Lo sviluppo è anche questione di sensibilità. Forse è soprattutto questione di sensibilità. Perché c’è sviluppo e sviluppo. Puoi stravolgere paesaggi millenari “rimboschendoli” con foreste di pale eoliche e prati di parchi fotovoltaici, sottraendo terreno prezioso all’agricoltura, puoi fare del paesaggio stesso una risorsa di futuro, amandolo, difendendolo, trasmettendolo integro alle generazioni che verranno.
Gianfranco Eugenio Pazienza possiede questa sensibilità speciale, che è riuscito ad esprimere con ammirevole capacità di sintesi in due commenti al reportage di Riccardo Bacchelli su Monte Sant’Angelo, che Lettere Meridiane ha pubblicato negli scorsi giorni (qui trovate la prima parte, e qui la seconda).
Pubblicando la splendida immagine della Grotta di San Michele a Cagnano Varano che apre il post (per chi non lo sapesse, il Gargano è un tripudio di orme e tracce lasciate dall’Arcangelo) Pazienza scrive: “Sono sicuro che Bacchelli anche qui, dove ancora stillano le rocce l’acqua taumaturgica e dissetano il corpo e l’anima, avrebbe incontrato lo spirito angelico della lotta del bene contro il male. Fuori da questi luoghi sacri, ovunque sul Gargano, la lotta sembra inesorabilmente persa.”
Poi, citando un passaggio dell’articolo dell’autore de Il mulino del Po, Pazienza osserva: “I mandorli nell’annata rigida e tardiva non s’arrischiavano a fiorire, e stavano timidi, nudi, al sole limpido sui monti, sul mare, sui boschi garganici e sul Tavoliere; sulla fatica e sulla speranza degli uomini, che hanno imposto su queste ripe il loro lavoro, come i pellegrini han segnato di mani gremite le pareti della santa scala.
Sentii dire che il disboscamento, relativamente recente, non fu utile pensiero, ed è cosa che si sa; le colture granarie e olearie lassù non sono le più opportune, ho saputo; ma non avevo animo a pensare all’economia, come non l’ebbi dentro la grotta a pensare ai concetti della mia filosofia razionale.
(Riccardo Bacchelli)… #clld possiamo pensare e scrivere una strategia di sviluppo locale a partire da queste letture…”
Il tag ed acronimo #clld sta per comunity led local developement, comunità che guida lo sviluppo locale. Un’idea intrigante e suggestiva, che va proprio nella direzione di quello sviluppo sostenuto dalla sensibilità, individuale e comunitaria, di cui l’amico Gianfranco è un alfiere tenace e coraggioso.
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