Antonucci: per crescere la Capitanata deve cambiare registro

La recente Graduatoria del Sole24ore sulla “qualità della vita” delle “province italiane” pone la Provincia di Foggia al centoduesimo posto (102/110) della classifica nazionale. Al disotto della media nazionale, con 382 punti, come ha evidenziato letteremeridiane.com in una sua interessante segnalazione, fornendo utili indicazioni per approfondimenti nei singoli settori di indagine.
Credo comunque che i primi a dover esaminare attentamente le rispettive componenti delle singole sub-classifiche, debbano essere gli Amministratori pubblici, riconsiderando la conduzione e la politica dei loro Enti ed Organismi, con l’intento di incidere sui dati negativi perché crescano. Singolarmente e contestualmente rispetto al tutto.
Con logica, quindi, non puntualizzata (anche), ma tesa alla ricostruzione di una strategia complessiva provinciale, “di sistema”, secondo modelli di sviluppo fluidi, dinamici, mai fermi, secondo processualità continue, sempre riferite alla unità provinciale globale.
Occorre, in ogni caso, ritornare su una considerazione, più volte ripetuta, che è incentrata sulla particolare conformazione della provincia di Foggia, la quale incide negativamente sulla varie Graduatorie nazionali delle Province italiane, che si inseguono di continuo, nei vari settori dell’intero contesto nazionale.
La Provincia di Foggia mostra una sua particolarità essenziale che la differenzia dal tutto, caratterizzata da un forte sistema “poli-urbano”, assolutamente originale rispetto alle altre province italiane, che sono in massima parte costituite da una sola città capoluogo forte ed un diffuso sistema di contorno, costituito da tanti piccoli Abitati a stretta vicinanza.

La Capitanata, invece, è costituita da cinque/sei e più città di consistenza rilevante (la cosiddetta Pentapoli/Esapoli non è solo una romantica fantasia), che sono tra loro poste ad una distanza reticolare notevole (20/30 km), secondo una maglia regolare dilatata (radiale/anulare) in una immensa pianura e territorio collinare/montano. Siffatto assetto territoriale suggerisce, più che solo ipotesi fantasmagoriche, anche diverse e più funzionali organizzazioni territoriali, con equilibrio di strutture di eccellenza sovra-urbana, opportunamente dis-locate sul territorio, riportato alla sua visione unitaria (senza doppioni campanilistici). E  contestuale mantenimento, anzi valorizzazione, delle rispettive identità urbane singole. Perché la Capitanata ha la fortuna di essere una ricca confluenza storica di culture diverse, che non devono essere oggetto di perdurante competizione, ma risorsa coesa proiettata nel futuro.
Questa struttura provinciale complessa (diversa dalle altre) in un certo senso falsa i contenuti reali della propria posizione nelle Graduatorie nazionali delle province italiane. Che sono tutte costituite da mono-città capoluoghi provinciali, tranne una, la Capitanata, abbondantemente poli-urbana.
Può darsi che i dati negativi di una sola città si riverberino sulla media della intera provincia, come è anche possibile che i dati positivi di una città si diluiscano nel tutto. Resta comunque il fatto di un valore generale provinciale medio generalmente basso, che va risolto singolarmente, ma anche collegialmente, al livello della intera provincia.
Da tempo vado dicendo che la Provincia di Foggia (rediviva) avrebbe potuto fare tanto rispetto al suo potenziale modello policentrico provinciale, grazie anche ad un PTCP – Piano territoriale di coordinamento provinciale, solo di qualche anno fa e di ottima fattura, che, in particolare, ha riconosciuto i prodromi di una interessante Esapoli, senza entrare in merito alla sua pre-fattibilità.
Lo stesso PTCP ha inventato i POI – Piani operativi integrati, che, così come in effetti applicati nel “particolare” (POI del Corridoio ecologico del Cervaro – POI delle Aree peri-urbane foggiane e delle Borgate rurali), avrebbe potuto attivare un POI più generale del potenziale sistema poli-urbano vasto, Esapoli/Pentapoli, individuando un modello di “economia poli-urbana territoriale” più efficiente.
Se vogliamo che, al di là del grande numero, la complessa Provincia di Foggia si rappresenti in modo più organico complessivo nelle prossime graduatorie nazionali delle Provincia italiane – sulla qualità della vita ed atro -, occorre, ritornare, ancora una volta (spero di non essere diventato noioso su questo argomento), all’ipotesi del “progetto di territorio” unitario. Esaltiamo la moltiplicazione e non la sola sommatoria degli effetti.

QUALITÀ DELLA VITA – Prima disaggregazione delle componenti.
Reddito, Risparmi, Consumi :                   98    (!!!!!)
Affari, Lavoro, Innovazione :                     94.   (!!!!)
Ambiente, Servizi, Welfare :                      91.   (!!!)
Demografia, Famigli, Integrazione :          61.    (!)
Giustizia, Sicurezza, Reati :                      79.   (!!)
Cultura, Tempo libero, Partecipazione :    98.   (!!!!!)

Scorrendo i dati forniti dal sole24ore saltano agli occhi alcuni elementi che sorprendono. Ne dico uno per tutti, piccolo piccolo. Sembra che la Provincia di Foggia sia povera di Strutture per Asili nido e simili (!?)
Eustacchiofranco Antonucci. 13-12-2016

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Author: Franco Eustacchio Antonucci

2 thoughts on “Antonucci: per crescere la Capitanata deve cambiare registro

  1. È un'ottima analisi. Non si può parlare di Capitanata in modo identico ad altre province: essa rappresenta più un unicum per ragioni geografiche, culturali, politiche… Ciò non toglie che bisogna prendere comunque atto delle criticità presenti, con lo spirito di creare un sistema provinciale più compatto, valorizzando le eccellenze già presenti e migliorando i settori con deficit maggiori, impegno che solo una classe politica locale, ispirata da una logica di coesione e unitarietà, potrà portare a compimento, riportando la Daunia agli splendori di un tempo, come terra di incontro e confluenza tra culture.

  2. Molto interessante. Posso ipotizzare che sia calibrata sul sistema di classificazione adottato dal Sole24Ore. Io, però, ne proporrei un'altra diversa. Vieste, ad esempio, non fa parte della pentapoli/esapoli, ma cio non significa che non abbia rilevanza nel ragionamento e nei dati.
    La provincia di Foggia ha tre territori distinti: La zona collinare e montana del Subappennino, la fascia del Tavoliere, il promontorio del Gargano. I primi due sono più connessi e integrati, e anche dal punto di vista delle distanze, sebbene alcune località abbiano collegamenti pessimi,distano tutte meno di un'ora dal capoluogo e spesso non più di mezz'ora da cittá importanti quali Lucera, San Severo, Cerignola.
    Vieste, invece (ma si potrebbe dire anche Rodi, Ischitella, Peschici, Cagnano, Lesina, Mattinata, Monte Sant'Angelo, … Sono distanti dal capoluogo, ma l'estate diventano esse il Capoluogo reale.
    San Giovanni Rotondo fa parte dell pentapoli/esapoli.
    Nessun progetto può prescindere dal Gargano. I singoli enti locali non hanno dimensioni di scala, tecnostrutture e visioni di respiro ampio da spendere.
    La Comunità Montana é stata giustamente chiusa perché non ha mai saputo assolvere a tale ruolo (essendo diventata nel tempo il refugium dei trombati delle singole realtà politiche locali che la componevano, protesi al gettone e agli "accordi" politici per improbabili rilanci nei propri territori piuttosto che a un vero protagonismo su un'area vasta.
    Il Parco ha preso da tempo la discesa della Comunità Montana. La Politica nel suo insieme da tempo si occupa di carriere. Manca un luogo e un soggetto per interconnettere il Gargano al resto della Capitanata.

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