OGGI
Ma perché i buoni film vengono messi in onda dalla Rai ad orari impossibili? Chi ha sparso la voce che i cinefili son tutti nottambuli ed insonni? Data anche l’atmosfera natalizia, avrebbe meritato una collocazione migliore in palinsesto Racconto di Natale, capolavoro del francese Arnaud Desplechin. E invece Rai2 lo propone domani notte, all’1.15.
Il rapporto tra il cinema francese e il teatro (o, più precisamente la teatralizzazione) è stato sempre intenso, e proficuo. Dopo il suo L’amour fou (film che racconta la crisi di un rapporto coniugale durante la preparazione della messinscena dell’Andromaca di Racine), che uscì nel 1969, Jacques Rivette affermò che “Tutti i film sono sul teatro, non esiste altro soggetto”. Considerazione che si addice perfettamente, come ricorda Giulio Sangiorgio su FilmTv, a Racconto di Natale, il cui palcoscenico è però la famiglia “regina delle finzioni, luogo in cui gli affetti sono costretti, in cui i sentimenti si dibattono tra il sincero e il coatto, indecisi tra l’amore dovuto e quello sentito, il detto e il non detto.”
Quest’atmosfera avvolge e contagia il film, intenso come non mai, tormentato e coinvolgente, a tratti disturbante. Junon (una grandissima Catherine Deneuve, Premio speciale al 61º Festival di Cannes) apprende di essere stata colpita da un tumore. Per salvarsi, avrebbe bisogno di un trapianto di midollo d’osseo. In occasione del Natale, convoca la sua famiglia, nella speranza di poter trovare un donatore compatibile tra i suoi figli. Ma esplodono tanti conflitti rimasti per anni inespressi e sepolti. C’è molta teatralizzazione nella recitazione corale, ottimamente diretta da Desplechin, merito anche di un cast d’eccellenza che vede Catherine Deneuve assieme a Jean-Paul Roussillon, Anne Consigny e Mathieu Amalric.
Un grande, grandissimo film.
DOMANI
“Meglio di un libro di storia, per capire l’Italia degli anni ’60 (e non solo)”. Così FilmTv definisce Il sorpasso, capolavoro di Dino Risi, che Iris manca in onda domani sera, alle 21.00. Il settimanale cinematografico aggiunge: “il capolavoro della commedia all’italiana del boom, uno spaccato tanto perfetto da caricarsi di forza allegorica.”
In effetti è la potenza della storia, la sua trascinante e vigorosa forza evocativa che avvince e convince lo spettatore, travolto anche dall’intensità della narrazione e dalla splendida alchimia che si stabilisce tra i due personaggi principali, l’uno complementare all’altro: Bruno Cortona (Vittorio Gassman) quarantenne estroverso, nullafacente e un tantino cialtrone e Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant) studente universitario, timido e introverso.
I due si incontrano casualmente in un Roma svuotata per il Ferragosto, e decidono di fare un viaggio in macchina, che li porterà a vagare per diverse regioni del Centro-Nord. Per Roberto si tratterà di una sorta di rito di iniziazione, che si concluderà però tragicamente.
Il Sorpasso è unanimemente ritenuto dalla critica il capolavoro di Dino Risi, che raggiunge livelli straordinari di qualità. “Qui, il regista – scrive Wikipedia – non è colui che si pone dietro la macchina da presa e si limita a filmare il lavoro corale di una squadra di artigiani, della quale un gruppo di geniali attori fa parte. Risi concepisce personalmente i piani-sequenza, determina a tavolino i ritmi delle scene e delle battute, e, pur lasciando ampio spazio alla creatività dell’attore, decide a priori l’incisività e lo stacco di alcune di esse. Il risultato è leggero, godibile, divertente, nello stile dell’autore, ma al tempo stesso si propone come testimonianza, documentazione e denuncia, allontanandosi molto dai confini della commedia.”
Del cast fanno parte anche Catherine Spaak e Claudio Gora. Il film di Risi fu tra le prime pellicole italiane ad ottenere un successo internazionale. Come si legge ancora su Wikipedia, in America, il film “diventò un fenomeno di culto offrendo ispirazione a Dennis Hopper, il regista del cult movie Easy Rider, considerato il capolavoro (nonché il capostipite) dei road movie”; in Argentina alcuni credono che “sorpasso” significhi “spaccone”.
Uno dei migliori film italiani di sempre. Da vedere o rivedere assolutamente.
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