Cinemadessai | La grande abbuffata, metafora dell’inarrestabile declino della civiltà dei consumi

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OGGI

“Basta con i sentimenti, voglio fare un film fisiologico”. La dichiarazione programmatica di Marco Ferreri trova puntuale corrispondenza ne La grande abbuffata (1973). Film eccessivo sotto tutti gli aspetti, sgradevole e sgradito, fu fatto a pezzi dalla critica e dalla censura, ma ebbe un insperato successo di botteghino. La storia è grottesca: quattro amici decidono di suicidarsi mangiando fino a scoppiare. L’allegoria è chiara ed evidente: la civiltà dei consumi e dell’eccesso va incontro inevitabilmente all’autodistruzione. L’unica possibile salvezza è rappresentata dal genere femminile, legato alla vita per missione biologica.
Magnifici gli interpreti: Ugo Tognazzi, Michel Piccoli, Marcello Mastroianni, Philippe Noiret, Andrea Ferreol. Comunque da vedere, soprattutto per i giovani che non hanno vissuto gli anni Settanta. Iris lo mette in onda stanotte, alle 2.50. L’orario è impossibile, ma vale la pena mettere mano al videoregistratore.

DOMANI

Storie estreme che potrebbero sembrare di disperazione, ma indicano invece esempi di coraggio, di speranza. Le racconta “If”, prodotto dalla Moolmore Film, per la regia di Nicola Abbatangelo che ne ha scritto anche la sceneggiatura assieme allo scrittore Fabio Cavallari. 
Per la prima volta sul piccolo schermo (domani  sera alle ore 21.10, Tv 2000, canale 28 del digitale terrestre), il docufilm apre lo sguardo sulla vita reale di famiglie che vivono un quotidiano insolito, sicuramente diverso da quello che si respira, in genere, nelle case di ognuno. Gravi disabilità, condizioni invalidanti, la vita che scorre su binari poco battuti. Giulia, Alessandro, Daniela, tre storie che si intrecciano, sfiorandosi in un piano sequenza mai scontato o giudicante. È una sorta di affresco neorealista quello che emerge dalle narrazioni di questo documentario.

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Author: Geppe Inserra

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