Foto che parlano da sole, quelle di Bruno Caravella. Ecco com’è ridotto uno dei luoghi più importanti del passato e della storia di Foggia: San Lorenzo in Carmignano, chiesa del 1200, gioiello architettonico e monumentale del capoluogo dauno.
Dopo che per decenni l’importante bene culturale era stato lasciato a se stesso, e perfino utilizzato come deposito e stalla, qualche anno fa sono stati avviati lavori di restauro e di ristrutturazione, finanziati con i fondi PIS. Dopo la realizzazione del primo lotto, i lavori sono stati però bloccati dalla Soprintendenza ai Beni Culturali che li ha letteralmente bocciati, ritenendoli “non autorizzati, incongrui, sotto il profilo tecnico, sotto l’aspetto culturale, storico-artistico, delle teorie del restauro… nonché di estrema pericolosità per la staticità del bene…”
La realizzazione del secondo lotto è stata quindi subordinata al rispetto delle (numerose) prescrizioni dettate dalla Soprintendenza stessa.
La vicenda fu portata alla luce dal consigliere comunale Vincenzo Rizzi che nella sua denuncia sottolineava anche “lo stato di abbandono pressoché totale del bene” documentando come “la chiesa venisse utilizzata come stalla, pur essendo stati disposti considerevoli investimenti per il recupero.” (Potete leggere la storia e guardare il video girato dallo stesso Rizzi in collaborazione con Francesco Paolo Gentile cliccando qui).
Era il mese di febbraio del 2015. In due anni, non è cambiato nulla. Anzi, come le foto di Bruno Caravella denunciano senza mezzi termini la situazione è perfino peggiorata. Bloccati i lavori, il cantiere è stato lasciato a se stesso. Le recinzione che doveva metterlo in sicurezza risulta quasi del tutto divelta. Adesso è proprio allarme rosso per San Lorenzo. Grazie a Bruno Caravella per la sua sensibilità culturale, il suo impegno civile, e il suo sguardo puntuale sull’identità minacciata della nostra città.
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