Cristian Agnelli è uno dei giocatori del Foggia cui sono più affezionato. Mi piace quel modo che ha di sbattersi in campo, di dare tutto – fiato, cuore ed anima – fino allo stremo delle forze.
Non lo dimenticherò mai quando, negli ultimi minuti della semifinale play off con il Lecce, inseguiva come un forsennato un avversario per trenta metri, nonostante avesse la gamba dolorante per un crampo…
Immenso, indomito capitano. Ancora più immenso l’altro giorno, anche se questa volta il pallone non c’entra.
Sapete che il Foggia è rimasto coinvolto nel terremoto che ha sconvolto l’Appennino centrale. I satanelli erano in ritiro a Norcia, ed hanno trascorso ore di paura e di terrore, passando la notte all’addiaccio: la cittadina umbra è vicinissima all’epicentro del sisma.
La mattina dopo hanno dovuto far ritorno a Foggia. Chi di noi non avrebbe tirato un sospiro di sollievo, scappando dalla zona del sisma, facendo ritorno a casa?
Il capitano no. Affranto, si è confessato davanti ai taccuini dei cronisti: “Siamo una squadra di calcio e per questioni organizzative abbiamo deciso di ritornare a Foggia, fa male, però andare via da qui. Vorremmo renderci utili, fare qualcosa per chi sta male, ma ci hanno detto che non possiamo fare niente, che i soccorritori sono al lavoro. Torniamo a Foggia ma il cuore è vicino a tutti quelli che stanno soffrendo e alle famiglie delle vittime”.
Quando leggi cose così, ti ricordi che anche il cuore è un muscolo, e ti senti più orgoglioso di essere foggiano.
Grazie, mio capitano. Capitano coraggioso.
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Geppe, tu sei un pregevole uomo di scrittura. Attento, però, alle parole altrui. Agnelli è ancora un ottimo calciatore e ricordo anch'io quelle sgroppate e altre finezze, come un goal da antologia nell'ultimo campionato. Ma qui si ferma il calciatore. Per la ricerca dell'Uomo (con la U maiuscola) ci vorrà del tempo. Quando si temeva la possibile chiusura della Biblioteca si chiese un intervento della squadra del Foggia il giorno della Giornata di Mobilitazione. Non venne nessuno e solo in fretta e furia fu registrato col telefonino un intervento di Capitan Agnelli. L'uomo che ancora cerco vorrei incontrarlo in campo, la domenica. Vorrei che "Capitan" Agnelli (e tutti gli altri "professionisti" del pallone) si comportassero almeno come Liverani (al tempo del Chievo Verona) e il romanista Tommasi, che non facevano i teatranti in campo. E' chiedere troppo! Cordialmente (Maurizio De Tullio)
campo.