Così il Foggia entrò nel calcio che conta…

Il titolo di copertina della Gazzetta del Mezzogiorno

La prima del Foggia in serie A si celebra in un’afosa domenica pomeriggio a Firenze. È il 13 settembre del 1964. I satanelli escono sconfitti, per tre a uno. Ma a testa alta.

Debutto promettente, titola in prima pagina La Gazzetta del Mezzogiorno “costretta” a concedere alla squadra dauna l’onore dell’apertura. E fa un certo effetto vedere nel titolo il Foggia sopra al Bari, che era in serie B: e quella domenica vinse, come si legge nel sottotitolo “Bari vittoria incoraggiante”.
Il presidente, don Mimì Rosa Rosa, e l’allenatore, Oronzo Pugliese, fresco del Seminatore d’oro, avevano sovvertito le gerarchie calcistiche regionali. E adesso era il Foggia, ancora nella sua antica denominazione di Foggia Incedit, a difendere il blasone della Puglia nella massima divisione calcistica.
Il calendario non era stato benigno coni satanelli. Il Foggia che esordisce nel capoluogo toscano, deve affrontare una delle migliori Fiorentine di sempre. L’anno prima i viola avevano concluso il campionato al quarto posto, a pari punti (38) con la Juventus, e con una migliore differenza reti.
Pugliese manda in campo la seguente formazione: Mosconi, Micelli, Valadè, Tagliavini, Rinaldi, Micheli, Gambino, Lazzotti, Nocera, Majoli, Oltramari.
La Fiorentina, guidata da Beppe Chiappella, risponde con Albertosi, Robotti, Marchesi, Guarnacca, Ferrante, Pirovano, Hamrin, Maschio, Orlando, Bertini, Morrone. Quest’ultimo, argentino, simpaticissimo, noto con il nomignolo de “El gaucho” e dotato di una notevole classe,  giocherà cinque anni più tardi con il Foggia per due stagioni in B, totalizzando 43 presenze e quattro reti.
Prima del calcio d’inizio, Lazzotti, ex viola, viene premiato dal sodalizio padrone di casa con una medaglia d’oro “per la conseguita promozione in seria A”. In tribuna d’onore c’è l’on. Gustavo de Meo, democristiano, deputato eletto nella circoscrizione Bari-Foggia e presidente della Fiera di Foggia. 
Si gioca davanti a 22.000 spettatori, per un incasso di quasi 11 milioni (altri tempi, non vi pare?).
L’inizio della partita manda in delirio i molti tifosi rossoneri assiepati agli spalti del comunale di Firenze. Al terzo minuti, il Foggia passa in vantaggio, grazie ad un’incursione dello stopper, Matteo Rinaldi.
Purtroppo, per un nonnulla, al difensore foggiano sfugge il record del gol più rapido del campionato. Due minuti prima, a San Siro, Giovanni Lodetti aveva portato in vantaggio il Milan che affrontava il Catania. Detto per inciso, anche per il grande Basletta ci sarà un futuro rossonero, sponda Foggia, una decina d’anni dopo.
Nel suo prezioso libro, Oronzo Pugliese – Quando nel calcio esistevano i maghi (è la sola monografia interamente dedicata al mago di Turi, con tante notizie, curiosità e aneddoti su un personaggio che tanto ha dato al calcio italiano) Giovanni Cataleta racconta la rete di Rinaldi con dovizie di particolari.

Dopo tre minuti, – scrive Giovanni – l’arbitro Righetti fischia un calcio d’angolo per i rossoneri. Alla battuta andò l’ex viola Paolo Lazzotti, dall’area foggiana partì come un razzo Matteo Rinaldi, non prima di aver detto al centravanti viola Orlando, “aspettami, vado a fare il gol e torno!”
Detto e fatto, gran colpo di testa di Rinaldi, e gol: Fiorentina 0 Foggia 1. 

Il gol di Rinaldi

Il gol segnato a freddo condiziona in un certo senso il prosieguo della partita. La reazione della Fiorentina è veemente. I padroni di casa si gettano all’attacco. Il Foggia non si chiude eccessivamente, riesce anche ad abbozzare qualche ripartenza, ma al 13’ Hamlin pareggia (c’è forse anche una deviazione di Valadè sul tiro) raccogliendo un assist di Marchesi. Al 29′ la Fiorentina si porta in vantaggio, con la complicità di un’incertezza di Moschioni, che si lascia sorprendere da un traccio di Orlando, che raccoglie una rimessa con le mani di Bertini. 

Adesso tocca al Foggia fare la partita, e i satanelli non si tirano indietro giocando costantemente in attacco, soprattutto nella ripresa. I padroni di casa mettono al sicuro il risultato al 14’, in contropiede, con Orlando che raccoglie un assist di Morrone. 
I rossoneri non si perdono d’animo, e per trenta minuti giocano in attacco. Per due volte Nocera va in gol, ma in entrambe le occasioni l’arbitro annulla per presunto fuorigioco. Inesistente, secondo l’inviato Pietro De Giosa della Gazzetta, che titola senza mezzi termini: Pareggio mancato per colpa dell’arbitro.  A qualche minuto dalla fine, un poderoso tiro del bomber rossonero supera Albertosi, ma si infrange sulla base del palo.
“La partita d’esordio in serie A fu abbastanza positiva, la squadra giocò senza nessun timore, recependo in pieno le caratteristiche del suo allenatore”, chiosa Giovanni Cataleta, nell’opera citata.
“L’esordio del Foggia in A, sconfitta, a parte non poteva essere più lusinghiera”, gli fa eco sulla Gazzetta, De Giosa. 
Per amore di verità, va detto che sulla sconfitta pesa anche l’infortunio occorso al centrocampista Micheli, costretto a giocare con una fascia per buona parte dell’incontro. All’epoca non erano permesse sostituzioni.
Oronzo Pugliese abbozza, ma dimostra davanti ai taccuini dei cronisti una grande serenità: “II risultato indubbiamente mi amareggia, ma non mi dispiace la prova generale della squadra. La Fiorentina con quell’attacco non è avversario di poco conto. E dovete convenire che molti miei giocatori erano stati presi dallo choc dell’emozione specialmente dopo il gol di Rinaldi. È sembrato un sogno. È durato poco, comunque è stato un bel sogno.  Nella squadra ho rilevato qualche disfunzione: parecchi giocatori non hanno reso quello che effettivamente possono. Quell’infortunio di Micheli non ci voleva. E poi quel gol di non c’era… Ma dov’era il fuorigioco? È stato il più bel gol di tutta la partita. Possiamo discutere sul secondo… Ci terrei a vederlo in televisione col rallentatore. Ma il primo era un gol regolarissimo. Se fossimo andati sul tre a due con più di 20 minuti a disposizione la partita avrebbe potuto prendere anche un’altra piega.

Il Foggia assapora con soddisfazione l’ebbrezza del calcio che conta.” [Potete scaricare cliccando qui il ritaglio della Gazzetta del Mezzogiorno, con la cronaca della partita e le interviste agli allenatori]. 

Da quell’ormai remoto 13 settembre del 1964, niente è stato più come prima a Foggia. Il nome della città ha cominciato ad essere noto, in tutta l’Italia. E i foggiani cominciano a capirlo, proprio quel giorno. Ormai non sono più soltanto i giornali locali ad occuparsi del Foggia, ma anche la grande stampa nazionale.

Lo sfortunato esordio rossonero viene così commentato da Stampa Sera di Torino: “Il Foggia è parso una squadra abbastanza dotata tecnicamente. Un’esordiente che non ha deluso”. [Potete scaricare cliccando qui il ritaglio da Stampa Sera].

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Author: Geppe Inserra

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