Gli amici e i lettori di Lettere Meridiane conoscono già la mia particolare predilezione per Cristian Agnelli, “capitano coraggioso” del Foggia, la cui caratura sportiva ed umana ho già sottolineato altre volte.
Giocatori come lui in una squadra sono indispensabili, ancora di più se indossano la fascia. A giocatori così gli puoi voler bene e basta.Perché uno che in campo dà sempre l’anima e sputa sangue e sudore fino all’ultimo minuto è un grande atleta, un grande uomo, oltre che un grande capitano.
Agnelli è uno di quei giocatori al quale le telecamere non sempre danno il giusto risalto. In novanta minuti il campo se lo fa su è giù decine e decine di volte, spesso lontano dalle inquadrature delle telecamere. E così può anche succedere che dopo che ha rincorso l’avversario per quaranta metri, è andato a chiuderlo e a proteggere la difesa, il tocco di palla con cui dovrebbe rilanciare l’azione non è perfetto. Ma i fatto è che lui ci è andato a chiudere, e ha dato l’esempio ai compagni.
Il bello di Cristian Agnelli sono certi proprio questi piccoli grandi gesti agonistici che non restano scolpiti sui taccuini dei cronisti, ma hanno un significato e un valore sportivo immenso.
L’anno scorso nella seminale play off col Lecce, allo Zaccheria, mancavano pochi minuti e ancora correva a chiudere sugli avversari, per non farli ripartire. Qualche minuto prima era stato bloccato dai crampi, e il risultato era del tutto acquisito. Capite, che tipo è Agnelli?
Prendete il primo gol del capitano quest’anno, nel derby di qualche giorno fa con la Fidelis Andria. Qualcuno ha detto che è stato un gol fortunato. Certo, se non fosse stato per l’evidente errore dell’estremo difensore andriese, molto difficilmente sarebbe stato gol.
Ma il gol è anche il frutto del grande gesto tecnico ed atletico di Agnelli, ben documentato dai tre fotogrammi che illustrano il posto, e che raccontano l’azione della rete. Guardate il primo. Agnelli è almeno a tre metri di distanza dal difensore quando intuisce che questi sta per fare un retropassaggio che potrebbe diventare rischioso.
In realtà il difensore tocca la palla con la potenza necessaria a mettere il portiere nelle condizioni di poter fare un rinvio tranquillo. Nel secondo fotogramma si nota che tra il pallone e il capitano rossonero, al momento dello scatto verso la porta avversaria la distanza è ancora siderale. Novantanove giocatori su cento si sarebbe fermati, non avrebbero continuato, avrebbero tirato il fiato. Lui no.
Prosegue come un treno, con uno scatto degno degno di un centometrista, piombando addosso al portiere, e costringendolo anche alla papera.
Non sarà un eurogol e peccato che non sia riuscito a dare la vittoria alla squadra rossonera. Ma è un simbolo importante di quell’entusiasmo e quella positività invocati dal Foggia nello splendido video girato per fare gli auguri ai tifosi. Un video che mi piace molto, proprio perché rivela uno spirito importante.
Ve ne parlerò domani.
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