L’omaggio di Rai Play a Renzo Arbore: uno Zibaldone dedicato al grande showman

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“La Rai ha inventato la televisione più bella del mondo. Perché andrà pur detto, prima o poi, che noi abbiamo fatto la televisione più bella del mondo, non se ne parla molto, perché appartiene al passato, ma noi abbiamo fatto la televisione più bella del mondo. Era più bella di quella americana, di quella francese, di quella spagnola. Meno male che esistono i documenti, e meno male che c’è Rai Play che ce li fa rivedere”.
C’è un solo uomo al mondo che può legittimamente arrogarsi il merito di aver fatto la televisione del mondo, è foggiano e si chiama Renzo Arbore.
Al “favoloso” Arbore, Rai Play, la web television on demand della Rai, dedica un ampio Zibaldone che documenta l’impatto straordinario ed innovativo prodotto dallo showman sul fenomeno globale della televisione.
Senza Arbore, la televisione mondiale non sarebbe quella che è oggi. E se in una certa stagione la televisione pubblica italiana è diventata la migliore del mondo (ed è vero), molta parte del merito va proprio a lui.
La sezione antologica (cui potete accedere cliccando qui) ripropone puntate e momenti da Speciale per voi a “Canzonissima” fino a “Quelli della notte” e “Indietro tutta”, offrendo la possibilità di scoprire o riscoprire momenti noti e meno noti dell’avventura di Arbore, “artefice  – come si legge nel sito di Rai Play – di uno dei più profondi processi di liberazione, apertura e alleggerimento della narrazione televisiva.”
Suggerisco agli amici e ai lettori di sfogliare con attenzione lo Zibaldone offerto dalla Rai. Personalmente, ci ho trovato alcune chicche deliziose, come la puntata del 29 maggio 1970 di Speciale Per Voi, trasmissione che l’anno prima aveva consentito ad Arbore di fare il suo esordio in televisione, dopo il grande successo che aveva riscosso alla radio come disc jockey in programmi come “Bandiera gialla” e “Per voi giovani”.
La trasmissione venne varata nel pieno della stagione della contestazione giovanile, e con molto coraggio Arbore inventò il format del talk show musicale in cui gli artisti scendevano tra il pubblico e si confrontavano, esponendosi a volte a critiche molto aspre.

Nella puntata di cui vi ho detto, e che potete vedere cliccando qui, due sorprese che mi hanno commosso e che confermano un’altra straordinaria qualità di Renzo Arbore, ovvero l’essere stato un talent scout per una generazione intera di grandi uomini dello spettacolo (un nome su tutti, Roberto Benigni, presente in molti episodi dello Zibaldone di Rai Play).
Durante la puntata si vede intervenire quello che si autodefinisce un giovane cantante: Lucio Dalla che non era ancora diventato…. Lucio Dalla (il successo sarebbe arrivato l’anno dopo con 4/3/1943. Il grande cantautore interviene nel dibattito per prendere le difese dei musicisti che si erano esibiti poco prima in un contest tra due musicali romani promosso da Renzo Arbore.
Mentre guardavo la trasmissione e il contest, un duo ha attirato la mia attenzione. Si erano presentati al pubblico come L’arca di Noè, ma non appena hanno cominciato il brano, intitolato Io e il vagabondo, ho capito e mi sono commosso: il giovane che cantava era Stefano Rosso, e quella puntata rappresentava l’esordio televisivo del grande cantautore romano.
Potete ascoltare il brano al minuto 19° della trasmissione, che potete vedere a questo link. Stefano Rosso canta assieme a suo fratello Ugo.
Anche piccoli episodi come questo la dicono lunga sul posto che Renzo Arbore è destinato ad occupare nella storia dello spettacolo.

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Author: Geppe Inserra

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