Cinemadessai | Il Padrino II e La Dolce Vita, quando il cinema diventa un classico

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Secondo la maggior parte della critica, Il padrino – Parte II è il migliore della trilogia firmata da Francis Ford Coppola. È certamente il capitolo della saga in cui la dimensione epica e tragica del grande regista si percepisce maggiormente.
Uscì nel 1974, interpretato da Al Pacino e Robert De Niro, in forma smagliante. Se la prima parte si era aggiudicata 3 Oscar, il secondo capitolo della saga andò perfino oltre, conquistando 11 candidature e ben sei statuette: miglior film e miglior regia a Francis Ford Coppola, miglior attore non protagonista a Robert De Niro, Migliore sceneggiatura non originale a Coppola e Mario Puzo, miglior scenografia e miglior colonna sonora.
Il film è stato, tra l’altro, il primo sequel a vincere l’oscar come miglior film (secondo alcuni critici è il miglior sequel della storia del cinema) , così come la saga è stata la sola, nella storia del cinema, ad aver ottenuto più di una volta la statuetta per il miglior film: Marlon Brando e Robert De Niro sono gli unici due attori ad aver vinto l’Oscar interpretando lo stesso personaggio, Vito Corleone, rispettivamente da anziano (nel primo film, del 1972) e da giovane, il che fa di Don Vito l’unico personaggio della storia del cinema ad avere vinto due Oscar con due attori diversi. Quanti record, vero?
Il film racconta in parallelo le storie di Michael Corleone che, trasferitosi nel Nevada, deve vedersela col capitalista ebreo Hyman Roth, e di Vito Corleone, suo padre, da giovane, quando nei primi anni del novecento, getta le fondamenta del suo impero criminale.
Alla fine il giovane Michael vincerà la sua battaglia criminale, ma a prezzo degli affetti e dei ricordi.
Da non perdere. Stasera su Paramount Channel, alle 20.10.
DOMANI
Per capire cosa fosse il cinema italiano all’inizio degli anni Sessanta, basti ricordare questo: al Festival di Cannes del 1960, Federico Fellini conquistò la Palma d’oro con La dolce vita, mentre Michelangelo Antonioni ottenne il premio della critica con L’Avventura.

Se il neorealismo aveva raccontato la miseria e la distruzione anche morale provocate dalla guerra, nasceva una nuova grandissima generazione di autori che riflettevano sull’ormai incombente boom economico e sui suoi limiti.
È difficile dire qualcosa che non sia già stato detto a proposito de La dolce vita:  un classico a tutti gli effetti, dal titolo, divenuto ormai proverbiale, alla celeberrima inquadratura della fontana di Trevi, nota quanto La Gioconda, alla mitica colonna sonora di Nino Rota, è probabilmente l’opera più citata del cinema italiana, e non è un caso che Sorrentino con La grande bellezza, che è a suo modo un remake del capolavoro felliniano, abbia vinto l’Oscar (che La Dolce Vita conquistò soltanto per i costumi in bianco e nero).
Articolato in una serie di episodi tra di loro intrecciati, il film ruota attorna al personaggio di Marcello (Marcello Mastroianni), giornalista cinico e disincantato, che vorrebbe diventare scrittore. Nel cast,  Anita Ekberg, Anouk Aimée, Yvonne Furneaux, Magali Noël, Laura Betti, Enzo Cerusico, Adriano Celentano.
È certo un irripetibile esempio di come si possa racconta una città, un’epoca, un’atmosfera rinunciando alla linearità temporale, attraverso pura poesia, sospesa tra testo, immagine e musica. Eccezionale. Su Iris, domani sera, alle 21.00.

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Author: Geppe Inserra

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