“Meglio di un libro di storia, per capire l’Italia degli anni ’60 (e non solo)”. Così FilmTv definisce Il sorpasso, capolavoro di Dino Risi, che Iris manca in onda stasera, alle 21.00. Il settimanale cinematografico aggiunge: “il capolavoro della commedia all’italiana del boom, uno spaccato tanto perfetto da caricarsi di forza allegorica.”
In effetti è la potenza della storia, la sua trascinante e vigorosa forza evocativa che avvince e convince lo spettatore, travolto anche dall’intensità della narrazione e dalla splendida alchimia che si stabilisce tra i due personaggi principali, l’uno complementare all’altro: Bruno Cortona (Vittorio Gassman) quarantenne estroverso, nullafacente e un tantino cialtrone e Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant) studente universitario, timido e introverso.
I due si incontrano casualmente in un Roma svuotata per il Ferragosto, e decidono di fare un viaggio in macchina, che li porterà a vagare per diverse regioni del Centro-Nord. Per Roberto si tratterà di una sorta di rito di iniziazione, che si concluderà però tragicamente.
Il Sorpasso è unanimemente ritenuto dalla critica il capolavoro di Dino Risi, che raggiunge livelli straordinari di qualità. “Qui, il regista – scrive Wikipedia – non è colui che si pone dietro la macchina da presa e si limita a filmare il lavoro corale di una squadra di artigiani, della quale un gruppo di geniali attori fa parte. Risi concepisce personalmente i piani-sequenza, determina a tavolino i ritmi delle scene e delle battute, e, pur lasciando ampio spazio alla creatività dell’attore, decide a priori l’incisività e lo stacco di alcune di esse. Il risultato è leggero, godibile, divertente, nello stile dell’autore, ma al tempo stesso si propone come testimonianza, documentazione e denuncia, allontanandosi molto dai confini della commedia.”
Del cast fanno parte anche Catherine Spaak e Claudio Gora. Il film di Risi fu tra le prime pellicole italiane ad ottenere un successo internazionale. Come si legge ancora su Wikipedia, in America, il film “diventò un fenomeno di culto offrendo ispirazione a Dennis Hopper, il regista del cult movie Easy Rider, considerato il capolavoro (nonché il capostipite) dei road movie”; in Argentina alcuni credono che “sorpasso” significhi “spaccone”.
Uno dei migliori film italiani di sempre. Da vedere o rivedere assolutamente.
DOMANI
Un americano a Roma (domani sera, alle 22.45, su La7, è un altro dei capolavori indiscussi della commedia all’italiana e della irripetibile stagione che visse tra gli anni Cinquanta e Sessanta. La pellicola girata da Steno occupa un posto di rilievo nella storia del cinema italiano, anche perché è l’opera che consacrò il genio e l’istrionismo di Alberto Sordi.
Siamo nel 1954, e Albertone indossa i panni di Nando Moriconi, un giovanotto romano con la fissa del paese a Stelle e Strisce, che si autoproclama “americano del Kansas City”, e rinuncia alla pastasciutta a favore di certi intrugli che immagina di provenienza americana, come si vede nella celeberrima scena dei “maccaroni” che Sordi girò in un solo ciak.
Moriconi esprime, seppur portandolo alle estreme conseguenze, un sentimento piuttosto diffuso nell’Italia dell’immediato dopoguerra, in un Paese che aveva conosciuto durante l’occupazione degli Alleati, l’opulenza americana. Il resto l’aveva fatto il cinematografo, che aveva riempito le sale dei film che venivano d’Oltreoceano, facendo dell’America un paese da tanti sognato.
Proprio ad un film americano si ispira lo scoppiettante finale: come aveva visto accadere ne La 14ª ora di Henry Hathaway, il giovane minaccia un gesto estremo se non gli verrà consentito di andare in America. Il suo sogno pare finalmente avverarsi quando sul posto giunge l’ambasciatore americano a Roma, ma…
Steno riesce a mantenere una perfetta alchimia tra l’aspetto comincio della vicenda e quello satirico.
Il personaggio di Moriconi era già comparso l’anno precedente in un altro celebrato film di Stefano Vanzina (questo il nome al secolo di Steno, è il padre dei fratelli Vanzina, specializzati in cinepanettoni), Un giorno in pretura). Comparirà ancora una volta, nel 1975, nel film Di che segno sei? diretto da Sergio Corbucci.
Il soggetto e la sceneggiatura furono firmati da Sandro Continenza, Lucio Fulci, Ettore Scola, Alberto Sordi e lo stesso Steno.
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