Quando la città si autotassava per sostenere il Foggia

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La risposte degli amici e dei lettori di Lettere Meridiane all’appello di Maurizio De Tullio che chiedeva a chi ricordasse qualcosa di saperne di più sullo stemma del Foggia apposto su un certificato comunale degli anni Sessanta, rappresenta un bell’esempio di public history. E di come la rete possa essere un eccellente strumento per raccogliere memorie, documenti, testimonianze, immagini che consentano di raccontare una storia collettiva sorprendente, dal basso, non ad opera di professionisti della materia.
Ecco i numerosi interventi e contributi sull’articolo di Maurizio De Tullio (quanti non l’avessero letto, possono farlo cliccando qui). Molti interventi non riguardano direttamente la questione sollevata da De Tullio, ma piuttosto l’anno in cui venne realizzato il manto erboso. Tra i contributi più interessanti, mi piace segnalare quelli di Pino Autunno,  storico del Foggia e autore di una vera e propria enciclopedia sulla compagine rossonera, Giovanni Cataleta, anche lui appassionato custode e divulgatore della memoria calcistica foggiana,  Lorenzo Brescia, puntuale tanto nelle analisi quanto nelle considerazioni, e di Carlo Valentini, che ricorda che negli stessi anni veniva effettuata una iniziativa analoga presso i mercati generali: su ogni cassetta di frutta e verdura veniva dato un contributo di dieci lire alla squadra rossonera.
Ringrazio comunque tutti gli intervenuti, per la passione e per l’attenzione manifestata.

* * *

Fabio Massimo Benvenuto 
Il manto erboso nel 1959 non c’era. L’erbetta allo Zaccheria si cominciò a vederla solo dal 1965 in poi…
Antonio Marelli 
Ho letto l’articolo e ravviso un errore nello scritto di De Tullio: nel 1959 il manto erboso non venne “risistemato”… semplicemente perché non c’era ancora,  il campo era in terra battuta cui veniva aggiunta sansa d’olive. Il manto erboso fece la sua comparsa solo con l’inizio del secondo campionato di A, 1965-66.
Carlo Valentini 
Era un contributo dato alla squadra del Foggia di lire 10 cosi come veniva fatto ai mercati generali dove su ogni cassetta di frutta o verdura bisognava dare un contributo di lire dieci al Foggia. Altri tempi.

Giovanni Cataleta
È verosimile che quel contributo di 10 lire fosse stato deliberato dal comune a favore dello sport a Foggia e principalmente per la società di calcio, il Foggia- Incedit, che era nata l’anno prima dalla fusione dei Satanelli con la squadra della Cartiera, l’In.ce.dit(industria cellulosa d’Italia). Faccio, però , una precisione sul manto erboso: vide la luce solo nell’estate del 1965, dopo che disputammo il primo campionato di serie A sul campo in terra battuta. Una curiosità ‘: il Comune di Foggia avrebbe voluto, d’intesa con la società, dotare lo Zaccheria di un terreno erboso per il torneo di serie A. Al progetto si oppose e alla fine la ebbe vinta, il Mago di Turi, L’allora Allenatore del Foggia, Oronzo Pugliese che considerava la conoscenza del terreno di gioco di casa un indubbio vantaggio per il Foggia.
Viere Ferro (Lorenzo Brescia)
Appurato, dunque, che l’odore della “sansa”in quel lontano 1957 è ancora impregnato nel naso di chi frequentava e che l’erbetta poteva solo essere,all’epoca,un sogno per terreni come quello dello Zaccheria.Appurato anche che la fusione tra u.s.Foggia e l’Incedit avvenne nel 1957,suggerirei,per cercare di risolvere l’arcano del Pro Sport,sollevato da M.D.T.,di indirizzare le ricerche su un PRESTITO che il Banco di Napoli fece alla U.S.Foggia-Incedit per permettere la iscrizione al Campionato di serie C 1958-1959.La fusione avvenne,diciamo così, perché l’unione fa la forza,ed in quel caso quella richiesta era la forza economica (entrambe con le casse vuote).Dopo la fusione ci fu un “ripescaggio” in serie C dei satanelli.Ed occorrevano milioncini per iscriversi al campionato di serie C. Niente di più facile(ipotizzo perché ricordo che quelli erano gli anni dei “francobolli”Lega navale, antitubercolosi,ecc),che anche se parzialmente,per “ripagare il prestito”si sia ricorso al sistema del “francobolli”.Vorrei sottolineare che,quella dei “francobolli” non è tanto peregrina come idea.A Foggia per altri previsti eventi agli inizi del ‘900 fu già messa in atto.Agli appassionati il seguito e fateci sapere.
Maurizio De Tullio
Ringrazio il collega Gianni Cataleta e gli altri lettori che hanno precisato come nel 1959 non esistesse alcun manto erboso, come da me scritto. Ed è vero, nel senso che manto erboso è una cosa, terreno di gioco un’altra. Occorre però chiarirsi.
A mia discolpa cito la fonte che ho utilizzato, trovata nel paragrafo ‘Stadio’ alla Voce “Foggia Calcio” presente su Wikipedia (questo il link: https://it.wikipedia.org/wiki/Foggia_Calcio). Vi è scritto: “…La capienza aumentò in 12 000 posti nel 1957, in occasione della fusione tra il Foggia e l’Incedit, e l’entrata dello stadio tornò viale Ofanto.[91] Un ulteriore aumento di capienza venne effettuato due anni più tardi, nel 1959, quando venne completata l’ala destra della tribuna, quindi lo Zaccheria arrivò a 15 000 posti, ed inoltre venne risistemato il manto erboso.[92]”
La nota 92 rimanda, in bibliografia, alla pagina 300 del testo di Pino Autunno “Foggia, una squadra, una città”, edito in due volumi nel 2010 dalla editrice foggiana Utopia.
Cordialmente (Maurizio De Tullio)
Lorenzo Brescia
Appurato, dunque, che l’odore della “sansa”in quel lontano 1957 è ancora impregnato nel naso di chi frequentava e che l’erbetta poteva solo essere,all’epoca,un sogno per terreni come quello dello Zaccheria.Appurato anche che la fusione tra u.s.Foggia e l’Incedit avvenne nel 1957,suggerirei,per cercare di risolvere l’arcano del Pro Sport,sollevato da M.D.T.,di indirizzare le ricerche su un PRESTITO che il Banco di Napoli fece alla U.S.Foggia-Incedit per permettere la iscrizione al Campionato di serie C 1958-1959.La fusione avvenne,diciamo così,perchè l’unione fa la forza,ed in quel caso quella richiesta era la forza economica (entrambe con le casse vuote).Dopo la fusione ci fu un “ripescaggio” in serie C dei satanelli.Ed occorrevano milioncini per iscriversi al campionato di serie C. Niente di più facile(ipotizzo perchè ricordo che quelli erano gli anni dei “francobolli”Lega navale,antitubercolosi,ecc),che anche se parzialmente,per “ripagare il prestito”si sia ricorso al sistema del “francobolli”.Vorrei sottolineare che,quella dei “francobolli” non è tanto peregrina come idea.A Foggia per altri previsti eventi agli inizi del ‘900 fu già messa in atto.Agli appassionati il seguito e fateci sapere.
Maurizio De Tullio
Interessante il contributo offerto da Lorenzo Brescia, che ringrazio.
Resta l’amaro del termine SPORT coniugato con la parola CALCIO. Sarebbe stato più onesto metterla in chiaro da subito: la Città di Foggia vuol salvare il calcio foggiano con un contributo straordinario. E così il Comune avrebbe potuto aprire il salvadanaio per elargire un congruo contributo. Ma non lo avrebbe fatto immaginando, forse, il fuoco incrociato di altre società sportive.
Vioceversa, avrebbe potuto farlo la (cosiddetta) Società Civile, aprendo una sottoscrizione pubblica su un conto corrente bancario controllato dal Comune. E credo che nemmeno ciò avvenne. Il mistero dunque resta, in attesa di spiegazioni ufficiali. E se prestito ci fu, da parte del Banco di Napoli alla neonata U.S. Foggia, mi domando perché doveva essere il Comune a farsi carico – con quel misterioso bollo rosso-nero – della restituzione della somma.
Tornando alla fusione delle due società calcistiche foggiane, ricordata da Brescia, mi sorprende che la somma di due debolezze produca una sola, grande, debolezza. Di solito avviene al contrario: ci si unisce per rafforzarsi! E non penso che l’iscrizione al campionato di serie C fosse così onerosa.
Lorenzo Brescia
Sempre a mo’ di contributo, per cercare di venire a capo del “francobollo Pro Sport”, non mancherà certamente a Maurizio De Tullio, la possibilità di verificare quanto da me affermato, circa:
1)la situazione di grave incapienza economica delle due società (U.S.Foggia e Incedit)e che FU QUESTO IL MOTIVO principale, se non esclusivo, DELLA FUSIONE;
2)Il PRESTITO per l’iscrizione al torneo di serie C (qualche decina di milioni ) da parte del BANCO DI NAPOLI (non so se all’epoca tale istituto fosse anche “tesoreria del Comune”),comunque qualche traccia negli archivi di quell’Istituto, dovrà pur esserci.
E’ da tenere presente che, come è noto, lo Zaccheria (impianto dove il FOGGIA-Società espleta la sua attività) è di proprietà Comunale e che in passato anche un Sindaco di Foggia ha accorpato la carica di Presidente della Società sportiva.
Tornando alla fusione delle due società calcistiche foggiane,è risaputo che ad una società di calcio è richiesto il pagamento di una somma per l’iscrizione-affiliazione ad un campionato di calcio (è tema di queste ore per la LegaPro).L’ U.S.Foggia e l’Incedit erano oberati da passivi,sia pure di proporzioni diverse,tali da mettere in seria difficoltà ANCHE la iscrizione di ENTRAMBE squadre.UNA iscrizione fu possibile SOMMANDO quella che ho definito “debolezze”.A farne le spese fu l’Incedit che MDT,certamente saprà, essere la squadra della CARTIERA.Infattti, ad esempio,i colori sociali della nuova società RIMASERO QUELLI DELLA u.s.Foggia e non già quelli della INCEDIT.
L’anno successivo (1958) si presentò INASPETTATA la possibilità di iscriversi al torneo di Serie C e la prima cosa che occorreva era la SOMMA PER LA ISCRIZIONE AL NUOVO TORNEO DI SERIE C.Da questo il resto delle mie considerazioni, che sia detto ben chiaro, non sono,come si evince,considerazioni di un giornalista-professionista o pubblicista, ma molto semplicemente di un appassionato di cose patrie da sempre.
G. Di Martino
La fusione tra Foggia è INCEDIT venne imposta dai quartieri ” alti ” della politica di quel tempo. Gli allora Dirigenti dell’Incedit mai e poi mai avrebbero voluto tale fusione perché al contrario di quanto ho letto il Foggia era oberato di debiti mentre L’INCEDIT si auto finanziava con i suoi dipendenti che oltre ad esserne i proprietari eleggevano in seno i propri Dirigenti e la rosa era composta quasi esclusivamente dagli stessi che vivevano il Derby contro i satanelli con lo stesso spirito di cui ora gli attuali tifosi del Foggia vivono il derby contro il Bari. Purtroppo non ho le fonti per dimostrarlo ma solo il ricordo di un genitore che è stato uno dei fondatori dell’Incedit nonché un suo atleta.
 Pino Autunno 
C’è sempre una spiegazione a tutto…
Rispetto alla curiosa questione sollevata dall’amico e collega Maurizio De Tullio, mi preme sottolineare che il bollo comunale di Lit. 10 con la dicitura “Pro Sport” ed i loghi della amministrazione comunale di Foggia e della locale squadra di calcio utilizzati per il rilascio di certificati comunali dovrebbero dovrebbero far parte di accordi regressi intercorsi fra l’allora U.S. Foggia & Incedit ed il Comune.
Voglio infatti ricordare che, così come cito testualmente nella mia opera omnia “Foggia, una squadra una città” nl racconto della stagione 1957-58, “a fine luglio nasce ufficialmente l’U.S. Foggia & Incedit, ed il 27 dello stesso mese si tengono le assemblee separate dei due sodalizi. Nell’Incedit vengono eletti Dante Tozzi, Aldo Orsini, Emilio Giannini, Antonio Rosania, Luigi Bruno e Luciano Valentini. Componenti invece del consiglio del Foggia risultano Antonio Fesce, Domenico Rosa Rosa, Luigi Formica, Giulio Carella ed i fratelli Luigi e Vincenzo Marcone. Il 2 agosto si insedia il nuovo Cd, che vede alla presidenza Giulio Carella. Vice-presidente è eletto Dante Tozzi. Armando Piccapane è invece il rappresentante del consesso comunale nominato in seno alla società, e che a febbraio si insedierà al timone della società”.
ll nuovo peso specifico che l’aministrazione comunale potesse avere nelle vicende societarie Foggia, troverà poi puntuale conferma agli inizi della stagione successiva, quando la Lega Caclio disporrà un concorso per l’ammissione in C che prevedeva una copertura finanziaria di 15 milioni. Si trattava di una cifra cospicua, non disponibile nelle casse sociali rossonere dell’epoca. Fu quindi il Comune, attraverso il Banco di Napoli, a tendere una mano al Foggia, per cui il 9 luglio successivo ogni residua incertezza si dissolverà ed il consiglio direttivo della Lega Nazionale accoglierà la richiesta di iscrizione del sodalizio dauno.
Tanto basta ed avanza, evidentemente, per giustificare la presenza del logo rossonero tra i bolli comunali. Anche se, forse, più che “Pro Sport” sarebbe stato il caso di utilizzare la dicitura “Pro Foggia”…
 Lorenzo Brescia 
Molto è stato “sviscerato” circa il “misterioso bollo”.Aggiungerei che le cronache dell’epoca,(da me ricercate) parlano di una “CONVENZIONE”,tra Comune e U.S.Foggia-Incedit, per la MANUTENZIONE del campo sportivo, con impegno contrattuale fino a tutto il 1961.La sollecitazione a contribuire fu indirizzata anche all’Amm.ne Provinciale,in quanto la società calcistica U.S.Foggia-Incedit era “unica squadra nella provincia che “si accingeva a disputare un campionato di serie nazionale”.I 15 milioni furono anticipati,quindi,per i motivi su esposti,anche se poi utilizzati,perchè urgentemente occorrenti,per il campionato di serie C.E’ da ricordare, che all’epoca vi era la pista di atletica e nel “Campo Sportivo” si svolgevano svariate altre attività sportive(ad esempio I Campionati Italiani del D.L.F.).Penso e concludo, che il “bollo” fu,come da sempre ipotizzato,un modo per reincamerare parte della somma stanziata-elargita e la dizione “Pro Sport” molto,molto ammiccante.

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Author: Geppe Inserra

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