Buoni a nulla è il terzo film di Gianni Di Gregorio, autore approdato al grande schermo in età relativamente matura, ma che subito riuscì a colpire favorevolmente critica e pubblico per il garbo e la tenera ironia della sue commedie.
A rivelare il suo estro fu Pranzo di Ferragosto, uscito nel 2008 con cui vinse il David di Donatello per il miglior regista esordiente, cui seguì nel 2011 Gianni e le donne.
Buoni a nulla è del 2014, e come le prime due pellicole è in parte autobiografico, come ha ammesso lo stesso regista in alcune interviste. Il film racconta la storia di Gianni, un uomo calmo e un tantino superficiale, sfortunato e preso di mira dalle ingiustizie dei colleghi, della pretestuosa ex moglie e della vicina di casa.
Il solo collega con cui Gianni stabilisce un buon rapporto è Marco, un uomo buono e docile, innamorato della collega Cinzia, più giovane di lui, che lo illude. I tre stringono amicizia tra di loro, e imparano a farsi rispettare da tutti.
Ottenne al Globo d’oro 2105 la Nomination come Migliore commedia e come Migliore attore (Gianni Di Gregorio). Stasera, alle 23.20, su Rai2.
DOMANI
Fernando Di Leo non è stato soltanto un apprezzato regista. Ma anche un intellettuale che ha avuto profondi anche se talvolta burrascosi rapporti con Foggia, città in cui visse parte della sua giovinezza. Amico di Sergio Leone (pare sia stata proprio di Di Leo l’idea di “copiare” per il film Per un pugno di dollari il soggetto de La sfida del samurai – Yojimbo di Akira Kurosawa), Di Leo si specializzò nel noir all’italiana, realizzando film che fecero buoni incassi ma che furono generalmente sottovalutati dalla critica.
Fino a quando Quentin Tarantino non professò la sua stima verso il regista pugliese (“I miei debiti nei confronti di Fernando sono tanti, di passione e anche cinematografici”) propiziandone la clamorosa rivalutazione.
Domani notte, alle 23.15, su Cielo, è possibile rivedere Milano calibro 9 (1972) che viene ritenuto il capolavoro di Di Leo, con Gastone Moschin, Barbara Bouchet, Mario Adorf, Frank Wolff, Luigi Pistilli. Liberamente tratto da un romanzo di Giorgio Scerbanenco, il film racconta la storia del gangster Ugo che, accusato di aver tentato di fregare il boss, è costretto a uccidere per non essere ucciso. Un ragazzo si mette dalla sua parte e lo vendica quando la sua donna lo tradisce. Il ritmo è sempre sostenuto, la suspence avvincente, la prova degli attori maiuscola. Da non perdere.
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