OGGI
Un film insolito, per certi aspetti “regionale” (i personaggi parlano in sardo con sottotitoli in italiano, e lo stesso titolo è dialettale: Bellas Mariposas significa Belle farfalle) , ma pieno di vivacità, di colore, di speranza. Bellas Mariposas è un bel film indipendente, girato da Salvatore Mereu e tratto dall’omonimo racconto di Sergio Atzeni pubblicato postumo nel 1996 a causa della prematura morte dell’autore.
Ambientato nel quartiere popolare e sottoproletario di Cagliari, Sant’Elia, il film racconta la giornata di due ragazze adolescenti molto amiche tra di loro: Cate (Sara Podda) e Luna (Maya Mulas).
Cate spera di fuggire dalla periferia per fare la cantante “come Valerio Scanu o Marco Carta”, ma intanto apprende che quella notte suo fratello Tonio ucciderà il ragazzo di cui è innamorata, Gigi, suo vicino di casa.
Le due ragazze vivono diverse avventure al mare e tra le vie della città aspettando l’ora fatale in cui dovrebbe compiersi il misfatto che le due vorrebbero invece scongiurare.
Tutto sembra segnato, quando nella storia fa la sua apparizione la bellissima strega, Aleni (Micaela Ramazzotti), che legge nel futuro delle persone e che cambierà improvvisamente il corso degli eventi. Bellas Mariposas è in un certo senso un film girato tutto in soggettiva: Mereu usa lo sguardo e la voce di Cate, che durante il film interloquisce con il regista, con la telecamera, dialoga con la macchina da presa.
La pellicola fece incetta di premi al Bari International Film Festival (Bif&st) aggiudicandosi il Premio Tonino Guerra (a Salvatore Mereu), il Premio Anna Magnani (a Sara Podda e Maya Mulas) e il Premio Giuseppe Rotunno (a Massimo Foletti). Da non perdere, nonostante l’orario impossibile della programmazione: alle 2.20 di domani notte, su Rai Movie.
DOMANI
Ma perché i film d’essai, i film indipendenti – anche quelli che si rivolgono ad un pubblico ampio, che non sono di nicchia, per intenderci – devono essere confinati nella programmazione della televisione di Stato ad orari impossibili?
Pulce non c’è, pluripremiata opera prima di Giuseppe Bonito, è uno di questi film. Per vederla dovete fare una levataccia oppure mettere mano al registrare, perché andrà in onda alle 5 del mattino di mercoledì su Rai Movie. Però ne vale veramente la pena.
Il film affronta – e con un approccio tutt’altro che mélo – il tema dell’autismo, raccontando la storia di Pulce (Ludovica Falda), bambina di nove anni, due occhioni accesi che ascolta solo il tango e comunica continuamente, anche se non parla. Mamma Anita (Marina Massironi) da anni cerca di rendere la sua vita migliore. Papà Gualtiero (Pippo Delbono) è un medico dall’apparenza burbera, ma si inventa ricette a base di patate da raccontare come favole alla figlia per
calmare il suo panico notturno.
Un giorno come tanti, Pulce viene allontanata dalla famiglia senza troppe spiegazioni.
Attraverso lo sguardo divagante e trasognato della sorella (Francesca Di Benedetto) Giovanna entriamo nella quotidianità di una famiglia anormale, con il suo lessico pensato per chi può solo parlare per immagini, il suo caos pieno di emergenza e amore. E senza retorica e senza patetismi esploriamo lo
scontro tra mondo adulto e infanzia, tra malattia e normalità, tra rigidità delle istituzioni e legami affettivi.
Il cast artistico è completato dalle partecipazioni straordinarie di Piera Degli Esposti e Giorgio Colangeli.
Ha scritto della pellicola FilmTv: “L’esordio dietro la macchina da presa di Giuseppe Bonito, ispirato all’omonimo libro di Gaia Rayneri, è un piccolo grande film. Una storia dolorosa, purtroppo autentica, che gli autori, con felice intuizione, fanno vivere soprattutto attraverso la sorella maggiore, costretta a barattare le incertezze tipiche dell’adolescenza con l’urgenza di crescere subito. Di “Pulce non c’è”, però, sorprende prima di tutto il cast. Da tempo un film italiano drammatico non riusciva a creare un tale equilibrio di caratteri; Pippo Delbono è un dimesso “padre-orco-o-forse-no” che recita di sottrazione per lasciare il giusto spazio alla decisa Marina Massironi, e sono bravissime le esordienti Francesca Di Benedetto (Giovanna) e la piccola Ludovica Falda (Pulce). Un’opera preziosa.”
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