Che dire, ai cari amici di Lettere Meridiane che seguono questa rubrica cinematografica, a proposito di C’era una volta in America di Sergio Leone? Che mai come in questo caso, corro il rischio di essere di parte. Perché il capolavoro di Sergio Leone è il film che mi è maggiormente piaciuto nella mia carriera di spettatore, e ogni volta che posso lo rivedo volentieri, sempre scoprendovi aspetti nuovi.
La versione che Rai Tre presenta stasera, con inizio alle 21.15, è quella estesa che contiene 26’ di scene che furono inizialmente escluse dal montaggio iniziale, e che portano a ben 220’ la durata dell’intero film. Ma ne è valsa la pena perché le aggiunte gettano luce nuova su alcuni passaggi della storia. Il restauro e il nuovo montaggio sono stati realizzati dall’Immagine Ritrovata di Bologna, con il finanziamento di Gucci e della Film Foundation di Martin Scorsese.
Quattro anni fa la proiezione aprì il Festival del Cinema Indipendente di Foggia, e fu veramente bello guardarlo assieme ad altri fan di Sergio Leone, che conoscevano a memoria praticamente tutto il film. Ogni nuovo inserto veniva salutato da un brusio sommesso.
C’era una volta in America è il solo film di Sergio Leone la cui distribuzione si sia conclusa con un insuccesso dal punto di vista economica. Ma è il suo film più bello, più inseguito, più caparbio.
Racconta la storia dell’amicizia tra Noodles e Max e della loro ascesa nel mondo della malavita. Dopo una pesante condanna Noodles, innamorato di Deborah, riprende le redini della banda che continua a fare affari d’oro, fino a quando Max non resta ucciso in uno scontro a fuoco. Noodles si ritira a vita privata, ma trent’anni dopo riceve una lettera…
“Vero e proprio “film-testamento” di Leone – ha scritto FilmTv -, che vi riversa il suo personale amore per il cinema della grande Hollywood con un’impetuosità e una devozione assolute. Un affresco insieme epico e realistico, “mitologico” e malinconico.”
C’era una volta in America è tutt’altro che (solo) un gangster movie: è un’accorata riflessione sul tempo, sull’amicizia, sul tradimento (temi che l’accomunano a C’era una volta il West e a Giù la testa).
Sul finale che non conclude del tutto la vicenda si sono versati fiumi d’inchiostro: ma il sorriso in macchina di De Niro che si stampa sui titoli di coda è tra le cose più belle e magiche di tutta la storia del cinema.
DOMANI
Un inno al cinema. Come illusione e come sogno. La storia parallela di un ragazzo, Hugo Cabret, che si è messo in testa di portare a compimento la folle invenzione di suo padre, un automa, e di George Melies, illusionista e inventore del cinema come funzione.
Una storia densa, scelta da Martin Scorsese per professare il suo amore verso la settima arte, sostenuta da una fotografia memorabile.
In onda domani sera su Rai 4, alle 21.15, Hugo Cabret fece incetta di oscar nella edizione 2012 del Premio: Miglior fotografia, Migliore scenografia, Migliori effetti speciali, Miglior sonoro, Miglior montaggio.
Vale veramente la pena di vederlo.
Da segnalare anche la terza ed ultima parte de Il Padrino, su Paramount Channel alle 21.10.
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