Padre Pio a Foggia: una storia da rileggere e riscoprire

La stanza di Padre Pio, a Sant’Anna

Il 17 febbraio del 1916 giunse a Foggia Padre Pio, che si trattenne per quasi sette mesi nel Convento di Sant’Anna. Accompagnato da padre Agostino da San Marco in Lamis, il futuro Santo venne accolto dal superiore dei Cappuccini della provincia di Foggia, padre Benedetto, che fu anche suo padre spirituale, e che gli pronosticò che sarebbe rimasto a Foggia per sempre. Non fu così. A settembre prese la strada di San Giovanni Rotondo, dove sarebbe rimasto fino alla fine dei suoi giorni.
Il frate giunse nel capoluogo dauno direttamente dalla sua Pietrelcina, dove per alcune settimane erano tornato presso la sua famiglia e svolto il servizio sacerdotale nella parrocchia, a causa delle sue cattive condizioni di salute.
Quando entrò per la prima volta nel Convento di Sant’Anna aveva 29 anni, ed era stato ordinato sacerdote da sei. Era stato chiamato alle armi nel novembre del 1915, ma a causa delle malferme condizioni fisiche era stato posto in convalescenza. I suoi superiori premevano perché tornasse alla vita conventuale, e in questo senso, come sottolinea padre Fortunato Grottola che ritiene molto importante, anche se non conosciuto come meriterebbe, il Convento di Sant’Anna, la parentesi foggiana è decisiva nella vita del Santo.

Padre Fortunato Grottola

Padre Grottola, coordinatore Regionale dei Gruppi di Preghiera della Puglia, racconta quell’intenso periodo in due servizi televisivi, realizzati da Teleradio Padre Pio e da Tv 2000, da cui sono tratte le notizie che seguono. Se volete vederli, potete trovare i relativi collegamenti alla fine dell’articolo.
L’arrivo a Foggia coincise dunque con la ripresa della vita comunitaria e conventuale di padre Pio che qualche settimana prima, 17 dicembre 1915,era stato visitato all’ospedale militare di Napoli, dove gli era stata riconosciuta “un’infiltrazione ai polmoni” motivo per il quale era stato inviato il licenza per un anno.
Diceva ai confratelli di essere affetto dalla tubercolosi, che però non gli venne mai diagnosticata. In realtà aveva la broncoalveolite doppia.
Nella cella posta al primo piano del Convento di Sant’Anna avvennero, secondo quanto racconta padre Grottola, diversi fenomeni.
Una sera, come faceva spesso, Padre Pio si era ritirato nella sua stanza senza cenare, in quanto non si sentiva bene.
Il frate era molto frugale, e spesso regalava ai confratelli i cibo destinato a lui. Quella sera, proprio mentre erano riuniti nel refettorio, i frati sentirono un forte rumore, ed accorsero a vedere che era successo. Trovarono Padre Pio tutto bagnato. Padre Nazareno, che lo aiutò a cambiarsi, racconta di aver raccolto delle conche di acqua. Avevano sentito un tonfo, come qualcosa che fosse caduto.
I frati ebbero paura, e cominciarono a chiedersi se dietro a quei fenomeni non vi fosse un’origine diabolica.
Un giorno che nel convento si trovò casualmente il vescovo di Ariano Irpino, mons. D’Agostino, avvenne qualcosa di straordinario. Il vescovo era stato informato dei rumori che ogni tanto giungevano dalla stanza di Padre Pio. Il padre guardiano gli aveva raccomandato di non spaventarsi se durante la notte avesse sentito quei rumori, ed aveva aggiunto che c’era in convento un santo frate che nottetempo sembrava avere delle colluttazioni con il diavolo.
La reazione del Vescovo era stata improntata ad incredulità: “Ma possibile che pensate ancora a queste cose? ma siete gente del medioevo?” Non finì la frase che si sentì nuovamente il tonfo.
I frati accorsero, e trovarono ancora una volta padre Pio immerso nell’acqua, tutto bagnato. Il Vescovo ebbe paura, e assieme al suo segretario andò via, non trattenendosi più nel convento per la notte, come aveva chiesto in un primo momento.

Raffaelina Cerase

La stanza in cui dimorò padre Pio nel convento di Sant’Anna ospita i resti mortali della serva di Dio Raffaelina Cerase, figlia spirituale del frate, deceduta a Foggia il 25 marzo 1916, quindi durante la permanenza foggiana.
Padre Pio si trovò a Foggia proprio per questa donna, che gli era molto legata e che assieme a padre Benedetto e padre Agostino, chiese alle gerarchie dei Cappuccini che padre Pio venisse a Foggia.
Con la sua figlia spirituale, che era gravemente ammalata, il frate intratteneva da tempo un profondo rapporto epistolare. Durante la sua permanenza a Foggia, si recava quasi quotidianamente a casa di Raffaella per portarle conforto, confessarla, celebrare la messa.
La sorella di Raffaella, Angela, ha raccontato di un dialogo straordinario occorso tra i due, mentre il frate confessava la donna, nell’abitazione di quest’ultima. Angela poté ascoltarlo perché i toni tra i due erano divenuti piuttosto accesi, sicché Raffaella e padre Pio parlavano a voce alta.

La Chiesa di Sant’Anna

La donna, gravemente ammalata, chiedeva il permesso di morire a padre Pio, che replicava di dover morire prima lui. Raffaellina rispondeva che essendo più grande, doveva essere lei a morire per prima.
L’appassionata discussione ebbe termine quando Raffaella propose un compromesso: sarebbe morta prima lei, ma una volta lassù, sarebbe stata proprio lei a venire prendere padre Pio.
Il periodo trascorso dal frate a Sant’Anna fu molto intenso dal punto di vista religioso. In una lettera al Padre Provinciale dell’ordine, dell’agosto 1916, qualche settimana prima del suo trasferimento definitivo a San Giovanni Rotondo, a settembre, Padre Pio scrive di aver trovato tanta gente assetata della parola di Dio a Foggia, tanto da non avere il tempo neppure di mettersi le mani nei capelli.
Erano tantissime le donne e gli uomini foggiani che si rivolgevano a lui per ottenere assistenza: un presagio di santità che cominciò a diffondersi già tra le mura del Convento foggiano.
Una pagina di storia della città che andrebbe maggiormente diffusa e valorizzata.

Il servizio a Teleradio Padre Pio:
https://www.youtube.com/watch?v=dtGXpB2-FWU
Il servizio su Tv 2000:
https://www.youtube.com/watch?v=NKVqs1mG6jk

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Author: Geppe Inserra

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