Film atipico, sperimentale, rigoroso, Carmela, salvata dai filibustieri svela i tratti di una Puglia diversa e lontana da quella scintillante e patinata tramandata da tanta parte dell’odierna cinematografia.
La città vecchia di Taranto, il suo dialetto aspro e arcaico sono rispettivamente la location e il linguaggio con cui Giovanni Davide Maderna e Mauro Santini raccontano, riattualizzandola, la storia di Jolanda, la figlia del corsaro nero di Emilio Salgari.
Mimmo e Sussò, due pescatori sono alla ricerca di Carmela. Convinti da un personaggio che si chiama Morgana, cominciano a perdersi in discorsi su vecchie prigionie. Interpretato da Mimmo Boccuni, Sussò Boccuni e Carmela Lupoli, il film è uscito nel 2012, senza trovare particolare attenzione nel normale circuito distributivo. Viene proposto da Rai Movie, stanotte, alle 3.35.
“Basta con i sentimenti, voglio fare un film fisiologico”. La dichiarazione programmatica di Marco Ferreri trova puntuale corrispondenza ne La grande abbuffata (1973). Film eccessivo sotto tutti gli aspetti, sgradevole e sgradito, fu fatto a pezzi dalla critica e dalla censura, ma ebbe un insperato successo di botteghino. La storia è grottesca: quattro amici decidono di suicidarsi mangiando fino a scoppiare. L’allegoria è chiara ed evidente: la civiltà dei consumi e dell’eccesso va incontro inevitabilmente all’autodistruzione. L’unica possibile salvezza è rappresentata dal genere femminile, legato alla vita per missione biologica.
Magnifici gli interpreti: Ugo Tognazzi, Michel Piccoli, Marcello Mastroianni, Philippe Noiret, Andrea Ferreol. Comunque da vedere, soprattutto per i giovani che non hanno vissuto gli anni Settanta. Iris lo mette in onda nella notte tra giovedì e venerdì, alle 2.50.
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