora, Giovanni Parlagreco, si ostinò a tenerlo in cartellone, invitò la gente a entrare gratis e se il film fosse piaciuto alla fine avrebbero pagato.” La morale è che il vero problema non è che un film non piaccia, ma è che quando non viene sostenuto dai media, dalla critica, la gente non va a vederlo.
Fu un trionfo, che poi si espanse in tutta Italia soprattutto dopo che, a sorpresa, al Festival di Cannes il film conquistò il Grand Prix Speciale della Giuria e la Nomination alla Palma d’Oro , trampolino di lancio per la sua definitiva consacrazione che avvenne l’anno successivo, quando Nuovo cinema paradiso si aggiudicò l’Oscar e il Golden Globe come miglior film straniero, diventando uno dei film italiani più premiati di sempre.
La storia racconta dell’amicizia tra Salvatore (interpretato da adulto da Jacques Perrin, adolescente da Marco Leonardi e bambino da Salvatore Cascio) che da grande diventerà un affermato regista, e l’anziano e scontroso proiezionista Alfredo (Philippe Noiret). Un’amicizia che nasce e si cementa, proprio attorno al cinema. Salvatore costringe Alfredo ad accettarlo come aiutante nella cabina di proiezione, passandogli durante l’esame di licenza elementare che i due si trovano ad affrontare contemporaneamente, i compiti svolti.
Una sera a causa della folla straripante nel locale, i due decidono di proiettare la pellicola in programmazione sulle mura della piazza, ma durante lo spettacolo a causa di una disattenzione di Alfredo, prende fuoco la cabina. Il vecchio rimarrà cieco e la sala, in precedenza gestita dal parroco verrà ricostruita con il nome di Nuovo Cinema Paradiso. Finalmente sarà possibile proiettare anche le pellicole che prima veniva censurate dal parroco, e per Salvatore inizierà il cammino verso la maturità, scandito dal rapporto profondo e quasi esclusivo con il cinema.
Il film è una grande professione d’amore verso la settima arte. Le citazioni si sprecano. Per tutti gli innamorati di cinema, l’opera di Tornatore è un must, una gemma preziosa.
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