Il buco nero dell’informazione locale

Scrive sulla sua bacheca l’amico Franco Eustacchio Antonucci: “Vorrei comunicare a tutti i miei amici di Facebook che in provincia di Foggia opera una rivista online, “letteremeridiane”, di divulgazione culturale di massimo interesse per la Capitanata intera, quindi considerata nel suo complesso di territorio organico (ancora non troppo).

Non è questa una pubblicità, ma un invito a consultare quanto di interessante viene detto.

All’Amico Geppe Inserra, se mi legge in questo post, dico di pensare alla possibilità di una parallela pubblicazione cartacea. Sarebbe un servizio prezioso per il territorio.

Eustacchiofranco Antonucci”

L’iniziativa di Antonucci (che ringrazio per le belle parole nei confronti miei e di Lettere Meridiane, di cui egli stesso è un apprezzato collaboratore) fa il paio con una proposta analoga, formulata tempo fa da Maurizio De Tullio.

Il post ha totalizzato “mi piace” e interessanti commenti. Tra questi, quelli di Giorgio Buccarella (“La pubblicazione cartacea sarebbe una grande cosa”) e di Nico Palatella, che arricchisce la sua opinione da alcune interessanti considerazioni sullo “stato dell’arte” della carta stampata, in provincia di Foggia.

Palatella sottolinea che “tutto il cartaceo della provincia di Foggia e del capoluogo in particolare, soffre della totale mancanza di sensibilità sia dei soggetti pubblici che privati-aziende in particolare – molto poco propense ad investire in comunicazione, ancor meno al sostegno della stampa.”

Il buon Nico riferisce della sua esperienza di editore della bella testata Culttime (che ha dovuto purtroppo chiederete i battenti, proprio per problemi di bilancio) rilevando che la scarsa propensione delle aziende ad investire in pubblicità “è uno dei nostri limiti più evidenti, basti vedere che fine hanno fatto praticamente tutti i free press e chiedere a quali sofferenze e sacrifici vanno incontro le poche testate che ancora continuano a stampare.”

Palatella prende in esame anche la scarsa predilezione dei lettori per gli argomenti che non siano soltanto cronaca e sport concludendo: “Su questi presupposti, penso che il buon lavoro di Geppe possa continuare a crescere sul web ma sia difficilmente trasferibile su carta senza grosse complicazioni. Nb, non ho voluto parlare della distribuzione, altro calvario che costringe la maggior parte delle iniziative editoriali cartacee al rimanere nella propria città e nemmeno in modo veramente omogeneo.”

L’esperienza quotidiana di Lettere Meridiane (molto interessante e per molti versi sorprendente, anche per un giornalista non proprio alle prime armi, come me) mi sta facendo scoprire – tra le pieghe del social e della pubblica opinione – una realtà che non sospettavo, e cioè il desiderio di una parte non trascurabile della comunità ad informarsi e ad esprimere il proprio parere banche sui temi – come quelli cari ad Antonucci – che riguardano il nostro futuro, e i suoi temi più importanti: il lavoro, l’economia, l’ambiente.

Per sua natura la carta stampata è un canale più idoneo a sostenere discussioni del genere, perché va oltre la caducità del momento, purtroppo tipica dei giornali quotidiani, della televisione, del social.

Ricordo con nostalgia quando l’ossatura dell’informazione locale (mi riferisco agli anni Sessanta – Settanta del secolo scorso) era composta dai settimanali locali (Il risveglio, Il Gazzettino Dauno, Capitanata Agricola Industriale, La Gazzetta di Foggia, Tre per tre) che per la loro natura periodica erano più in grado dei quotidiani (che si riducevano, del resto, a un paio di pagine della Gazzetta del Mezzogiorno, e alla pagina de Il Tempo e del Mattino) di affrontare i temi dell’economia e del lavoro.

Il dibattito su questi temi è oggi del tutto asfittico, anche perché i partiti politici non fanno più congressi, e i congressi delle organizzazioni di categoria e dei sindacati si riducono a passerelle senza la necessaria tensione ideale, senza la spinta che sarebbe necessaria per provare a costruire il nostro futuro, con le nostre mani.

Lettere Meridiane è, al momento, uno sforzo assolutamente volontario: mio e di quegli amici, come Antonucci, che non vogliono far mancare all’opinione pubblica quella merce sempre più rara che sta diventando il pensiero.

E, credetemi, già così è tutt’altro che facile.

Però la proposta di Antonucci è intrigante. E voi, cari amici e lettori di Lettere Meridiane, che ne pensate?

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Author: Geppe Inserra

1 thought on “Il buco nero dell’informazione locale

  1. La proposta del Sig. Antonucci di dare anche una veste cartacea alla culturalmente rilevante rivista online Lettere Meridiane, sapientemente diretta, per pura e finissima passione, da un autentico intellettuale del nostro territorio, non mi trova pienamente competente nel poter dare una risposta esauriente. Vengo da un'esperienza, quella del Gargano Nuovo, che era essenzialmente sorretta da Teresa Maria Rauzino e dal marito Silverio con il sostegno della dr. D'Addetta, mentre diversi di noi fornivano quel giornale degli articoli. Il Gargano Nuovo non esce più da qualche anno per difficoltà di distribuzione e di finanziamento. In ogni caso, dovendo rendersi praticabile la proposta, mi metto volentieri a disposione perché ritengo Lettere Meridiane uno strumento culturale di alto livello, necessario al territorio.

    Michele Eugenio Di Carlo

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