Sono parecchi anni che bazzico cinematografi e film, ma una cosa così non m’era mai capitata. Non ha a che fare con l’immedesimazione che a volte cattura lo spettatore davanti al grande schermo, e che produce emozione. Intendo dire che non è stato soltanto l’essere preso dalle immagini e dalla storia che veniva proiettata. Quella cosa indefinita e profonda che ho percepito riguarda piuttosto ciò che stava prima e dopo quel film. Suppongo che abbia a a che fare con la grazia.
Che significa? Non riesco a spiegarvelo bene. Per un credente, la grazia è la manifestazione della benevolenza dell’essere divino verso l’uomo. Ma mi piace pensare che anche per un non credente la grazia sia qualcosa: una manifestazione dell’armonia del mondo.
La storia, dunque. Qualche anno fa il mio amico Edgardo “Eddy” Longo e la sua Pro.Cielo, che è un’associazione culturale che produce film senza scopo di lucro, hanno deciso di realizzare un film sulla vita dell’allora venerabile, ed oggi beata, Maria Celeste Crostarosa. Punto di partenza dell’impresa fu naturalmente il monastero delle Suore Redentoriste, che è poi l’ordine fondato dalla Beata, a Foggia, per espresso e manifestato disegno divino (e, detto sottovoce, non vi sembra già questa una manifestazione di grazia, purtroppo praticamente ignorata dalla città?)
Qui Eddy conobbe Giulia Iuso, giovane studentessa che era andata a far visita alle Suore, per capire come vivessero. Alla ragazza piacque il progetto cinematografico, e così il regista la scelse per interpretare la parte dell’altra Giulia, ovvero Giulia Crostarosa, perché così si chiamava, al secolo, la Beata.
Sentire parlare l’attrice dopo la proiezione, che si è svolta nella Sala Farina, è stato del tutto diverso dal solito.
Giulia con l’arcivescovo di Foggia, mons. Vincenzo Pelvi |
Giulia Iuso ha raccontato se stessa, la svolta che ha determinato nella sua vita l’incontro con Maria Celeste Crostarosa, facendole scegliere di prendere i voti, entrando nell’ordine delle Figlie della Chiesa.
“Il film di Edgardo è coraggioso perché non è facile raccontare una interiorità profonda ed una vita intensa e mistica come quella di Giulia Crostarosa. Il messaggio che questa vita ci lascia e cje il film ci racconta riguarda tutti: perché non è un caso che Maria Celeste abbia scelto Foggia, abbia vissuto a Foggia.
C’è un progetto di Dio su questa città che non appartiene al passato, se recuperata può essere declinato nell’oggi. Quella voce parla ad ognuno di noi, perché i santi sentono il dolore di Dio, sanno che il Signore si manifesta nel creato e che ogni persona è una sua parola. La presenza di Dio è in ognuno di noi per questo possiamo vederlo anche fuori di noi.
Suor Celeste non è lontana da noi. È una perla da riscoprire e da fare nostra. Io ho trovato in lei un’amica.”
Mi colpisce, di Giulia Iuso, la grande serenità e naturalezza con cui parla, svelando una profonda pace interiore che – ecco – deve avere a che fare con la grazia.
Riferisce poi di un episodio privato: suo padre ricoverato in fin di vita all’ospedale per una rottura del femore. “Mia sorella pregò Maria Celeste, e ripose una sua immagine sul comodino. Mio padre venne trasferito ad un altro reparto, e cominciò a stare meglio, fino a riprendersi. Una grazia ottenuta per sua intercessione. I santi ci sono vicini, sono nostri fratelli che sono riusciti a far vincere l’amore. Il battesimo funziona.”
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