La rivoluzione dei giovani: Altobelli lancia la sfida di Capitanata 4.0

E se partisse dai giovani la riscossa dell’economia dauna? Il successo arriso ad iniziative come  Start-up Weekend dimostra che nel mondo giovanile esiste un’attenzione verso il “fare impresa”, che può dare uno scossone positivo agli assetti produttivi della Capitanata.
Nicola Altobelli, troiano, recentemente eletto alla presidenza dei giovani imprenditori aderenti a Confindustria, ci crede e lancia la sfida: ecco Capitanata 4.0. Direttore commerciale dell’azienda di famiglia, la Eceplast, dopo un periodo trascorso negli States è rientrato al suo paese ed ha rivestito  cariche sempre più significative nell’ambito dell’associazione di categoria degli imprenditori: vicepresidente dei giovani, fa parte della squadra del presidente nazionale Gay.
La sua elezione al vertice della componente giovani di Confindustria dauna è stata benedetta proprio da Marco Gay, a testimonianza di una rinnovata attenzione della più importante associazione di categoria imprenditoriale verso la provincia di Foggia. Qualche giorno prima, era giunto nel capoluogo dauno il presidente nazionale Vincenzo Boccia.
E’ soddisfatto, Altobelli?
E come potrei non esserlo? E’ il premio all’incredibile lavoro di squadra guidata da quel grande presidente che è Gianni Rotice, una squadra che è riuscita nel giro di pochi mesi, come ha certificato nel suo intervento di qualche giorno fa il Presidente Boccia, a rinnovarsi e a ricollocarsi in una posizione centrale e non più defilata sullo scacchiere della Confindustria regionale e nazionale.
Durante il suo intervento ha lanciato lo slogan Cambiare per crescere, non le sembra parecchio impegnativo?
Senza dubbio lo è. Ma il nostro futuro, le possibilità di rilanciare l’economia provinciale passano proprio per il modo con cui affronteremo le sfide del cambiamento. Sono questi il senso e la filosofia di Capitanata 4.0, che va inteso come un progetto, un metodo, un percorso, più che come un programma definito una volte per tutte: cinque linee guida o più precisamente, cinque linee di ricerca ed azione per elaborare entro la fine del mandato, una proposta concreta per la Capitanata del futuro: appunto, la Capitanata 4.0.

Che significa di preciso quel 4.0?
Capitanata 4.0 metterà le ali se le nostre imprese riusciranno a diventare imprese 4.0, secondo la logica di Industry 4.0, che è la più grande opportunità che il nostro ecosistema locale ha oggi, non solo per recuperare il gap accumulato con il resto del paese negli ultimi 40 anni, ma addirittura fare un balzo in avanti.
Industry 4.0 è infatti la quarta rivoluzione industriale: in pratica è l’integrazione dei servizi internet e delle nuove tecnologie IT (IoT-Cluos-Augmented Reality –Robotica – Stampa 3D) nella produzione di beni e servizi. E si sa che con le rivoluzioni lo status quo salta, e tutto può essere azzerato.
Se riusciremo ad apprezzare, a valorizzare e a far conoscere le ricchezze che abbiamo, e che siamo in grado di creare, possiamo certamente immaginare per noi e nostri figli un futuro migliore.
Ma qual è il percorso per arrivare alla rivoluzione? Quali sono le linee guida di cui parlava?
Inizierei dalla più ambiziosa: il rapporto con la politica, per innescare politiche per il cambiamento e la crescita, non certo per presentare la solita lista della spesa, all’insegna dei soliti, antichi lamenti, ma per lavorare insieme e capire quali strumenti abbiamo realmente a disposizione ed evitare di perdere ancora tempo ed energie, insomma per cercare di mettere a punto una visione condivisa del nostro futuro.
Sarà importante, sotto questo profilo, dare seguito e sostanza al nostro impegno nell’ambito della consulta dei giovani imprenditori, istituita qualche anno fa in CCIAA e di cui abbiamo recentemente assunto la presidenza.
Non presenzialismo, ma partecipazione attiva e orecchie ed occhi sempre bene aperti, per capire e fiutare l’aria, per attingere a quel grande patrimonio di conoscenze che solo le relazioni umane possono dischiudere, portando e replicando a Foggia le esperienze che ci sembrano più interessanti, ma anche avere l’ambizione di “esportare” e far conoscere le nostre esperienze agli altri.
Basta con i nostri complessi d’inferiorità, basta con l’autocommiserazione. Quando qualcuno sorride al solo sentire che siamo di Foggia (o nel mio caso di Troia) io rispondo che riuscire a fare impresa dalle nostre parti e alle nostre condizioni è da sola una dimostrazione di qualità straordinaria!
E, poi, ancora cooperazione e lavoro di squadra, conoscenza e formazione, che sono tra i principi cardine, immagino ad un calendario di visite aziendali e direttivi itineranti, corsi di formazione per giovani imprenditori, valorizzando al meglio le  strutture di cui disponiamo, come SERI, convegni che aprano l’associazione al confronto con gli altri attori dell’economia e dello sviluppo.
Infine vorrei che imparassimo a pensare in grande ed agire in piccolo, think big, act small .
Vorrei riuscire a dare un impulso di concretezza al Gruppo Giovani, partendo ad esempio da alcuni progetti di collaborazione già avviati, come il protocollo di intesa con la Facoltà di Agraria, che potrebbe vedere già dal prossimo autunno l’avvio di un progetto di alternanza scuola lavoro, ma anche iniziative di carattere culturale o filantropico che riterremmo di sostenere,per aprire sempre di più l’associazione al territorio.

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Author: Geppe Inserra

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