Ancora un no alla laurea specialistica in archeologia. È rottura tra Volpe e l’Università di Foggia

La provincia di Foggia è tra le più ricche del Mezzogiorno e forse d’Italia per quanto riguarda la ricchezza dei suoi giacimenti archeologici. È un vero e proprio museo a cielo aperto che, in larga parte, aspetta ancora di essere studiato e, soprattutto, fatto conoscere, comunicato.
La valorizzazione del patrimonio archeologico non è soltanto un obiettivo culturale di grande importanza. È una imperdibile opportunità di sviluppo per il territorio, per il turismo che è magna pars della sua economia, e che può trarre vantaggio dalla diversificazione dell’offerta.
Se tutto questo è vero, non si può non condividere il lamento di Giuliano Volpe, uno che conosce benissimo le immense potenzialità del patrimonio archeologico della Daunia. Rettore emerito dell’Università di Foggia, dove insegna archeologia, nonché presidente del Consiglio Superiore per i Beni culturali e paesaggistici del Mibact, giudica “un suicidio” la decisione del consiglio del dipartimento di Studi Umanistici e delle autorità accademiche dell’Ateneo foggiano che hanno bocciato nuovamente, per il terzo anno consecutivo, l’istituzione di una laurea magistrale in archeologia. La proposta di laurea specialistica era finalizzata questa volta proprio ad affrontare il tema cruciale della valorizzazione e della comunicazione del patrimonio culturale. “Una laurea innovativa, inclusiva di altri saperi e di altre discipline (economiche, giuridiche, antropologiche, scientifiche, tecnologiche, ecc.)”, scrive Giuliano Volpe sul sua diario facebook sottolineando che la decisione decreta “di fatto la fine definitiva di una possibilità di alta formazione nel settore dei beni culturali nell’Università di Foggia. Praticamente un suicidio in un territorio come la Daunia. E dire che nel suo atto istitutivo questa università aveva tra i suoi settori prioritari anche i beni culturali. Il tutto nel silenzio totale e con la complicità di certi ‘colleghi’ (e spero non nel silenzio anche della città, del territorio, della società civile, della stampa locale).”
E purtroppo non è tutto, perché la scelta del dipartimento sancisce la definita rottura tra Volpe e il mondo accademico foggiano: “Con questo atto – scrive ancora sul social il Rettore emerito – la mia estromissione e il mio ‘allontanamento’ dall’università che ho contribuito a costruire diventano definitivi. E mi addolora molto!”
Addolora anche noi. Vale la pena ricordare che Giuliano Volpe, pur essendo originario del Barese, ha scelto di vivere a Foggia, e nel centro storico, proprio per mantenere un rapporto forte e profondo con la città, con la comunità civile e culturale, con i suoi studenti.

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Author: Geppe Inserra

2 thoughts on “Ancora un no alla laurea specialistica in archeologia. È rottura tra Volpe e l’Università di Foggia

  1. Si sarebbe dovuto fare ogni sforzo, malgrado le ipotizzabili difficoltà economiche, per istituire la laurea magistrale in Archeologia, tanto più dopo la costituzione della Sovrintendenza ai beni archeologici, culturali ed ambientali dislocata a Foggia e per la presenza nell’Ateneo foggiano del prof. Volpe, presidente del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici del Mibact. Si sarebbe realizzato a Foggia un polo di eccellenza per lo studio e la ricerca nei settori suddetti che ci avrebbe portato all’avanguardia in Puglia. È l’ennesima occasione perduta per la mancanza di lungimiranza delle nostre classi politiche ed, in questo caso, accademiche.
    Luigi Paglia

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