“Purtroppo non posso votare con i manfredoniani, ma ti prego di esprimere a nome mio il mio no.” Nemmeno io posso votare, oggi, per esprimere la mia opinione sul mega-deposito di Gpl che la Energas vorrebbe costruire a Manfredonia, ma unisco volentieri il mio no a quello di Florian Lettl.
Gli sono diventato amico grazie a Manfredonia, al comune amore verso la città sipontina che ci lega, e al ricordo di suo padre Wolfgang Lettl, straordinario artista che fu profondamente legato a questo lembo del Gargano, tanto da trascorrere molta parte della sua vita nella sua villetta, a Sciale degli Zingari.
Se si guarda il golfo di Manfredonia dal litorale degli Sciali si gode di un panorama di una bellezza che toglie il fiato: uno spettacolo che regala incanto, e che ti fa capire perché Wolfgang Lettl amò così tanto questa terra e la dipinse in colori e tonalità che riescono a dare conto in modo impareggiabile di quella luce che l’artista ritiene si trovi a Manfredonia, sul Gargano, più che in ogni altra parte del mondo.
Florian allega alla mail in cui mi autorizza a dichiarare il suo “no” al deposito Energas, l’immagine di un quadro di Wolfgang Lettl, che farà parte, assieme a molte altre opere della mostra che la città di Manfredonia dedicherà l’estate prossima all’artista tedesco.
È una tipica rappresentazione del surrealismo di Wolfgang Lettl che purtroppo si addice particolarmente a Manfredonia, città che in passato ha già conosciuto disastri ambientali, e che per questo non vuol correre il rischio di conoscerne altri.
Cristo viene immolato sull’altare della industria, della produzione, di un’economia che produce soltanto rifiuti, desolazione, grigiore, che nega il colore e la luce.
Ecco perché il no è sacrosanto.
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