Sale di tono il confronto sulla ipotesi di una seconda stazione ferroviaria a Foggia (ma, come ha proposto Franco Antonucci nel post di qualche giorno fa, sarebbe forse il caso di definirla stazione AV).
Le opinioni restano divise, anche se si mettono a confronto quelle degli addetti ai lavori, ovvero quanti operano e lavorano quotidianamente nell’ambito dei trasporti ferroviari.
Un paio di giorni fa, il quotidiano L’Attacco ha dedicato alla questione il titolo d’apertura a sei colonne: “La seconda stazione di Foggia serve. La vogliono i ferrovieri”. Non meno eloquente il sommario, che recita: “Dirigenti e maestranze dello scalo ferroviario contro lobby e sindacati (come si ricorderà, Cgil, Cisl e Uil hanno espresso un secco no al progetto).
Nell’ampio servizio di Antonella Soccio, riportato all’interno il “sì” dei ferrovieri viene motivato sostanzialmente sulla base di due ragioni. La prima è che non vi sono controindicazioni di nessun tipo alla realizzazione della seconda stazione o fermata sulla linea dell’alta capacità ferroviaria.
La seconda è che la costruzione di un’altra stazione, da sempre, consolida il ruolo e il peso della città dove viene realizzata, nello scacchiere dei trasporti ferroviari.
Di avviso diverso è invece un altro personaggio che si ferrovie se ne intende, il dott. Vincenzo Germano, direttore generale delle Ferrovie del Gargano e vicepresidente di Confindustria Foggia con delega al territorio: “La necessità e le possibili conseguenze di un secondo scalo destinato a bypassare Foggia sono di vitale importanza per il territorio dauno. Creare un secondo scalo ad alcuni chilometri da Foggia significa di fatto “tagliare” la città e tutto il traffico pendolare proveniente da una provincia estesa (è la seconda in Italia) e con esigenze orografiche molto particolari. Un progetto che di fatto svilisce i tanti, agognati sogni di intermodalità su cui da tempo la nostra Azienda e anche gli altri vettori che operano sul territorio si stanno confrontando. E non si tratta di meri obiettivi aziendali: qui si parla di come mettere in rete e far viaggiare una provincia.”
“A cosa serve – prosegue il vicepresidente di Confindustria Foggia – un nodo intermodale a Foggia , come quello realizzato nelle adiacenze della stazione centrale, se poi, per andare a Roma i viaggiatori provenienti dalla Capitanata e dalle province limitrofe, devono trasferirsi a Cervaro? A cosa serve un secondo scalo nell’ottica della funzionalità dei flussi di viaggiatori? Tanti interrogativi su cui discutere. Riflettere. E in particolare capire quale apporto potrà fornire alla città e al territorio già fortemente penalizzati un impianto con queste caratteristiche. Fermiamoci e riflettiamo”.
Da qualunque parte si stia e qualunque opinione si abbia sulla questione, riteniamo che l’invito di Vincenzo Germano vada accolto.
La discussione su problema così impattante per il futuro del territorio (non solo cittadino, ma anche provinciale come sostengono Germano e lo stesso Antonucci) non può essere affidata soltanto ai comunicati stampa o ai tweet. Bisogna fermarsi, riflettere e discutere. E soprattutto, coinvolgere Rfi, per sapere quali solo le reali intenzioni e strategie dell’azienda ferroviaria.
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Giustamente Confindustria crede che tra 10 anni, su una linea costata 6 miliardi, i treni per Roma (o per Bari) dovranno ancora entrare nella storica stazione e invertire il senso di marcia con una perdita di tempo di oltre dieci minuti solo per mantenere la centralità di Foggia dal punto di vista ferroviario invece che utilizzare la bretella già in funzione da luglio 2015. Ringraziamo il cielo che non la utilizzano già da ora per i sei frecciargento da e per Roma, altrimenti dopo Benevento la prossima fermata sarebbe direttamente Barletta.
La stazione di Foggia è sovradimensionata rispetto agli attuali livelli di traffico, sia viaggiatori che maggiormente merci, tanto che il fascio di binari adiacente viale Fortore è in disuso da anni e la realizzazione della nuova stazione/fermata per l'AV la renderebbe ancora di più un'opera mastodontica e parzialmente inutile, oltre a creare notevoli disagi per i viaggiatori della provincia. Per questi motivi bisogna insistere sul progetto presentato alcuni anni fa dall'ing. IAFELICE che prevedeva il proseguimento lato nord della linea ferroviaria per Napoli con affiancamento alla Foggia – Lucera fino alla tangenziale per poi riallacciare a Ponte Albanito la linea storica. I costi non sarebbero eccessivi perché il tratto è pianeggiante e senza insediamenti urbani. Infine due considerazioni:
1) a Bologna hanno preferito realizzare la stazione AV in adiacenza alla stazione centrale;
2) a Bari dopo aver realizzato il raddoppio della tratta Bari C.- Bari Torre a Mare nei primi anni 2000, rifacendo ex novo la stazione d Bari Parco Sud e tre nuove fermate, hanno deciso di abbandonare tale tratta e hanno ottenuto finanziamenti per costruire un nuova in affiancamento alla ferrovia Sud-Est fino alla tangenziale e quindi,sempre in affiancamento alla stessa tangenziale fino a Torre a Mare. Non capisco perché noi a Foggia ci dobbiamo accontentare delle briciole accettando una fermata in campagna per l'AV