Cinemadessai | Ecco Milano calibro 9, il capolavoro di Fernando Di Leo

OGGI
Fernando Di Leo non è stato soltanto un apprezzato regista. Ma anche un intellettuale che ha avuto profondi anche se talvolta burrascosi rapporti con Foggia, città in cui visse parte della sua giovinezza. Amico di Sergio Leone (pare sia stata proprio di Di Leo l’idea di “copiare” per il film Per un pugno di dollari il soggetto de La sfida del samurai – Yojimbo di Akira Kurosawa), Di Leo si specializzò nel noir all’italiana, realizzando film che fecero buoni incassi ma che furono generalmente sottovalutati dalla critica.
Fino a quando Quentin Tarantino non professò la sua stima verso il regista pugliese (“I miei debiti nei confronti di Fernando sono tanti, di passione e anche cinematografici”) propiziandone la clamorosa rivalutazione.
Stasera, alle 23.15, su Cielo, è possibile rivedere Milano calibro 9 (1972) che viene ritenuto il capolavoro di Di Leo, con Gastone Moschin, Barbara Bouchet, Mario Adorf, Frank Wolff, Luigi Pistilli. Liberamente tratto da un romanzo di Giorgio Scerbanenco, il film racconta la storia del gangster Ugo che, accusato di aver tentato di fregare il boss, è costretto a uccidere per non essere ucciso. Un ragazzo si mette dalla sua parte e lo vendica quando la sua donna lo tradisce. Il ritmo è sempre sostenuto, la suspence avvincente, la prova degli attori maiuscola. Da non perdere.
DOMANI
Quando si parla di filmacchioni, il pensiero corre inevitabilmente a pellicole come Lawrence d’Arabia, girato nel 1962 da David Lean, con un cast che definire stellare è perfino riduttivo. Peter O’Toole, Alec Guinness, Anthony Quinn e Omar Sharif danno vita ad un kolossal che alla sua uscita riuscì a mettere d’accordo la critica ed il pubblico, e che rappresenta uno dei capolavori assoluti della settima arte.

In tre ore, il film racconta la vita e le gesta del tenente colonnello Thomas Edward Lawrence, detto Lawrence d’Arabia, soldato e agente segreto dell’esercito britannico, che viene mandato tra le tribù arabe allo scopo di sostenere la loro rivolta contro l’impero ottomano.
Personaggio pieno di fascino (è anche archeologo e scrittore), dopo essere stato protagonista di audaci imprese, l’ufficiale resta profondamente affascinato dalla cultura e dalla civiltà araba, fino a diventare il capo carismatico della rivoluzione. Ma diventerà un personaggio troppo ingombrante…
Il pregio maggiore del film sta, oltre che nell’obiettivo spessore dell’avventuroso e discusso personaggio, nella capacità del regista di restituire la magia e i colori dell’Africa con riprese di straordinaria suggestione. Il film vinse la bellezza di sette Oscar (regia, film, fotografia, musica, scenografia, montaggio, suono). La colonna sonora è diventata un classico.
Domani, alle 21.10 su Paramount Channel.

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Author: Geppe Inserra

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