Il “baffo” in una vecchia carta Igm |
Era nell’aria, dopo il ritorno in attività dell’ex Bivio Cervaro (o Incoronata), la bretella che consente di evitare che i treni provenienti da Caserta per Bari (o viceversa) facciano inversione nella stazione di Foggia. Ferrovie dello Stato aveva sempre assicurato che la variante sarebbe stata utilizzata soltanto per il traffico merci (scopo per la quale venne costruita, tra la prima e la seconda guerra mondiale) così come del resto previsto nell’accordo di programma sottoscritto per i lavori di realizzazione della linea ad alta capacità Napoli-Bari.
Ma i giochi si riaprono, e pesantemente.
Il sindaco di Bari, Antonio De Caro, sta per chiedere l’attivazione di una corsa “no stop” tra Bari e Roma, la cui fattibilità tecnica passa proprio per l’utilizzazione del “baffo” anche per il traffico passeggeri.
Il primo cittadino del capoluogo regionale sogna che i suoi concittadini possano andare a Roma, o farvi ritorno, in tre ore e mezza, senza fermate intermedia. La possibilità che l’idea vada in porto sono cospicue. In un articolo comparso oggi sulla Gazzetta del Mezzogiorno si parla di “un’asse cementatosi con l’amministratore delegato di Fsi, Renato Mazzoncini” utile a “superare l’impasse di sempre: il nodo di Foggia, dove il treno veloce dovrebbe utilizzare parte dei binari attualmente dedicati al traffico merci dello scalo dauno.”
“Il sindaco – aggiunge l’estensore dell’articolo, Ninni Perchiazzi – conta di far valere la considerevole portata dell’utenza giornaliera Bari-Roma e l’ultimazione dei lavori tra le stazioni di Incoronata e Cervaro.”
L’ultima parola spetta a Trenitalia, che si occupa della gestione del traffico, ma è Rfi che deve autorizzare l’eventuale transito delle linee passeggeri sul “baffo”.
In un modo o nell’altro si prospetta quel che si sta paventando da anni, il ridimensionamento della stazione di Foggia.
Ma sarà soltanto una corsa, o più? Chissà. Decaro mostra intanto di aver le idee chiare, senz’altro molto più chiare di quelle degli amministratori foggiani che da molti anni (il problema non riguarda soltanto l’attuale amministrazione, che un minimo di confronto con Fsi è riuscita ad imbastirlo) non riescono ad avere una discussione seria con le autorità ferroviarie.
È comunque singolare che mentre viene chiusa la ferrovia Foggia-Manfredonia e viene sospesa l’operatività del Frecciarossa Milano-Lecce, Bari riesce a fare la voce grossa.
“L’attuale servizio di Trenitalia fornito dai Frecciargento – si legge ancora nell’articolo della Gazzetta – prevede tre corse da Bari per Roma e viceversa, tutte con 4 fermate lunghe e un tempo di percorrenza di oltre 4 ore. Decaro quindi, intravede l’opportunità di incrementare i flussi di traffico del trasporto ferroviario proprio grazie alla riduzione dei tempi di percorrenza e concordando un orario congruo di partenza (studiato sulla base dell’andamento dei flussi). In tal modo la strada ferrata diventerebbe realmente competitiva rispetto al traffico aereo.”
Non è difficile ipotizzare che l’orario “congruo” per l’utenza barese si risolverà in una penalizzazione per l’utenza foggiana.
Curiosi, però, questi baresi: quando si tratta di accaparrarsi soldi per l’aeroporto di Bari Palese stanno là a magnificare l’importanza del trasporto aereo. Se devono invece migliorare il trasporto ferroviario, stanno a parlare di competitività con il mezzo aereo. Quando si tratta di giocare ad asso pigliatutto i nostri cugini che vivono al di là dell’Ofanto sono impabbitibili.
Per Foggia, al danno potrebbe aggiungersi la beffa. Non solo i lavori di riattamento della vecchia bretella sono stati eseguiti in deroga all’accordo di programma a suo tempo stipulato (che prevedeva il bypass, e sempre per il traffico merci, diversi chilometri più a Sud, più o meno all’altezza dell’attuale stazione di Borgo Cervaro) ma hanno comportato la realizzazione di un manufatto che condizionerà pesantemente la viabilità in una zona nevralgica del traffico urbano, ovvero il cavalcavia di via Bari.
Come dimostra la foto a fianco, proprio a ridosso del ponte è stato costruito un aggeggio di notevoli dimensioni. Si tratta di un “portale”, che, come spiegano dai tecnici, serve a delimitare e a gestire i diversi tratti della linea dell’alta tensione elettrica.
L’ingombrante manufatto non presenta rischi per le persone, ma pone una seria ipoteca sul futuro del ponte stesso. Cosa accadrebbe se infatti si volesse raddoppiarlo o allargarlo? Non si può più farlo, visto che il portale sorge veramente a pochi centimetri.
E adesso il mostro potrebbe servire a far andare i baresi a Roma più rapidamente. Come a dire che i baresi godono, e i foggiani pagano il conto.
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Purtroppo questa è l'ennessima dimostrazione di come il "baricentrismo" costituisca un freno per lo sviluppo armonioso dell'intero territorio regionale. In un territorio poi come la Capitanata che nel settore trasporti soffre per la mancanza di un'infrastruttura importante come l'aereoporto, la richiesta di De Caro appare ancora più come un affronto. Personalmente ritengo che la proposta di una linea interamente no-stop sarà di difficile attuazione perché riempire un Frecciargento con la sola utenza barese risulta impossibile, e senza un'adeguata domanda difficilmente Trenitalia sarà in grado di rientrare nei costi. Il problema per noi foggiani consisterebbe più che altro nell'istituzione di una corsa Bari – Roma che mantenga le stesse fermate attuali ad esclusione di Foggia: infatti come ben sappiamo se nelle stazioni di Barletta, Benevento e Caserta la sosta richiede due-tre minuti, nella stazione foggiana, a causa del regresso, i tempi di fermata slittano a dieci. Tale problematica riporta la necessità di una seconda stazione ferroviaria, soprattutto in un contesto dove i tempi di viaggio da Bari a Roma saranno destinati a diminuire con l'ultimazione nel 2026 (si spera) dei lavori per l'Alta Capacità ferroviaria.
Non è detto che questa notizia sia del tutto negativa. Leggo che De Caro, sindaco di Bari, facendo legittimamente gli interessi della sua città, chiede un collegamento ferroviario ulteriore verso Roma, senza fermate intermedie. Se la sua richiesta venisse accolta potrebbe forse spostare un po' di passeggeri dall'aereo al treno e quindi avrebbe senso. Se poi si trattasse di un collegamento davvero aggiuntivo rispetto a quelli esistenti, Foggia perderebbe poco.
Un punto che merita di essere maggiormente sviluppato è che De Caro chiede che il collegamento aggiuntivo salti TUTTE le quattro fermate intermedie (Barletta, Foggia, Benevento e Caserta). Sicuramente il baffo di Foggia è indispensabile per il soddisfacimento di questa richiesta, tuttavia l'ipotesi di De Caro mira ad evitare anche le altre fermate. Fermate che non davano e non danno problemi di cambio banco del treno.
Mi viene spontanea un considerazione: anche se Foggia avesse una seconda stazione fuori città, come alcuni auspicano, i treni "No Stop" non vi si fermerebbero!
Si immagina lo sgomento tra i politici foggiani se ne fosse stata già stata decisa la costruzione?
"E come sarebbe?
noi accettiamo che il baffo valga anche per i treni passeggeri,
stravolgiamo il trasporto pubblico locale,
riprogrammiamo l'urbanistica,
agevoliamo il bypass della nostra principale stazione ferroviaria,
magari ci indebitiamo pure per costruire le opere accessorie
alla nuova stazione, di cui non avevamo poi tutto questo bisogno…
e i treni neanche si fermano?"
Purtroppo la seconda stazione cela questo rischio, perchè non sta scritto da nessuna parte che una volta fatta la stazione i treni vi si fermeranno.
Ho poche speranze che si possa tornare a ragionare sulle ipotesi (almeno due, già trattate su questo blog) per rendere la stazione di "Foggia Centrale" passante per i treni che da Bari si dirigono verso Napoli/Roma (eccezion fatta gli eventuali "No Stop"). Forse non è neanche più necessario.
Io credo tuttavia che la più grande iattura per la Capitanata sia la costruzione della seconda stazione di Foggia, perchè si disperderebbe in due punti l'utenza ferroviaria dauna (che non è sottile ma neanche consistente). Viceversa, ritengo che la concentrazione dell'utenza in un'unica stazione, in cui far transitare tutti i treni che fanno fermata, sia a lunga che a breve percorrenza, possa farci fare il salto di qualità come autentico nodo di scambio di livello nazionale. Credo cioè che sia per noi vitale far confluire nella stazione di "Foggia Centrale" sia i treni provenienti da Napoli/Roma (anche se pochi) che quelli dell'Adriatica per poterci qualificare come stazione di cambio tra il basso-Tirreno e il medio-Adriatico. Se questo avvenisse, la stazione di Foggia avrebbe molti più passeggeri di quelli che è in grado di esprimere grazie ai soli residenti di Capitanata.
Un esempio secondo me significativo per illustrare le potenzialità della nostra unica stazione centrale: con la ferrovia adriatica raddoppiata e ammodernata, addirittura un collegamento tra Napoli e Rimini con cambio a Foggia sarebbe competitivo rispetto ad un viaggio con cambio a Bologna. Il napoletano diretto a Rimini verrebbe contato come “passeggero foggiano”. E per ben due volte: quando scende dal treno da Napoli nella stazione di "Foggia Centrale" e quando da qui sale su quello per Rimini. Idem al ritorno.
Credo che la dura legge della ferrovia possa riassumersi così: “i treni si fermano se ci sono i passeggeri. Se non ci sono, non si fermano.” Il compito della comunità dauna per me dovrebbe consistere nello sviluppare la stazione che abbiamo, concentrando lì l’utenza provinciale ed extraprovinciale cui possiamo ambire, al fine di raggiungere un livello di utenza sufficiente a far fermare alcuni treni a lunga percorrenza. Tutto ciò al fine di favorire le realtà economiche del territorio.
E pazienza se gli altri avranno un treno in più.
Luca79