Foggia rassegnata alla bruttezza: la vergogna di piazza Padre Pio

Statue pubbliche che vengono ciclicamente vandalizzate. Piazze che vengono oltraggiate da insane installazioni tecnologiche. Nei giardini pubblici lampioni divelti, panchine distrutte. Il bene pubblico sistematicamente calpestato, e vilipeso. E noi?
Cari lettori di Lettere Meridiane e cari amici concittadini, ammettiamolo.
Ci siamo ormai rassegnati alla bruttezza.
Dilaga. Ci avvolge. Ci sommerge.
Non ci facciamo neanche più caso.
Certe volte mi domando se Foggia – se noi foggiani – meritiamo la cosa più bella che abbiamo, quella luce impareggiabile che fa dell’ombelico del Tavoliere un posto dove i colori hanno una magia che non trovi altrove. E meno male che la luce, quella almeno, non possono vandalizzarla.
Sembra invece che viviamo in un’eterna penombra. Che ci impedisce di vedere, come fosse una cataratta collettiva.
Il peggio è che questa bruttezza colpisce i simboli della città.
Come se la città non volesse saperne di simboli, e li rigettasse.
Non è soltanto la statua dell’emigrante che torna a casa della stazione. Gli oltraggi che ha subito hanno, se non altro, sollevato una qualche indignazione.
Ma guardate nel filmato qui sotto piazza Padre Pio.
Guardate cosa resta del monumento al Santo Frate di Pietrelcina, che pure dovrebbe essere uno dei simboli della città.
Qui il vandalismo ha assunto l’aspetto dello stillicidio. Un graffito oggi, un’incisione domani. Fino a sporcare e a far scempio di tutti i diversi elementi di quella che, oltre che un’opera di testimonianza religiosa (ma la chiesa non si è particolarmente distinta nel sollecitare interventi di ripristino del decoro…) è anche una ragguardevole opera d’arte.
Che tristezza. Guardate, condividete. Indignatevi, se potete.

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Author: Geppe Inserra

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