Foggia Slow Time (di Bruno Caravella) |
Franco Eustacchio Antonucci prosegue la sua analisi dei diversi parametri che compongono l’annuale classifica delle qualità della vita compilata dal Sole24Ore, che colloca la Capitanata al 98° posto, ovvero in una posizione tutt’altro che invidiabile. Perché una provincia, pur così ricca di potenzialità e di risorse, annaspa nei bassifondi della graduatoria elaborata dal quotidiano economico e finanziario?
Antonucci cerca di rispondere – assieme agli amici e lettori di Lettere Meridiane che stanno animando la discussione avviata dai suoi articoli – rivolgendo uno sguardo più approfondito ai diversi indicatori che contribuiscono poi alla classifica finale, e che disegnano così le luci e le ombre della Capitanata.
Antonucci rilancia con indubbia suggestione e coinvolgente efficacia l’idea di un URBAN CENTER per Foggia, inteso come luogo e laboratorio privilegiato di discussione e di partecipazione (ma anche qualcosa in più…). È sintomatico che segnali la necessità che questa iniziativa veda protagonisti i giovani. Senza giovani, non c’è un futuro per la Capitanata. Sono del tutto d’accordo con lui.
Alla fine dell’articolo trovate i riferimenti a quelli precedenti. Buona lettura.
Continuo con il mio personale Gioco dell’oca di Capitanata, e osservo subito che alcuni degli interventi più sconsolati che seguono le mie sollecitazioni, in parte ironiche, provengono da alcuni giovani che, come da ogni parte ormai succede, non credono più soltanto alle vuote parole.
Caro Architetto MP, capisco che il tuo disagio comune a tanti giovani come te (presumo), proveniente dal discutere senza avere in mano fatti concreti, lasci il tempo che trova. Però non siamo politici, e nemmeno amministratori, che potrebbero, se vogliono, passare dalle parole ai fatti. Io e te siamo semplici persone, che possono sventolare solo parole, perlomeno sforzandoci che siano indirettamente efficaci.
Parole che possano convincere non solo i manovratori del treno, ma anche i numerosi e spesso troppo ignari viaggiatori, che si lasciano trasportare solo in ragione di un biglietto pre-obliterato.
Importante, nel nostro caso, è che almeno qualche “media” sensibile ospiti le nostre considerazioni, trasformabili in idee. Come sta gentilmente facendo “letteremeridiane”, con una “continuità” inaspettata e sorprendente.
Caro Architetto MP, ti chiedo addirittura di aiutarmi, se vuoi, in questa mia difficile operazione, perché è più facile che siano proprio i giovani ad esprimersi in merito, più efficacemente risollevando la nostra situazione collettiva dalla rassegnazione e dalla indignazione conseguente, sollecitando il manovratore per viaggi più piacevoli.
Anche le città devono prendere maggiore consapevolezza in tutto questo, soprattutto nei confronti di una diversa attenzione alla popolazione giovanili. Anche offrendo loro luoghi urbani adeguati, perché possano ritrovarsi in modo più diffuso, più vario e confacente allo loro nuove esigenze. Per prendere maggiore consapevolezza confrontandosi. Come a scuola non si impara.
Superando la ristretta sopravvivenza dei loro incontri confinati solo in pochi luoghi suggestivi, ma non pensati per loro. Magari da loro conquistati in modo silente. I Giardinetti di Piazza Italia, o nella piazzetta della Cattedrale a Foggia.
E così come nelle altre città della Pentapoli di Capitanata.
Credo addirittura che le città di Capitanata debbano attivarsi in uno loro specifico ed inedito Piano di “rigenerazione delle Piazze urbane”, magari con la suggestiva dizione aggiuntiva delle “nuove Piazze urbane dei Giovani“. Con buona pace dei cittadini residenti.
Mi ritrovo spesso ad immaginare un secondo Piano “URBAN”, di nuova generazione, per il ridisegno dei vari “spazi pubblici” urbani in genere (oggi nuovamente in discussione). Non come oggetti di semplice decoro urbano, asettico, ma per nuovi luoghi dei giovani. Più dinamici.
La graduatoria del Sole24ore sulla qualità della vita mi sembra che abbia un riferimento implicito anche rivolto al giovani, quando il particolare sub-parametro della “cultura, tempo libero, partecipazione” denuncia la Capitanata al 98/110 posto. (!). Un parametro di evidente pertinenza giovanile.
Evidentemente la posizione di questo settore particolare denota, per proprietà transitiva, una insufficiente attenzione della Capitanata nei confronti dei Giovani.
Le sale cinematografiche in genere (e specializzate in particolare), dicono che la Capitanata occupa un posto di fondo (92/110). Segno di un’attività culturale specifica non particolarmente vivace. Letteremeridiane sta facendo una felice campagna di sensibilizzazione in questo caso.
Anche con eventuale riuso di tali luoghi per coerente attività di intrattenimento giovanile parallelo.
Le Librerie in Capitanata si attestano, invece, in una media posizione della Graduatoria. Si tratta di un rallegrante 57/110. In tale circostanza gioca a favore, evidentemente e in buona misura, la Biblioteca provinciale di Foggia, fino a ieri (o ancora oggi) in bilico.
Al proposito potrebbe anche essere immaginato un miglioramento funzionale e più flessibile di tali strutture, offrendo ai giovani spazi di incontro paralleli alla lettura e consultazione. Più informali di quelli provenienti da una unica e sola Sala conferenze, e semplice Bar annesso. Sale di intrattenimento, Sale ascolto musica, etc.
La Capitanata, ancora, non offre molto in termini di spettacoli/ eventi (posizione 87/110), o, addirittura di “Bar e Ristoranti” (con una posizione relegata a 99/110). I Bar che conosciamo in massima parte sono del tipo “scappa e fuggi”.
L’indice di “sportività” è basso (97/110) (!). Eppure a Foggia c’è l’ISEF. Evidentemente non esistono sufficienti strutture pubbliche “aperte” allo sport “libero” per i Giovani. Mettere a loro disposizione le palestre scolastiche e le attrezzature sportive in genere, con annessi e nuovi spazi di intrattenimento e confronto, è sembrata essere da sempre una interessante iniziativa, ma mai attuata. Magari garantendo il corretto uso pubblico di tali strutture attraverso Associazioni sportive, culturali ed altro.
La “partecipazione”, dulcis in fundo, è da tempo la voce più importante e carente al tempo stesso, in termini assolutamente generali della vita nazionale e della Capitanata in particolare. La “partecipazione” convenzionale, di cui a tutti i livelli si parla, è bugiarda rispetto al vero e sincero “incontro” tra la Politica e la Cittadinanza. È il perdurante inganno del presunto incontro tra le parti.
Occorre ristabilire nuovi modelli partecipativi, generali e particolari. In quest’ultimo caso si pensa, in modo assolutamente nuovo e mai del tutto concepito, alla “partecipazione giovanile” come esigenza di vero futuro. Visto che è la nuova generazione a dover maggiormente sopportare gli imprevisti del “futuro”.
Sembra ritornare spontaneo e pertinente (a fagiolo), a questo punto, il tema dell’URBAN CENTER, come luogo centrale e determinante per una “partecipazione” innovativa, senior e junior, capace di riportare l’intera questione urbana e poli-urbana (problema di Capitanata) alla globalità, nel contempo operando i giusti aggiustamenti tra presente e futuro. Di conseguenza sollevando verso l’alto (per quello che importa in termini di sola immagine) ogni prossima Graduatoria di Capitanata, pur intesa come semplice indice di fenomeni che si succedono e dei suoi relativi impegni collettivi.
Parafrasando una felice frase del Papa mi viene spontaneo concludere : “Come mi piacerebbe un URBAN CENTER giovanile per i Giovani”.
Continua…
Eustacchiofranco Antonucci. 19-12-2016
Ecco i collegamenti agli articoli precedenti:
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