OGGI
Trent’anni dopo Ultimo tango a Parigi Bertolucci torna nella capitale francese per raccontare ai giovani di oggi cosa fu il ’68, e liberare la stagione della contestazione dall’alone di leggenda che rende più problematica la sua comprensione storica.
The dreamers – I sognatori è uscito nel 2003, mentre il film con Marlon Brando e Maria Schneider è del 1972. Paradossi della storia, in Italia Ultimo Tango fu mandato al rogo e Bertolucci privato nei diritti civili, mentre negli USA venne candidato all’Oscar. Dopo trent’anni, The Dreamers è uscito tagliato nella edizione americana per non incorrere nella censura, mentre in Italia è stato distribuito senza alcuna censura preventiva.
La trama è per così dire scabrosa, perché la rivoluzione parigina viene raccontata – come ha giustamente osservato Luca Barroccini su spietati.it – dal buco della serratura, filtrata attraverso il rapporto a tre vissuto da Isabelle (Eva Green) e Theo (Louis Garrel), fratelli gemelli, legati da un rapporto morboso che li porta a definirsi “siamesi nella mente”e l’americano Matthew (Michael Pitt), estroverso e poco incline all’utopia.
Secondo Barroccini, “più che un film sul ’68, come è stato definito, The dreamers è un film che mostra le contraddizioni di quel periodo e alla fine risulta anch’esso contradditorio. Pur trasmettendo lo spirito e le atmosfere di un’epoca, infatti, lascia la strada fuori dalla casa e si concentra sull’intimità dei giovani protagonisti, rubando, con l’usuale morbidezza, la fresca e ruspante gioventù dai corpi e dai volti.” Sarà tuttavia proprio la strada, ovvero il contatto improvviso con la ribellione del maggio, a scandire il finale di un bel film, che vale la pena vedere (domani, alle 21.00 su Iris). Memorabile la colonna sonora, molto eterogenea, composta solo da brani pop contemporanei al periodo del film o tratti da colonne sonore di precedenti pellicole. L’unico brano originale è una cover di Hey Joe, eseguita da Michael Pitt insieme ai The Twins of Evil.
DOMANI
David Lynch è un maestro nel sovvertire i canoni del cinema di genere, e lo dimostra alla grande in Velluto Blu, con Kyle MacLachlan, Isabella Rossellini, Dennis Hopper, Laura Dern, Hope Lange, che Iris mette in onda domani sera, alle 21.00.
La pellicola è un noir che si snoda su una vicenda complessa, che prende il via con il rinvenimento da parte del giovane Jeffrey Beaumont di un orecchio nel prato vicino casa sua. Il ragazzo denuncia la cosa al tenente Williams, che gli raccomanda di non impicciarsi. Per tutta risposta Jeffrey s’innamora della figlia del poliziotto, Sandy, e assieme alla ragazza prende ad indagare.
Finisce sulle tracce di una cantante di night, Dorothy Vallens (splendidamente interpretata da Isabella Rossellini), e qui cominceranno i guai.
La storia evolve via via verso l’incubo e la perdizione. Una sorta di discesa verso gli inferi che coincide con un torbido e demoniaco mondo sotterraneo, fatto di violenza, sesso, traffico di droghe e polizia corrotta che fa da contraltare alla rispettabile cittadina di provincia in cui è ambientata la storia, almeno in superficie.
Il titolo originale del film è tratto dalla canzone omonima di Bobby Vinton, cantata nel film da Isabella Rossellini in un locale notturno, lo Slow Club.
Velluto blu anticipa diversi elementi poi diventati frequenti nella filmografia di Lynch, come la presenza di donne vittime di abusi, l’aspetto torbido delle piccole città e l’utilizzo non convenzionale di canzoni d’epoca. Un film da vedere.
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