L’eredità spirituale, morale e culturale che ci lascia Guglielmo Minervini è immensa, e ci vorranno anni per raccoglierla, comprenderla e farne quel che penso debba diventare: un bene comune.
Questa eredità è formata in primo luogo dalla vita esemplare di Minervini: un’esistenza luminosa, che è stata una lunga e coerente testimonianza di solidarietà e di servizio. E dalle parole – splendide, monumentali – che ha scritto, mai come esercizio retorico o puramente estetico: la sue parole, Guglielmo, le ha tutte vissute. Stupendosi e stupendoci.
Antonio Fortarezza ha conosciuto Minervini, come me, durante quella grande battaglia civile, purtroppo perduta, che è stata Capo Free Ghetto Off.
Quello che vedete di seguito è il frutto del nostro dolore condiviso ma anche un modo di raccogliere la sfida estrema con cui Guglielmo ci ha lasciati: “Ci risentiamo tra un po’.”
Il video racconta per immagini uno struggente post pubblicato da Minervini qualche tempo fa sul suo profilo Facebook. Una riflessione sul tempo e sugli anni.
E non poteva esserci sguardo migliore di quello di Antonio Fortarezza , per interpretare e raccontare il tempo secondo Minervini. Che non è il tempo che passa, come ammonisce Guglielmo , ma il tempo che si vive, quello che non ci avvolge, perché diventiamo noi stessi parte del tempo. Quello che non passa perché si raggruma dentro di noi, il tempo che nell’attimo diventa eterno. C’è un anelito di eterno in quell’invito a risentirsi tra un po’, che non è un darsi appuntamento dopo e altrove, ma un qui e adesso, un portarsi dietro e dentro questo tempo. Che non trascorre, se lo vivi. Tutto. Fino in fondo.
Ecco il video, guardatelo, amatelo, condividetelo. Ma soprattutto, leggete le parole finali di Minervini, fino a quelle parentesi irregolari, rovesciate, ali che spiccano il volo.
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