Vent’anni fa, il 24 gennaio del 1997, passava a miglior vita Vincenzo Affatato, decano dello sport e pioniere del pugilato foggiano, che per merito suo ha sfornato tanti campioni e ha vinto tanti allori.
Una vita esemplare la sua, dal punto di vista umano, professionale e sportivo.
Insignito dal Comitato Olimpico Nazionale della Stella d’argento al merito sportivo, nella sua carriera di atleta, di tecnico e di dirigente, Affatato ha vinto praticamente tutto, con partecipazioni olimpiche, titoli internazionali e tricolori.
Fondatore nel 1948 della Pugilistica Foggia, assieme al dottor Alfonso Taralli (la società avrebbe assunto il nome di Pugilistica Taralli dopo la morte del medico), Affatato guidò Paolo Curcetti alle Olimpiadi di Roma del 1960. Da dirigente del sodalizio foggiano, dopo aver forgiato gli insegnanti Lorenzo Delli Carri e Carmine Fracasso (che è stato anche responsabile del settore giovanile della Federazione pugilistica) ha vissuto le epiche vicende di Gaetano Curcetti, olimpionico a Monaco nel 1972, Luciano Bruno, vincitore della Coppa del Mondo a Roma e medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984, e Salvatore Curcetti, campione d’Italia e campione d’Europa tra i professionisti.
Collaboratore del Coni di Foggia e per diversi anni delegato provinciale della Federboxe, Affatato è stato anche socio della sezione foggiana della Federazione dei Veterani dello sport.
Per chi scrive, Vincenzo è stato soprattutto un amico, e un padre. È stato lui a contagiarmi l’amore per la noble art, facendo in modo che diventassi un dirigente della Taralli, sodalizio che ho avuto l’onore di presiedere per un certo tempo.
Come ho già raccontato in una precedente lettera meridiana (che potete leggere cliccando qui) nelle tanti notti trascorse in macchina, al seguito di questo o quel pugile, Vincenzo, affabulatore nato oltre che insonne cronico, mi ha raccontato pezzo dopo pezzo la storia meravigliosa della Pugilistica Taralli.
Una storia troppo bella e troppo importante per la città, per finire nel dimenticatoio. Per questo ho deciso di raccontarla.
Comincio da un cimelio che mi è stato regalato proprio da Vincenzo: la sua tessera di iscrizione alla Federazione Pugilistica Italiana con la relativa licenza, risalente al 1942.
Si era in pieno periodo bellico. Affatato era un pugile dilettante di prima serie, e combatteva per la Gil Foggia (la Gioventù Italiana del littorio) che non era una società sportiva vera e propria, ma l’emanazione locale della organizzazione sportiva del regime fascista.
Data la guerra, l’attività agonistica vera e propria era ridotta al lumicino. L’anno dopo, con l’occupazione alleata, grazie alla ben nota passione degli americani per la boxe, l’attività riprenderà in modo anche piuttosto intenso.
Il comando alleato organizzava riunioni pugilistiche nella sala consiliare del Municipio, per tenere alto il morale delle truppe, e Vincenzo “Vic” Affatato diventò uno dei pugili che più frequentemente salivano sul quadrato allestito dagli “occupatori”. Gli toccherà incrociare i guantoni perfino con Joe Louis, il bombardiere nero.
L’interesse suscitato anche in città da quelle riunioni improvvisati si rivelò un buon viatico per la creazione della prima società pugilistica foggiana: cinque anni dopo, nel 1948, ad iniziativa di Vincenzo, sarebbe nata la Pugilistica Foggia.
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