Cinemadessai | Un insolito Michele Placido alla francese, ma fa centro comunque

Michele Placido

Dopo Romanzo Criminale e Vallanzasca, Michele Placido si è accreditato come uno tra i migliori registi di gangster movie in circolazione, e non solo in Europa. La conferma giunge dal film italo-franco-belga Il cecchino, girato nel 2012. Il capitano Mattei (Daniel Auteuil) sta per arrestare una famigerata gang di rapinatori di banche, quando un cecchino appostato sul tetto di un edificio (Mathieu Kassovitz) spara contro i poliziotti, per permettere ai suoi complici di fuggire.
In seguito al grave ferimento di uno di loro, i rapinatori si trovano costretti a cambiare i propri piani, rifugiandosi presso lo studio di un medico corrotto (Olivier Gourmet).
Mentre il capitano Mattei organizza una feroce caccia all’uomo per catturare i criminali, emergono progressivamente dei particolari che connettono strettamente i destini dei tre protagonisti e dei coprotagonisti – tra cui, Anna (Violante Placido) e Nico (Luca Argentero)…
Ha detto del film Placido: “Il cecchino  è il mio Romanzo criminale francese. La genesi del film si deve al produttore Fabio Conversi, che ne ha acquistato i diritti. I due sceneggiatori (Cedric Melon e Denis Brusseaux) volevano che facessi il film perché erano rimasti colpiti, appunto, da Romanzo criminale. Considero un onore che sia stata data la possibilità a un regista italiano di girare un polar, un poliziesco di stampo francese”. Il risultato è notevole. Da vedere (o registrare, visto l’orario impossibile)… Sabato notte, alle 3.40 su RaiDue.
DOMANI
Niente fu come prima, dopo Pulp Fiction. Quentin Tarantino riscrisse tempi e metriche del film d’azione. Irruppe sula scena di Hollywood con un fragore e una potenza rivoluzionaria e visionaria, che raramente s’erano viste prime.
E si ebbe subito l’impressione che era nato un classico, uno di quei film da vedere e rivedere, e che ogni volta si lascia vedere come se fosse la prima.
Pulp Fiction intreccia diverse storie, applicando alla vicenda la tecnica della cronologia frammentata, che rappresenta uno dei “marchi di fabbrica” di Tarantino.
Il plot parte e si sviluppa da situazioni classiche: un pugile che deve perdere un incontro truccato ma lo vince e lo scagnozzo del boss che deve portare a cena la moglie del boss senza “toccarla”: da qui si generano una serie di errori che porteranno a situazioni estreme.
“Una delle cose che preferisco nel raccontare storie come faccio io – dirà Tarantino a proposito di Pulp Fiction –, è dare forti emozioni: lasciare che il pubblico si rilassi, si diverta e poi all’improvviso… boom!, voglio trasportarli improvvisamente in un altro film.”
Il cast è stellare, ed assorbì buona parte del budget a disposizione: John Travolta (le cui quotazioni erano in ribasso, e che venne rilanciato dal film), Samuel L. Jackson, Uma Thurman (che venne consacrata dalla splendida interpretazione, che le fruttò anche una nomination all’Oscar), Bruce Willis e Tim Roth.
 Samuel L. Jackson definì il lavoro con Quentin Tarantino come “qualcosa di assolutamente straordinario” e disse di  considerare il regista come “un’enciclopedia del cinema vivente”.
Il film si aggiudicò la Palma d’oro al festival di Cannes del 1994 e permise a Tarantino e Roger Avary di ottenere il premio per la miglior sceneggiatura originale agli Oscar del 1995. Assolutamente imperdibile. Domani, alle 21.15, su TvCielo.

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Author: Geppe Inserra

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