Ho sentito che il Casello autostradale FOGGIA Incoronata aprirà, forse, a fine novembre, assieme al Centro commerciale GrandApulia. Sono contento per entrambi, perché sono due segnali forti per la città e per l’intera Capitanata. Entrambe in crisi di “marginalizzazione” endemica.
Ma non posso sottacere una soddisfazione più stuzzicante per l’apertura del Casello autostradale, su uno dei canali dorsali adriatici più importanti nell’intero sistema autostradale italiano. Anche perché dischiude un nuovo livello urbanistico generale dell’intera Capitanata.
È prima di tutto il Casello della Zona industriale ASI Incoronata, quindi per una maggiore e diretta funzionalità della più grande Area attrezzata provinciale e oltre (circa 640 Ha di Area industriale). Ma diventa un momento di ulteriore e più straordinaria espansione ideale ed operativa, al tempo stesso, della scala urbanistica generale, se consente di immaginare e trasportare la più grande Area industriale urbana-territoriale, verso una nuova “figura urbanistica”, urbana e territoriale, che è quella del tanto auspicato “Parco di attività”.
Una nuova entità, che ribalta l’ormai superata “zonizzazione razionalista” della visione urbanistica generale e particolare, secondo la quale le “Zone industriali”, erano, tempo fa, aree reiette, al limite dell’urbanità pura. Viceversa le nuove logiche urbanistiche, anche loro “integraliste” nella nuova ottica contemporanea, hanno cambiato rotta, coinvolgendo ogni funzione e destinazione urbana o territoriale in un unico mix a scale diverse (interscalarità).
Il “Parco di Attività” non ha più nulla di estremamente e rigidamente specializzato. È un nuovo “insieme urbano” dinamico, che incastra flessibilmente tra loro le funzioni tradizionali di Area attrezzata di base, quindi funzioni urbane allargate, funzioni di effetto territoriale, di andata e ritorno alle medie e lunghe distanze, funzioni di eccellenza di vario tipo, che non conciliano con il requisito localizzativo puro e semplice. Comprese le residenze di stretta relazione alle destinazioni produttive-funzionali. Nonché funzioni produttive di vario tipo, possibilmente secondo filiere, verso città e verso territorio, fino ad ottenere un giusto equilibrio urbano-produttivo generale, che diventa sempre più paritario rispetto alle omologhe ed antiche vocazioni prettamente urbane. Anche riportando la categoria di “industriale” all’interno del più grande concetto di “produttivo”. (Possiamo considerare “industriale” più lontano dalla urbanistica umanizzata, a differenza di “produttivo”, che è più malleabile nella pratica urbanistica generalizzata).
Una specie di “omologazione” del “Parco di attività” simil Quartiere urbano, che, finalmente, partecipa più attivamente alla intera dinamica della città. Il suo rapporto con il territorio è, a sua volta, anch’esso salvo. Nel senso di svolgere, in tal caso, un particolare ruolo di intermediazione tra territorio aperto e la città centrale e viceversa. Ovvero con le multi-città nel caso molto speciale della Capitanata, dove la struttura territoriale non è quella di una sola città centrale. Quindi in una sua più originale configurazione, originaria e complessa, di struttura poli-urbana, poli-strutturale, poli-culturale.
La nuova Area Attrezzata Incoronata, fino ad oggi segregata, si veste di nuovo e di più variopinto, e così la città, con la quale percorrerà una nuova compagnia, mano nella mano.
Non è più soltanto un “detrattore urbano” da nascondere. Come tutte le Aree industriali di qualche decennio fa. I nuovi “mix urbani e territoriali”, che ne conseguono, diventano più ricchi, ciascuno nel proprio specifico e nel “generale” che ricompongono.
Una nuova “figura urbanistica”, già condivisa, del resto, nel DPP del PUG Karrer, e che sfuma ogni differenziazione “zonale” del tempo, verso la totalità della/e città e del territorio dappertutto connesso. Non più gerarchia, ma struttura orizzontale, che si amplia con nuova isotropia (pur sempre policentrica) e che rende ogni parte sussidiaria all’altra.
Il “Parco urbano” di Incoronata diventa un braccio operativo, più variegato a vantaggio reciproco della stessa città e del territorio, dei quali ne esprime, in modo globale, la operosità quantitativa. Ma anche (e soprattutto) qualitativa. La vera novità della intera idea e “figura” urbanistica di “Parco di attività”.
Il Casello di Foggia Incoronata rappresenta lo strumento oggi più appropriato e propizio per rendere possibile ed accelerare questo grande progetto di nuova mobilitazione urbana, consentendo una riappropriazione spaziale e funzionale mista di grande effetto. In una Provincia che, proprio ora, ha estrema necessità di questa sintesi globale, allargata.
Il Casello che “infilza” la grande scala alla scala puntuale e viceversa. Un nuovo concetto urbanistico di svolta, che apre gli occhi ad una nuova prospettiva. Idee da non giudicare chimeriche.
Sulla base di tutto questo come verrà interpretato il nuovo Casello nel nuovo contesto e nell’auspicato “Quadro di Capitanata” in divenire, ora che sarà inaugurato?
Sarà pari pari come il dibattito sulla Seconda Stazione dell’AV, che chiunque considera come se fosse un semplice tabacchino? Sarà anch’esso una cosa scontata, che rimane un puntino, nel vasto scenario di Capitanata immobile, lasciando che il solo ASI di Incoronata o il suo nuovo Centro commerciale se ne servano per il solo transito degli automezzi industriali o di supporto al grande commercio? Solo una questione di velocizzazione. O, finalmente, l’occasione per una visione globale?
Minimizzeremo, come è nostro solito? Accorgendoci solo dopo poco o dopo molto tempo, che le questioni sono sempre più grandi di quello che noi pensiamo semplificando all’inizio?
Il nuovo Casello è un punto innesco di portata inaudita, soprattutto nei confronti di un nuovo processo di pianificazione urbana-territoriale. Così come il sottoscritto aveva tentato di fare nel 2009, con un nuovo Piano urbanistico di rigenerazione dell’attuale Area industriale di Incoronata, in parallelo e mirato (integrato) processo di ampliamento. Due iniziative urbanistiche in uno stesso Piano, tra loro non separate come momenti autonomi, bensì come scusa reciproca, per una prevalenza, da una parte, dell’effetto “rigenerazione interna”, e che, d’altra parte, in un certo “si distende” nella zona di ampliamento, con una metamorfosi evolutiva nobile, sinergica (ampliamento mirato, non fine a sè stesso).
Questo Piano, quindi elaborato con modalità complessa e “proposto” dall’ASI secondo la Legge regionale del 2007 (Riorganizzazione dei Consorzi ASI), è stato adottato dal Consiglio comunale nell’aprile del 2009, e da allora è rimasto lettera morta.
Tutto resta così a Foggia! E su questa apodittica esclamazione c’è da pensare che il nuovo Casello “Foggia Incoronata” rimarrà un episodio, o un semplice evento per una delle tante inaugurazioni di facciata.
Eustacchiofranco Antonucci. 13-10-2016
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