OGGI
Una storia intensa e potente, in cui il senso etico fa i conti con l’informazione e il diritto-dovere della denuncia. Con Insider – Dietro la verità, Michael Mann costruisce un film perfetto, che conferma come la settima arte possa essere, nello stesso tempo, strumento di ricerca della verità ma anche denuncia e opportunità di riflessione profonda.
La pellicola trae origine da un articolo apparso su Vanity Fair intitolato L’uomo che sapeva troppo, in cui veniva raccontata raccontava la vera storia di Jeffrey Wigand (nel film interpretato da Russell Crowe), che aveva rifiutato l’amore per la famiglia per salvare il mondo intero dalla dipendenza delle sigarette.
Dirigente presso una delle principali aziende di tabacco statunitensi, quando venne licenziato e la sua situazione economica si fece difficile, Wigand decise di testimoniare contro i suoi ex datori di lavoro, colpevoli di mentire sulla composizione chimica delle sigarette in commercio.
Lowell Bergman (Al Pacino) è un cronista d’assalto che prepara servizi per il famoso programma Sessanta minuti della CBS. Idealista convinto, una volta che entra in contatto con Wigand e scopre le sue intenzioni, cerca di convincerlo a concedergli un’intervista. Andare contro le multinazionali del tabacco si rivelerà per entrambi un vero calvario, fra trappole giudiziarie, minacce e ingiustizie.
Ma Bergman e Wigand non si scoraggeranno e lotteranno fino alla fine.
Il ritmo è volutamente lento, a rimarcare la situazione di malessere e difficoltà vissuta dai due protagonisti. Particolarmente efficace la fotografia dell’italiano Dante Spinotti, che si caratterizza per una forte impronta fotorealista, quasi da documentario, e che gli procurò il Nastro d’Argento nel 2000.
Ha scritto della pellicola FilmTv: “Insider non è un pamphlet, non è il solito film sociale: è un raro esemplare di grande cinema morale, di scavo atroce su quello che eravamo e quello che siamo diventati.”
Stasera (21.05) su Iris. Film importante. Da non perdere.
DOMANI
Tenero e disturbante, triste e struggente, molto poco politically correct, intriso di speranza e al tempo stesso disperazione. La vita è un saliscendi continuo tra lacrime e sorrisi, dolore e amore, amicizia e solitudine come suggerisce Caetano Veloso che nel film compare, in una interpretazione di Cuccuruccu Paloma che ha del sublime (potete vederla ed ascoltarla più sotto).
Parla con lei (Hable con ella, domani sera su Iris alle 21.00) è uno dei film più atipici di Pedro Almodóvar, che mai come in questa pellicola dal sapore decisamente mèlo, lascia tanto spazio ai sentimenti, talvolta buoni, talvolta meno buoni in un avvicendarsi continuo di eros e tanathos.
Benigno (Javier Cámara) e Marco (Darío Grandinetti) si incontrano casualmente ad uno spettacolo teatrale, e diventano amici. Qualche tempo dopo si ritrovano alla clinica dove Benigno lavora come infermiere, occupandosi di Alicia (Leonor Watling) giovane studentessa di danza da anni in coma. Marco si trova invece lì per badare a Lydia, torera finita in coma per un incidente occorsole durante una corrida.
Tra i due uomini nasce una profonda amicizia, non priva di contrasti…
“Costruito secondo una struttura narrativa fascinosa e rischiosa e girato con un’aderenza raffinata e disarmante alla concretezza dei corpi – ha scritto FilmTv -, il film trova il suo filo conduttore nelle voci narranti. L’amore continua a farsi e disfarsi, nelle vite solitarie che piacciono a Pedro Almodóvar, che mai è stato tanto estremo, remoto e ostinato come in Parla con lei“.
La pellicola ottenne diversi riconoscimenti: Premio Oscar per la
Miglior sceneggiatura originale a Pedro Almodóvar; Golden Globe e British Academy Film Award come Miglior film straniero, Premio César come miglior film europeo. Da vedere assolutamente.
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