L’ipotesi della seconda stazione a Foggia continua a far discutere. Appassiona e divide. Oggi Lettere Meridiane ospita due opinioni particolarmente significative, una pro e l’altra contro, ma che sono a mio sommesso avviso entrambe condivisibili, e poi vi dico perché.
D’accordo con la seconda stazione si dichiara un attento osservatore delle cose che riguardano la città di Foggia e il suo futuro, Paolo Amorico, che affida alla bacheca della pagina facebook di Lettere Meridiane una sintesi dell’intervento che ha svolto nel convegno sulla mobilità promosso qualche giorno fa, dai consiglieri comunali del gruppo indipendente, Rizzi e Sciagura.
“Occorre immaginare la seconda stazione – scrive Amorico – non come una semplice fermata lungo la linea TAV da e per Roma, ma come un contenitore di attività economiche proprie di una stazione. Un luogo appendice della città e, nello stesso tempo, centro vivo e fruibile. Una stazione taxi, bar, tabacchi, un punto ristoro, edicola e quant’altro.
Immagino una nuova piazza in cui giungere o da cui partire. Una piazza al centro della città che si espande e che abbandona per sempre il sapore di provincia implosa e dalle periferie scollegate. “
La seconda stazione, insomma, come una opportunità per sprovincializzare il capoluogo dauno, nella visione di Amorico.
Un punto di vista del tutto diverso arriva invece da un amico che è un profondo, anzi profondissimo conoscitore della logiche di Rfi, e che sente aria di fregatura anzi, per usare le sue parole, della più “grande fregatura della storia”.
L’amico ricorda che Rfi ha “spacciato prima il baffo ferroviario ad esclusivo utiluzzo merci, dopo Viareggio e conseguente disgrazia, successivamente si è inventato il suo utilizzo per i passeggeri, ipotizzando pensa un po’, un ipotetico risparmio di dieci minuti sulle ” famigerate frecce” di tutti i colori, bianche, argento, rosse, rossamille e chi ne ha più ne metta. La verità è una sola, farci avvitare su noi stessi in mille polemiche, per poi dirci: non sapete neanche voi dove la volete a sud, a nord, ad Incoronata, lasciarla lì..: ci risiamo il foggianesimo impera. Ed il gruppo FFSS gode a più non posso, con le sue molteplici società, Ferservizi, Centostazioni, Trenitalia, RFI, Cargo, BusItalia, ed l’immancabile società di progettazione di tutto ITALFER. A questo punto caro Geppe, non so proprio come andrà a finire la vicenda… un secondo Gino Lisa? Ai posteri l’ardua sentenza!”
Conservo all’amico l’anonimato, perché sono stato io a sollecitargli un parere, per così dire, fuori dai denti, e in privato. La sua attendibilità e la sua competenza sono fuori discussione, e così pure appartengono alla storia le molteplici fregature comminate dalle autorità che si occupano di ferrovie a Foggia e al suo territorio.
Ciò nonostante, i due giudizi mi sembrano tra di loro integrabili, addirittura complementari. Se seconda stazione dev’essere è giusto, come sostiene Amorico, che sia una risorsa per la periferia in cui dovrà sorgere, una opportunità per ricostruire il rapporto, sfilacciato da sempre, tra la città e le sue, purtroppo tante e brutte, periferie.
La possibilità della fregatura evocata nell’altra opinione che ho riportato esiste, ed è inutile negarlo. Rfi sostiene che la seconda stazione sarebbe aggiuntiva rispetto a quella attuale, e che verrebbe utilizzata soltanto per i treni non stop che l’ad Elia intende effettuare tra Bari e Roma.
Ma quanti saranno questi benedetti treni non stop: uno, due, tutti? Per saperlo non c’è che un modo: chiedere tutti (sia quelli che si sono professati per la seconda stazione, sia quelli che non sono d’accordo) un incontro con i vertici dell’azenda ferroviaria, in modo che questa possa chiarire le sue reali intenzioni e i progetti su Foggia.
Non va dimenticato che il progetto dell’alta capacità ferroviaria Napoli-Bari è il frutto di un accordo di programma cui hanno concorso anche le istituzioni locali e le forze sociali, e che quell’accordo prevedeva che il baffo fosse utilizzato soltanto per il traffico merci. Se si intende cambiare i termini dell’intesa, va bene. Purché il cambiamento giovi a Foggia e agli interessi del territorio. E non sia una fragatura.
(g.i.)
Views: 0