La vicenda dell’aeroporto Gino Lisa è stata costellata di così tante delusioni e disillusioni che è il caso di prendere con le pinze tutte le notizie. Anche quelle positive. Però la novità che giunge da Bari potrebbe veramente aprire un nuovo capitolo nella storia dell’aeroporto. Se non altro, i giochi si riaprono, e questa volta nel senso sperato dai foggiani. Allora, facciamo gli scongiuri, e vediamo di che si tratta.
La giunta regionale ha incaricato (o starebbe per farlo) due professionisti affinché si occupino della “pratica” con l’Unione Europea, che si riferisce all’allungamento della pista e che nelle prossimo settimane giungerà al momento decisivo dell’iter.
Sul finanziamento che la Regione intende erogare per la realizzazione dell’opera, utilizzando dei contributi comunitari, pende infatti la spada di Damocle di una possibile infrazione alla procedura che disciplina gli aiuti di Stato.
Messo così, il progetto ed il relativo finanziamento violerebbero le norme sulla concorrenza, configurando un indebito aiuto di Stato. Per la verità, è stata proprio l’Unione Europea ad indicare una ipotesi alternativa: motivare il progetto sostenendo la sua necessità (cosa del resto verissima) per migliorare la raggiungibilità del Gargano e la sua integrazione con il resto d’Italia e d’Europa rese difficili dalla complicata situazione geografica in cui versa la Montagna del Sole.
Finora si è piuttosto cincischiato nella messa a punto delle strategia di risposta all’Unione Europea, ed ecco perché il colpo di scena che giunge da Bari va salutato positivamente.
L’ottimismo nasce questa volta dal fatto che gli incaricati sono professionisti che conoscono benissimo la situazione dello scalo foggiano. Si tratta dell’avv. Vania Romano, esperta di diritto comunitario, autrice per conto del Comune di Foggia di un approfondito studio sul tormentatissimo e difficilissimo percorso del progetto negli uffici comunitari, e il gruppo Clas, che per la Camera di Commercio ha realizzato un approfondito studio, in cui si dimostra la possibilità che l’aeroporto possa recuperare competitività (sia a supporto del turismo garganico, sia in riferimento ai voli di linea) ma solo dopo l’adeguamento della pista, che può permettere l’atterraggio e il decollo di velivoli in grado di trasportare un maggior numero di passeggeri.
Da quanto si è appreso, lo studio dell’avv. Romano era stato non proprio tenero nei confronti della Regione Puglia per i ritardi e gli errori con cui è stato portato avanti l’iter tecnico-amministrativo. Adesso toccherà proprio alla legale foggiana, assieme ai tecnici del gruppo Clas, collaborare con l’assessorato regionali ai trasporti, per predisporre quella che nel burocratese dell’Unione Europea si chiama “notifica”: ovvero la documentazione conclusiva da inviare a Bruxelles affinché la competente direzione generale si convinca della linearità e delle correttezza del progetto italiano e pugliese.
“Abbiamo accolto gli indirizzi espressi dal territorio”, ha detto alla Gazzetta del Mezzogiorno, l’assessore regionale al bilancio Raffaele Piemontese e sta proprio in questo il fatto nuovo, che potrebbe innescare il salto di qualità nella travagliata e difficile partita dell’aeroporto Lisa.
L’avv. Romano e il pool di esperti del gruppo Clas rappresentano quanto di meglio si possa mettere in campo che affrontare gli ultimi passaggi dell’iter (pare che i tempi per elaborare e trasmettere la “notifica” siano serrati, entro la fine di settembre): perché hanno già approfonditamente studiato la situazione dell’aeroporto foggiano e le sue reali possibilità di rilancio e perché sono espressioni del “territorio”, ovvero, con ogni probabilità, delle due istituzioni che si stanno maggiormente spendendo per la riqualificazione ed il rilancio del Lisa: il Comune di Foggia e la Camera di Commercio.
Il fatto nuovo e importante sta proprio in quello che in politichese viene definito accoglimento delle indicazioni del territorio, nel nuovo corso che pare si stia profilando nei difficili rapporti tra le istituzioni locali e la Regione. Un clima nuovo e positivo che potrebbe permettere di superare le diffidenze, le incomprensioni, gli errori, i ritardi, la miopia che hanno trasformato l’iter di un progetto strategico per la Puglia settentrionale, in un percorso ad ostacoli.
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Secondo la mia opinione sono da rilevare alcune perplessita'.
Il lavoro di prolungamento era cosa possibile. Bastava individuare imprese private che partecipassero al cofinanziamento pubblico. Difficile? E … allora come mai senza un minimo di difficolta' la politica regionale riesce a privatizzare la sanita'. Operazione con un acre odore di immoralita'
Altro dubbio quanto costano le parcelle degli eperti. Fa ridere che l'Assessorato alle infrastrutture non abbia competenze professionali interne e si permette di spendere quando non ha, a dire di certi Dirigenti, soldi per la qualificazione del suo personale. E … conosciamo …. vero? la reale situazione della C.C.I.A.A. di Foggia e il grave divario di trattamento economico tra direttori e livelli inferiori ma qualificati sottoposti a nuove figure stipendiali che dimezzano i loro stipendi. Ed infine siamo proprio sicuri che in materia di bilancio e di fondi U.E. ci siano preparazioni adeguate. Dubbi legittimi di un privato cittadino.