DOMANI
La Ciociara, in onda stasera su TV 2000 alle 21.05, è una delle migliori interpretazioni di Sofia Loren. Su L’Unità del 24 dicembre 1960, Ugo Casiraghi ebbe a scrivere: “La ciociara è il film di Sophia. Dove il dramma si fa sostanza, e carne e sangue come il positivo personaggio moraviano, è appunto nella ciociara e nella raffigurazione che ne dà la Loren: pur a volte composita nella sua bellezza, essa rende d’impeto la malizia, la semplicità, l’attaccamento da orsa alla sparuta figlioletta e soprattutto l’acre, spietata disperazione di una contadina, che la guerra ha maturato e insieme distrutto”.
Tratto dal romanzo omonimo di Alberto Moravia (ma secondo Antonello Trombadori che esalta il film come un capolavoro del neorealismo, “il racconto moraviano è stato mondato, mediante alcuni potenti colpi d’ascia, prima, e poi con un minuto e incisivo lavoro di pomice, di tutte le ramificazioni più o meno contorte e frastagliate che lo popolano”), sceneggiato da Cesare Zavattini, il film è stato girato da Vittorio De Sica.
La storia è forte, a tinte drammatiche. Per sfuggire alla guerra la giovane vedova Cesira (Sofia Loren) e sua figlia Rosetta (Eleonora Brown) si rifugiano nel paese nativo della donna, in Ciociaria. Qui Cesira conosce il giovane intellettuale antifascista Michele (Jean-Paul Belmondo) che s’innamora di lei, venendone ricambiato. Anche Rosetta gli si affeziona, ma improvvisamente Michele viene preso da un gruppo di tedeschi che hanno bisogno del suo aiuto come guida.
Cesira decide di far ritorno a Roma. Durante il viaggio lei e la ragazza vengono violentate da un gruppo di Goumier, soldati marocchini dell’esercito francese. La vicenda sembra ormai scivolare verso il dramma…
Per la straordinaria interpretazione dell’impegnativo ruolo drammatico, la ventiseienne Loren, che negli anni cinquanta si era affermata nel genere della commedia, fu consacrata a stella del cinema con la vittoria dei maggiori premi italiani (il David di Donatello e il Nastro d’argento) e internazionali, tra cui il primo Oscar assegnato ad un’attrice per un film non in lingua inglese e il premio per la migliore interpretazione femminile al Festival di Cannes.
Un film che ha fatto la storia del neorealismo e del cinema italiano. Da non perdere.
DOMANI
Bello e discusso film di Ermanno Olmi, che prende a prestito dall’ultimo Rossellini una certa idea calligrafica del cinema, per raccontare gli ultimi giorni di vita del condottiero e soldato di ventura Joanni Medici, meglio noto come Giovanni delle Bande Nere.
Ne Il mestiere delle armi, Giovanni guida le truppe pontificie che debbono contrapporsi ai lanzichenecchi luterani al comando del veterano Georg von Frundsberg, sceso in Italia con l’obiettivo di saccheggiare Roma e punire il voltafaccia del Papa, che si era alleato con Francia e Repubblica di Venezia per contrastare lo strapotere dell’imperatore spagnolo del Sacro Romano Impero, Carlo V.
Le forze lanzichenecche sono molto più numerose e per questo Giovanni adotta una strategia che consiste nel non attaccare il nemico in campo aperto, ma ritardarne l’avanzata con scorribande e schermaglie per privarlo delle vettovaglie.
Ma dovrà arrendersi di fronte ai cannoni ottenuti in dono dalle truppe imperiali grazie agli accordi politici e diplomatici tra gli emissari di Carlo V e il duca di Ferrara. Morale: il “mestiere delle armi” di Giovanni delle Bande Nere è ormai inadeguato a fronteggiare i nuovi strumenti di morte, che segnano anche la fine del medioevo: le armi da fuoco come i cannoni dell’esercito di Georg von Frundsberg, in grado di perforare le armature.
Pellicola rigorosa, filologicamente attentissima, interpretata da Christo Jivkov, Sergio Grammatico, Sandra Ceccarelli e Giancarlo Belelli, Il mestiere delle armi procurò a Ermanno Olmi un’autentica pioggia di premi e riconoscimenti: ben 9 David di Donatello (tra cui miglior film, miglior regista e migliore sceneggiatura); 3 Nastri d’argento, 2 Globi d’oro (miglior film e migliore fotografia), nomination per la Palma d’Oro al Festival di Cannes e diversi altri.
Un film da non perdere. Domani sera, alle 21.20, su Tv 2000.
Sempre domani sera, da segnalare, alle 21.10 su Paramount Channel il capolavoro di Stanley Kubrick, 2001. Odissea nello spazio e alle 21.15, su Cielo, Avere vent’anni, insolito film sul ’68 e sulla rivoluzione sessuale, del regista foggiano amato da Tarantino, Fernando Di Leo.
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