Nonno Ciccio sbarca sul Guardian, il più importante quotidiano inglese

“C’è qualcosa di magico nel seguire la squadra del cuore, e un tifoso del Foggia è così preso da quest’atmosfera, che continua a seguire il club alla tenera età di 90 anni, non importa dove giochi”.
È questo l’incipit di un articolo che Copa90, una rubrica specializzata del Guardian, uno dei più importanti e popolari giornali inglesi, dedica, manco a dirlo, a Nonno Ciccio, definito dall’articolista, Martino Simcik, “un eroe, un oggetto di culto in Italia”.
“Assistette alla sua prima partita nel 1937 – prosegue Copa90 – quando un amico lo convinse a rubare la bicicletta allo zio e a pedalare per 54 chilometri fino alla città, per vedere il Foggia. Da qual giorno è come se fosse stato illuminato.”
Il giornale racconta le traversie sopportate da Nonno Ciccio, convinto pacifista, durante la seconda guerra mondiale, quando si trovò a combattere contro le truppe britanniche. Fu catturato dai nemici, e portato in Scozia come prigioniero di guerra.
“Gli scozzesi mi trattarono meglio di quanto non faccia oggi il governo italiano, con la mia pensione”, ha confessato scherzosamente all’inviato del tabloid di Londra.
La sua prima partita dopo il conflitto fu un incontro di coppa Italia contro il Pescara, ma la guerra aveva lasciato un segno su di lui. Le sue avventure lo hanno portato dappertutto, e ovunque viene definito un ultra. “Io sono disposto a fare qualsiasi cosa per la mia squadra,” dice. “Tutto ciò che serve, non ho mai rinunciato a seguirla, e trovo sempre un modo per sostenerla.”
È stato in tutti i più grandi stadi italiani, fermandosi nelle città storiche e visitando le altre città che trovava lungo la strada. “Il calcio è stato per me il mezzo con cui ho conosciuto il mio paese. Se non fosse stata per questa passione, non avrei mai visitato tanti luoghi incredibili.”
Ovunque vada porta con sé uno striscione che recita: “Pace tra gli ultras”.
Il giornalista del Guardian esalta la grande lezione etica che giunge da questo straordinario personaggio.
“Per Ciccio, amare il proprio club significa prima di tutto rispettare gli avversari.
In un paese dove la violenza è spesso sinonimo di cultura del tifo, Ciccio è un faro di speranza. Il suo punto di vista e la sua intuizione, in gran parte determinate dalle traumatiche esperienze dei tempi della guerra, restano profondamente attuali. Come dice Ciccio: “la guerra è una cosa terribile! Con il calcio, se si può imparare a rispettare l’avversario in uno stadio, si può imparare a fare la stessa cosa nella vita.”
“Lunga vita a Nonno Ciccio”, conclude entusiasticamente il giornalista di Copa90. “Egli ci ricorda che lo sport moderno ha molto da imparare dal passato e che fare il tifo per la propria squadra non è un reato, ma piuttosto un’occasione per imparare importanti lezioni di vita.”

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Author: Geppe Inserra

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