Il dibattito sul foggianesimo è sempre vivo. Come si ricorderà, il neologismo si deve all’ex presidente della giunta regionale, Nichi Vendola, che con questo termine intese rimproverare, seppure simpaticamente, ai foggiani una certa tendenza a lamentarsi sempre, soprattutto in riferimento ai cugini baresi.
Nelle ultime settimane, il foggianesimo è stato riportato in auge dall’idea del sindaco di Bari che ha sollecitato a RFI l’istituzione di una corsa ferroviaria no stop, da Bari a Roma, che bypasserebbe la stazione ferroviaria di Foggia utilizzando la bretella di Incoronata, inizialmente costruita per il solo traffico passeggeri. La classe politica e la cittadinanza foggiana si sono opposte, e di qui le polemiche.
Che i baresi non abbiano mai digerito fino in fondo il ruolo della stazione di Foggia, nodo nevralgico dei trasporti ferroviari nel Mezzogiorno, è però un dato di fatto. Anzi, un dato storico.
In questi giorni sto consultando i giornali del secolo scorso, per raccontare agli amici e ai lettori di Lettere Meridiane le diverse promozioni ottenute dal Foggia, dalla serie C alla serie B. Sfogliando l’annata 1946 de Il corriere di Foggia, guardate in che articolo mi sono imbattuto: “Le solite manovre baresi – Evitare il trasferimento delle officine ferroviarie”.
L’opera di “spoliazione” della consorella barese ai danni della martoriata Foggia non può e non deve essere avallata dai competenti organi governativi, scriveva il combattivo giornale diretto da Mario Ciampi.
In settant’anni non è cambiato molto. Sempre le stesse querelle, sempre gli stessi bracci di ferro. Con la differenza sostanziale che oggi a perdere sono i foggiani.
Nel 1946, il progetto non andò in porto. Il progressivo declassamento della stazione ferroviaria di Foggia sarebbe avvenuto diversi anni dopo, raggiungendo l’acme negli ultimi decenni, anche per effetto delle diverse riforme elettorali.
Fintanto che alla Camera si votava con il sistema della preferenze e con la circoscrizione Bari-Foggia, bene o male, i deputati baresi dovevano pensarci su due volte prima di far pendere l’ago della bilancia eccessivamente a favore del capoluogo regionale.
Quando il meccanismo è saltato, per Foggia è stato l’inizio della fine. (g.i.)
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Il problema non e' fra CHI ha fregato CHI? fra chi si ingrandisce a spese di altri territori. In parte cio' e' sicuramente avvenuto. Bisogni interrogarsi anche su come OGNUNO ha lavorato nel proprio territorio, sapendolo difendere, sapendolo valorizzare, sapendo portare le istanze piu' in alto possibile. E chi non lavora nell'ottica di un interesse comune ma va in ordine sparso, anche e a volte solo con lo strumento della LAMENTELA, finisce per restare al palo. Basta vedere il caso di questi giorni del casello autostradale richiesto da TUTTI, realizzato a tempo di record e MAI aperto al traffico perche' Comune e Provincia di FOGGIA non si mettono d'accordo!! Ma si puo'??!!!
L'impianto, oggi è sempre a Foggia, si chiama Officina Manutenzione Ciclica Mezzi Leggeri ed occupa più di 300 addetti tra diretti e indiretti. Ciò a seguito di una vertenza sindacale, promossa e condotta anche da chi scrive, degli anni 92-95 che contrastò efficacemente le scelte sbagliate inserite nel PRG Benevolo, cambiate prima dell'approvazione definitiva, giungendo, con il sostegno CONGIUNTO del Sindaco Agostinacchio e del Presidente Pellegrino, ad ottenere con un investimento di circa 70 MLD delle vecchie lire di FS a firma dell'A.D. del tempo Cimoli per la diversificazione produttiva da mezzi diesel a quelli elettrici, attuata concretamente verso la fine degli anni 90. Successivamente nei primi anni 2000 sono stati svolti esperimenti positivi, promossi da chi scrive, di alternanza scuola-lavoro tra Sindacato-Trenitalia-Itis S. Altamura che hanno portato studenti nelle Officine e lavoratori nell'Itis. Successivamente alcuni studenti hanno trovato impiego proprio nella O.M.C. di Foggia dove lavorano tuttora. Ben due lustri prima della normativa sull'alternanza scuola/lavoro!