OGGI
La rocambolesca storia di Nuovo Cinema Paradiso (che è possibile rivedere stasera su Rai 5 alle 21.15) è esemplare dei vizi del cinema italiano e delle difficoltà che il cinema d’autore incontra nell’imporsi nelle sale. Vale la pena ricordare che Giuseppe Tornatore ha esordito come autore indipendente a tutti gli effetti. Era uno di quelli che non si faceva problemi a girare cinema per cinema, portandosi appresso la “pizza” dei suoi film, per mostrarli al pubblico delle sale d’essai.
Nuovo Cinema Paradiso venne presentato nella versione lunga (155 minuti) per la prima volta ad EuropaCinema di Felice Laudadio, nel solo anno (1988) in cui la prestigiosa manifestazione si svolse a Bari.
L’accoglienza della critica fu tiepida, quella del pubblico, quando il film uscì nelle sale, ancora peggiore, e ciò spinse Tornatore a montare una versione più breve (123 minuti, quella che vedremo stasera), che uscì l’anno successivo, nel 1989. Ma anche questa edizione venne stroncata dalla critica e non accolta granché bene dal pubblico (forse perché non adeguatamente sostenuta dalla critica?). Salvo che a Messina, dove si ripeté il caso clamoroso che qualche anno prima si era verificato con Ricomincio da tre di Massimo Troisi, ignorato dal resto d’Italia ma accolto trionfalmente nella città siciliana, da dove avrebbe cominciato la sua marcia trionfale in tutte le sale italiane.
“Quando il film uscì nel 1988 – raccontò Tornatore – , nelle sale italiane non andò a vederlo nessuno. Gli incassi furono disastrosi, tranne a Messina, dove il film andò benissimo e non capivamo il perché. Il gestore del cinema Aurora, Giovanni Parlagreco, si ostinò a tenerlo in cartellone, invitò la gente a entrare gratis e se il film fosse piaciuto alla fine avrebbero pagato.” La morale è che il vero problema non è che un film non piaccia, ma è che quando non viene sostenuto dai media, dalla critica, la gente non va a vederlo.
Fu un trionfo, che poi si espanse in tutta Italia soprattutto dopo che, a sorpresa, al Festival di Cannes il film conquistò il Grand Prix Speciale della Giuria e la Nomination alla Palma d’Oro , trampolino di lancio per la sua definitiva consacrazione che avvenne l’anno successivo, quando Nuovo cinema paradiso si aggiudicò l’Oscar e il Golden Globe come miglior film straniero, diventando uno dei film italiani più premiati di sempre.
La storia racconta dell’amicizia tra Salvatore (interpretato da adulto da Jacques Perrin, adolescente da Marco Leonardi e bambino da Salvatore Cascio) che da grande diventerà un affermato regista, e l’anziano e scontroso proiezionista Alfredo (Philippe Noiret). Un’amicizia che nasce e si cementa, proprio attorno al cinema. Salvatore costringe Alfredo ad accettarlo come aiutante nella cabina di proiezione, passandogli durante l’esame di licenza elementare che i due si trovano ad affrontare contemporaneamente, i compiti svolti.
Una sera a causa della folla straripante nel locale, i due decidono di proiettare la pellicola in programmazione sulle mura della piazza, ma durante lo spettacolo a causa di una disattenzione di Alfredo, prende fuoco la cabina. Il vecchio rimarrà cieco e la sala, in precedenza gestita dal parroco verrà ricostruita con il nome di Nuovo Cinema Paradiso. Finalmente sarà possibile proiettare anche le pellicole che prima venivano censurate dal parroco, e per Salvatore inizierà il cammino verso la maturità, scandito dal rapporto profondo e quasi esclusivo con il cinema.
Il film è una grande professione d’amore verso la settima arte. Le citazioni si sprecano. Per tutti gli innamorati di cinema, l’opera di Tornatore è un must, una gemma preziosa.
DOMANI
Una storia intensa e potente, in cui il senso etico fa i conti con l’informazione e il diritto-dovere della denuncia. Con Insider – Dietro la verità, Michael Mann costruisce un film perfetto, che conferma come la settima arte possa essere, nello stesso tempo, strumento di ricerca della verità ma anche denuncia e opportunità di riflessione profonda.
La pellicola trae origine da un articolo apparso su Vanity Fair intitolato L’uomo che sapeva troppo, in cui veniva raccontata raccontava la vera storia di Jeffrey Wigand (nel film interpretato da Russell Crowe), che aveva rifiutato l’amore per la famiglia per salvare il mondo intero dalla dipendenza delle sigarette.
Dirigente presso una delle principali aziende di tabacco statunitensi, quando venne licenziato e la sua situazione economica si fece difficile, Wigand decise di testimoniare contro i suoi ex datori di lavoro, colpevoli di mentire sulla composizione chimica delle sigarette in commercio.
Lowell Bergman (Al Pacino) è un cronista d’assalto che prepara servizi per il famoso programma Sessanta minuti della CBS. Idealista convinto, una volta che entra in contatto con Wigand e scopre le sue intenzioni, cerca di convincerlo a concedergli un’intervista. Andare contro le multinazionali del tabacco si rivelerà per entrambi un vero calvario, fra trappole giudiziarie, minacce e ingiustizie.
Ma Bergman e Wigand non si scoraggeranno e lotteranno fino alla fine.
Il ritmo è volutamente lento, a rimarcare la situazione di malessere e difficoltà vissuta dai due protagonisti. Particolarmente efficace la fotografia dell’italiano Dante Spinotti, che si caratterizza per una forte impronta fotorealista, quasi da documentario, e che gli procurò il Nastro d’Argento nel 2000.
Ha scritto della pellicola FilmTv: “Insider non è un pamphlet, non è il solito film sociale: è un raro esemplare di grande cinema morale, di scavo atroce su quello che eravamo e quello che siamo diventati.”
Domani sera (21.05) su Iris. Film importante. Da non perdere.
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