OGGI
Una storia intensa e potente, in cui il senso etico fa i conti con l’informazione e il diritto-dovere della denuncia. Con Insider – Dietro la verità, Michael Mann costruisce un film perfetto, che conferma come la settima arte possa essere, nello stesso tempo, strumento di ricerca della verità ma anche denuncia e opportunità di riflessione profonda.
La pellicola trae origine da un articolo apparso su Vanity Fair intitolato L’uomo che sapeva troppo, in cui veniva raccontata raccontava la vera storia di Jeffrey Wigand (nel film interpretato da Russell Crowe), che aveva rifiutato l’amore per la famiglia per salvare il mondo intero dalla dipendenza delle sigarette.
Dirigente presso una delle principali aziende di tabacco statunitensi, quando venne licenziato e la sua situazione economica si fece difficile, Wigand decise di testimoniare contro i suoi ex datori di lavoro, colpevoli di mentire sulla composizione chimica delle sigarette in commercio.
Lowell Bergman (Al Pacino) è un cronista d’assalto che prepara servizi per il famoso programma Sessanta minuti della CBS. Idealista convinto, una volta che entra in contatto con Wigand e scopre le sue intenzioni, cerca di convincerlo a concedergli un’intervista. Andare contro le multinazionali del tabacco si rivelerà per entrambi un vero calvario, fra trappole giudiziarie, minacce e ingiustizie.
Ma Bergman e Wigand non si scoraggeranno e lotteranno fino alla fine.
Il ritmo è volutamente lento, a rimarcare la situazione di malessere e difficoltà vissuta dai due protagonisti. Particolarmente efficace la fotografia dell’italiano Dante Spinotti, che si caratterizza per una forte impronta fotorealista, quasi da documentario, e che gli procurò il Nastro d’Argento nel 2000.
Ha scritto della pellicola FilmTv: “Insider non è un pamphlet, non è il solito film sociale: è un raro esemplare di grande cinema morale, di scavo atroce su quello che eravamo e quello che siamo diventati.”
Stasera, in seconda serata (23.40) su Rete4. Film importante. Da non perdere.
DOMANI
Diretto da Luc Besson, ed interpretato in maniera straordinariamente intensa da Michelle Yeoh, The Lady racconta la storia di Aung San Suu Kyi, una delle principali oppositrici alla giunta militare al potere in Birmania. Ha dedicato la sua vita alla lotta per la democrazia nel suo paese. Dopo aver vinto le elezioni nel 1990 e dopo l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace l’anno successivo, è stata agli arresti domiciliari per più di quindici anni, ma non si è mai arresa. Nel 1999 ha rifiutato di andare in Inghilterra per vedere suo marito che stava morendo di cancro, per paura di non poter rientrare in Birmania; non l’avrebbe più rivisto. Quando infine Aung San Suu Kyi è stata rilasciata dagli arresti domiciliari nel Novembre 2010 (proprio durante le riprese del film), non vedeva i suoi due figli, Alex e Kim, da dieci anni.
Con una narrazione intensa, The Lady sottolinea lo spessore epico della pacifica lotta della donna al centro del movimento democratico birmano.
Nonostante la distanza, le lunghe separazioni e un regime pericoloso e ostile, l’amore tra Aung San Suu Kyi e suo marito, Michael Aris, resiste fino alla fine.
È una straordinario storia di devozione e di comprensione umana sullo sfondo dei disordini politici che continuano tutt’oggi.
La stesura di The Lady ha richiesto tre anni di lavoro a Rebecca Frayn, la sceneggiatrice. Attraverso interviste con figure chiave vicine a Aung San Suu Kyi è stata in grado di ricostruire per la prima volta la vera storia dell’eroina nazionale birmana.
Sono stati proprio l’inesauribile determinazione e lo straordinario coraggio di questa donna, sola, in lotta contro un regime brutale e tirannico a spingere Michelle Yeoh e Luc Besson a portare su uno schermo il suo incredibile percorso. “Quando mi è arrivata la sceneggiatura di Rebecca Frayn nel 2007, ho pensato che non si trattasse solo di una storia d’amore e sacrifico estremamente commovente, ma che mi venisse offerto un ruolo che non potevo rifiutare”, ha detto Michelle Yeoh. “Ho sempre pensato che ci fosse una mancanza di forti personaggi femminili nel cinema”.
Domani sera alle 21.20, su RaiMovie
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