OGGI
Film epico, ma nello stesso tempo gradevole, emozionante, acceso dalla indimenticabile colonna sonora di Ennio Morricone, Mission conquistò a sorpresa la Palma d’oro al Festival di Cannes. Scritto da Robert Bolt e David Puttnam, e diretto da Roland Joffé, il film racconta una storia di colonialismo e di sfruttamento.
Le missioni dei gesuiti in Sud America, che costruiscono comunità autosufficienti assieme agli indios, infastidiscono i coloni spagnoli e portoghesi, che non hanno più la possibilità di ridurre in schiavitù gli indigeni.
Padre Gabriel e Rodrigo Mendoza, interpretati rispettivamente da Jeremy Irons e da Robert De Niro, risalgono le cascate del fiume Iguazu per prendere contatto con le tribù indios che vivono nel cuore del Paranà. Padre Gabriel è un missionario gesuita, Mendoza, un cacciatore di schiavi che ha ucciso per gelosia il proprio fratello e che si redime grazie all’amicizia con il sacerdote. Il loro obiettivo, condiviso dai superiori, è quello di tentare di creare un sistema comunitario dove per gli indigeni sia possibile vivere senza essere sfruttati.
Ma l’ambizioso progetto dovrà fare i conti con le politiche colonialiste di Spagna e Portogallo, che porteranno alla decisione di chiudere le missioni dei gesuiti. Gli indios rifiutano di lasciare le terre di São Miguel das Missões e decidono di combattere per difenderle, guidati da Mendoza, divenuto amico di un bambino del villaggio. Si arriverà fino alle estreme conseguenze.
Oltre alla Palma d’oro a Cannes, Mission conquistò numerosi riconoscimenti: Grand Prix tecnico allo stesso Festival di Cannes; Oscar per la Migliore fotografia a Chris Menges, Golden Globe per la Migliore sceneggiatura a Robert Bolt e per la Miglior colonna sonora a Ennio Morricone.
Stasera, alle 21.10, su Rai Storia.
DOMANI
Alessandro Di Robilant è uno degli autori più interessanti e meno valorizzati del cinema italiano. Il suo ultimo film, Mauro c’ha da fare, una delle commedia più riuscite ed intelligenti degli ultimi anni, è stato presentato con successo alla ultima edizione del (compianto) Festival del Cinema Indipendente di Foggia, dove venne utilizzato anche per l’originale gemellaggio tra il festival e i centri per l’impiego della provincia di Foggia.
Particolarmente attento ai temi della denuncia sociale, il regista si caratterizza soprattutto per il suo rifiuto della sintassi e delle furbizie tipiche della fiction televisiva, che sta diventando purtroppo una sorta di spartiacque. Chi rinuncia a fare i film “come vuole la tv” viene inesorabilmente emarginato.
Domani sera su Tv2000, alle 21.05, il suo film più noto, Il giudice ragazzino, uscito nel 1994, di cui Alessandro firmò anche la sceneggiatura, mentre il soggetto era di Nando Dalla Chiesa. Racconta, con notevole impegno civile, la storia del sostituto procuratore Rosario Livatino (Giulio Scarpati) e delle sue indagini sulla sua mafia nella zona siciliana compresa tra Agrigento e Canicattì. Di Robilant approfondisce lo spessore umano di Livatino, raccontando anche la tenera relazione che ebbe con l’avvocata Angela Guarneri (Sabrina Ferilli), il cui studio legale difendeva i mafiosi.
Il giudice sarà assassinato dalla mafia, dopo che aver firmato i mandati di cattura nei confronti dei più pericolosi boss della famiglie della zona. Un film coraggioso, e fuori dagli schemi convenzionali dei film sulla mafia e sulla magistratura. Da non perdere.
Il film conquistò il Premio “L’angelo azzurro” al Festival di Berlino, mentre Giulio Scarpati ottenne il premio quale Miglior attore protagonista ai David di Donatello.
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