“Mi candiderò se sarà necessario. Credo che la priorità sia quella di trovare un unico candidato alternativo a Renzi alla guida del Pd. Se sarò io va bene, se sarà un altro lo sosterrò senza problemi, farò la campagna elettorale per lui andando ad attaccare anche i manifesti, se questo sarà utile.”
Intervistato da Lucia Annunziata nella trasmissione In 1/2 ore, in onda su Rai3, Michele Emiliano spara ad alzo zero su Matteo Renzi e rilancia la richiesta del congresso, annunciando che se questa non sarà soddisfatta di potrebber arrivare perfino alla “carta bollata” e che nei prossimi giorni partirà una raccolta di firme per sollecitare il segretario ad aprire la fase congressuale.
Il programma si apre con le immagini della manidestazione di protesta inscenata dai precari della ricerca che operano nell’Istat, davanti alla sede del Partito Democratico.
La prima domanda posta da Annunziata ad Emiliano riguarda l’assenza del governatore pugliese dalle due manifestazioni, quella di Renzi a Rimini e quella di D’Alema a Roma, che ieri hanno vivacizzato il confronto interno al Pd.
Perché non è andato né all’una né all’altra delle manifestazioni?
“Forse perché ho avuto la stessa intuizione che avete avuto voi con il vostro servizio. Esiste un’Italia di cui nessuno parla, che è l’obiettivo del Pd, e spesso in queste riunioni che sono molto ben organizzate con un copione prefissato e un finale altrettanto prefissato, di questa Italia non si parla o ,se se ne parla, lo si fa in maniera collaterale, non come se fossero il centro della nostra preoccupazione.
Avevamo provato a costruire un partito che ritenesse prioritari gli interessi di quelli che non contano niente – che non sono solo i clochard o le persone che non hanno un lavoro ma alle volte anche i piccoli imprenditori o anche imprenditori medio grandi con fatturati di qualche decina di milioni di euro che però vengono travolti al primo cambiamento globale e non c’è nessuno che è in grado di difenderli – perché spesso il Pd appare il partito dei petrolieri, dei finanzieri, dei banchieri e mai di quelli che lavorano.
Ieri ero all’Aquila a partecipare ai funerali di un pugliese che faceva parte dell’equipaggio dell’elicottero del 118 che è caduto. Era il verricellista. Si chiamava Mario Matrella, aveva quattro figli meravigliosi. Ieri c’era il funerale abruzzese e ho pensato di andare lì perché non c’era nessuno che rappresentava la sua Regione. Era complicato raggiungere Roma o Rimini e, a dirla tutta, non avevo neanche la testa.”
Emiliano ha quindi illustrato la richiesta del congresso.
“Dopo la sconfitta rovinosa al referendum, che addirittura lo ha portato a dimettersi da presidente del consiglio, Renzi, anziché dimettersi anche da segretario del partito e aprire un congresso, come si fa normalmente nei paesi di democrazia occidentale, sta tirando diritto dicendo: noi abbiamo il 40 per cento, quindi non c’è bisogno del congresso, andiamo a votare subito perché c’è bisogno di un governo orientato. Solo che non è chiaro su quale programma questo Governo debba poi lavorare. E i congressi servono a questo. E ieri D’Alema gli ha detto guarda che se vai avanti senza congresso, noi spacchiamo tutto.”
Critico Emiliano anche verso l’incontro di Rimini. “Il Pd fa bene a parlare con gli amministratori locali, ma Renzi dovrebbe farlo non parlando di se stesso, o per preparare la campagna elettorale. Sarebbe stato il caso di chiedersi da dove è arrivata l’emergenza neve che ha messo in ginocchio mezza Italia. Se sia accaduto per distrazione o perché sono state distrutte le Province, il loro sistema di pulizia delle strade, perché è stata sottocapitalizzata l’Anas. Renzi è andato a Rimini per parlare di se stesso e della propria sopravvivenza politica, senza entrare nel merito dei problemi concreti degli amministratori locali. D’Alema ha fatto invece un gesto che ho apprezzato, dicendo preliminarmente di non essere della partita, ma di voler ricostruire un’idea di partito più collimante con quello che pensa.”
Ci sarà una scissione?
“La scissione parte da chi non rispetta le norme dello Statuto. Chi non sta rispettando lo Statuto in questo momento è il segretario del Partito che dovrebbe esserne il custode e il tutore. Non sta aprendo il congresso e quindi in sostanza dice: io mi faccio le liste come voglio io, distribuisco un po’ di capilista ai vari capicorrente, e con questi vado avanti. Poi poco importa se perdiamo le elezioni, se non governiamo più il Paese. L’importante è che io salvi questo investimento che ho fatto su me stesso, sui miei amici, collaboratori, e poi sono giovane, anche se perdiamo le elezioni…
Un congresso è necessario. Se il segretario lo nega, è lui che fa la scissione, non sono gli altri.
E poi il congresso si deve fare, non solo perché c’è stata la tragedia politica di cui abbiamo detto, ma perché siamo alla fine del mandato del segretario Renzi. Lui potrebbe aprire la fase congressuale dimettendosi, l’assemblea potrebbe perfino lasciarlo in carica per l’ordinaria amministrazione, e potremmo riuscire a fare questo congresso anche in tempi molto rapidi, il che ci consentirebbe di evitare di essere presi in giro dagli altri.”
Ma quanto tempo aspetterete?
“Voglio essere leale fino in fondo. La posizione assunta da Renzi è insostenibile e si può perfino arrivare alle carte bollate per fare il congresso. Perciò consiglio vivamente al segretario di iniziare immediatamente la procedura per il congresso, perché se non lo fa è in una tale difficoltà politica che rischia seriamente di uscirne azzerato, come soggetto legittimato a guidare il partito. Quindi prima cominciamo, meglio è. In quel modo ci impegniamo, io per primo, a ricostruire le ragioni del nostro stare insieme. Io non ho paura di nessuno, se sarà necessario mi candiderò, ma vorrei vivere questa fase insieme agli altri compagni di partito, come si fa normalmente.”
Che cosa significa se sarà necessario mi candiderò?
“Io sono presidente di una Regione bellissima. Ho avuto dalla vita pubblica e dalla vita politica cento volte di più di quello che potevo mai immaginare. Sono un uomo soddisfatto e non ho alcun’ansia. Se c’è un congresso, io mi auguro che ci sia un’unica candidatura alternativa a quella del segretario uscente. E se io capisco che questa candidatura può essere utile sia incarnata da me non ho nessun problema, così come non ho nessun problema a sostenere un altro candidato, se questo sarà più utile di me.
Guardi io vorrei parlare di questo direttamente con Renzi, come si usava una volta… Ma purtroppo questo non è possibile nel Pd. È incredibile come il segretario abbia disperso il patrimonio che era riuscito ad accumulare, con questa storia del referendum e fallendo tutti gli obiettivi che si era prefissato… Noi non avevamo nel programma di fare delle riforme di questo tipo. Addirittura avevamo promesso nella Carta dei valori del Pd di non fare mai riforme a maggioranza, e le abbiamo fatte. Non avevamo promesso di cambiare l’articolo 18, e l’abbiamo cambiato, Non avevamo immaginato nel programma i voucher e neanche i permessi ai petrolieri per trivellarmi la Puglia. Tutte queste cose sono state invece realizzate da una persona alla quale io e altri milioni di italiani avevo affidato il compito di uscire da un passato – quello di D’Alema e di Bersani – che volevamo migliorare e cambiare. Ma lui cos’ha fatto? Ha assunto tutte le truppe del passato, per truppe intendo gruppi d’interesse, e li ha gestiti allo stesso modo di prima.”
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